Rivista di politica e scienze sociali - anno I - n. 12 - 30 dicembre 1895

RIVISTA DI POLITICA E SCIENZE SOCIALI HH Crediamo che la cosa più importante a fare in vantaggio degli agricoltori sia quella di fai• conve1•- gere i capitali alla terra. L'attuale legge pel c1•edito agr<1r:o s'è mostrata insufficiente: tutto si riduce allo for.na tradizionale del mutuo ipotecario; l'istituto mutuante non ha garanzie speciali, ed ogni singola oper.izione è accompagnata da tali formalità, per cui pachi possono usufruire di questo potente ausilio. A rendere più Jifficile il richiamo dei capitali alla terra pare sia stato ideato il nostro intricato e co· stoso sistema ipotecario e catastale. Si po'r,ibbe, co• me è stato proposto, trovare un correttivo a questo sistema nell'istituzione dei biglietti ipotecari emessi dallo Stato e da dar3i in mutuo a un inter,isse mo· dicissimo, e che potrebbero cil'cola1•e come moneta. Così affluirebbero i capitali all'agricoltura, 1•endendone possibile il rifiorimento, e ne guadagner,ibbe lo stato e la ciNolazione, per.ihè questa sarebbe arr:cchita di una nuova ca1•ta tìduciar;a, portante inter<Jsse . e non suscettibile di depròziamento. Qualcosa di simile si ha coll' ipoteca mobile adottata dalle nazioni germaniche e che ha fatto buona prova. * * Di concer:o alle questioni sulla prop1•ietà della terra bisogna tr.ittarJ di quelle sulla proprietà capitalistica. È nota la critica che fa Marx a questa forma nuova di propr:età, che egli ritiene illegittima nelle mani del capitalista, perchè costituita a base di spoliazione, mer.iè l'accumulo del plusvalore. Questo ,ilusvalore, consistente nel fatto dell'accrescimento denaro dopo che esso s' è tr.isfor.nato in mer.:e ed è ritornato denaro, è dovuto secondo Marx, al mancato p:igamento di una p:irte della merce lavoro; perché, b:isandosi la circolazione delle merci sullo scambio di valori equivalenti, se il prodotto-merce ha un valore superiorò al capitale primitivamente impiegato, vuol dirJ che la meNe-lavoro non è stata compensata per intero. A queste osservazioni si risponde che ciò può esser vero per casi singoli, e cioè quando il capitalista ha il monopolio del mer.iato ; ma nella gener.ilità dei casi la legge della concorr<Jnza tende a riduri·e questo plusvalorJ al giusto compenso del lavoro del capitalista secondo le sue cognizioni commerciali, industriali e tecniche, secondo la sua abilità, i rischi che corre, ecc. È véro, come dice Marx, che l'avvenimento della gr.mde industria tende a fare sparire la p'.ccola ; ma i p'.ccoli capitalisti si difendono mercè la cooperJ.zione che bisogna sia dallo stato più sufficientemente incoraggiata e p1·otetta. Quanto alla condizione del proletariato, se da un canto, coll'avvenimento della grande industria fo deteriorata, dall'altro fu migliorata, perchè, come osserva il Le Ro:s-Bolieu, ove maggiori sono· i capitali, maggiore è la richiesta di lavoro. Per l'ialza1•epoi la condizione del proletariato, nulla c1•ediamo sia più effic.tce del sistema della cooperazione. Lo sviluppo delle cooperative oper.iie in Inghilterr.i e il modo con cui esse hanno contribuito al miglioramento della condizione degli operai ed alla pacificazione sociale è una prova evidente della grande efficacia di esse. Bisogna dunque cominciare ad educare il popo~o a comprenderne l' imp01•tanza. E mentre ne sar.i diffusa la nozione, dovrà d'altro canto esserne incoraggiata la co;;tituzione, sia coll'accordare a tali società la per ,onalità giuridica, sia con disgra vi d' impo;;ta, sia, e specialmente, facilitandone il credito, obbligando le Banche e le Casse di prestito a fornirne loro il credito a interesse di favore. Una forma inte1·media di associaz:one per comporre il dissidio tra capitale e lavoro è data dalla partecipazione agli utili del capitale, e può avveniN principalmente, sia dividendo tra. i lavoratori una parte dei profitti del!' industria, sia impiegando questa parte di 1,rofitti nelle istituzioni di patronato, che hanno per iscopo il miglioramento mo1•ale e materiale degli ope1·ai. In questo modo si crea il cointeressamento dei lavoratori nella produzione, si ravvicinano le classi e si educa il lavorato1•e ad averò dignità di uomo e fiducia nelle proprie forle. I principi gener.ili che regolano queste varie specie di associazioni dovrebbero trovarsi in un Codice di diritto privato, il quale contribuirJbbe in tal modo efficacemente alla soluzione del problema sociale, in quanto dartibl:ie alle classi lavoratrici il mezzo più logico e più pr ..tico di emanciparsi, non già distruggendo l'attuale ordinamento sociale, ma mediante 1'11ssociazione nel lavoro. G. D'AGUANNO. RECENSIONI POMPEO MOLMEN'l'I I banditi della 1·epublica veneta. Firòn~e 1896. Bemi,or.id e tìglio. Nt'llO inizio dt,lle nazioni, dice Pompeo Molmenti in questo elegante ,·olumetto sui Banditi della repubblica veneta, la forza dà la gloria e la potenza; ed anche le violenze che in tempi più umani vengono punite come delitti, servono a fal'd ottenerd pri- · , vilegi, onori e dominio. Così è che il br:gantaggio non è triste privilegio italiano, ma si r:scontr.1 fior,mte da per tutto; e i briganti si confondono coi conquistatori neWantichità e nel medio evo, in F1•ancia, in Inghilterr<L, in Germania. Le origini di Venezia non sono diverse di quelle degli altri Stati e l'alba della republica delle lagune fu segnata da straordinaria ferocia di costumi; di che si ha Li. prova nel fatto che dal 697 al 1172 di cinquanta dogi 5 abdic.1rono, 2 furono banditi o de posti, 5 banditi e accecati e 5 trucidati. Ciò che fossero i costumi o almeno ciò che erano stati si può argomentare dalla ferocia più che dalla severità delle pene, come si può rilevare da alcune

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