La Rivoluzione Liberale - anno IV - n. 33 - 20 settembre 1925

134 :j: * * Per pili di un secolo .la clcmo<Tazja ha, b~nc o mal~, assolto a questo bilo rompilo d1 conscrvaz1on<'. lo non intendo ll<'"arc che essa al,bia prodotto anrh.- gran,li hci,clìci; purtuttavia mollo di ciò chr ,cl ,·,sa comunemente Si all1"ihnh,ce, è mcdto i1n-ccc <Id liberalismo e cl.. J sociali;mo dw da essa vanno 11Pl_Lamcnlc- dislinti, pcr<-h(' il primo può considerarsi la Lesi r,1 il sN·(111<lola slinte.si di l:n processo di.aleu i<·o di ,·ui la drmorrazia (' J"antitesi. Sta di fallo che ogb,ù J,. dcmonazia, qucsta democrazia, ò in crisi ragli i!;Lituti eh 'cs~a ha prodouo. È in crisi il cittadino, travagliato dal rli-.shlio insanahllc, acutamente notalo da Marx, rra J.a ;,ua doppia pcrsonalitù di c;uadino ,, di membro della società borghese: per \'hcr<", esso deve ll<""'arsi come cittadino tout courl, ed affermar:i noir Sindacati di classe. È in crisi il parlan1entari51110: eonsacranlc la so,~raniti1 di un 1nitico c-ittadino-elettore, che più non riesce ad ah• bracciare la com.pJessa vita sociale, ognor piì1 ricca di differenze e contrasti ccl ognor più 1·iluttante .a lasciarsi inquadrare nelle forme rli un egalitarismo quanto mai aslrallo. l.'.la questa crisi non data da oggi, e ai tardi denunziatori di essa non ahbiamo che da ricor• dare la robusta critica di Man. Egli, opponendo alla vuota proclamazione de!Ja Libertà, la dimostrazione che il proletario è libero solo nella propria classe lotLante per la propria emancipazione, ha distnltto le basi del moderno ordinamento .riuridlico. Nemmeno lo Stato si sottrae a <pie- .sta critica possente: se la st.oria è una lotta di classi, senza entità Lrascendenli, anche lo Stato rleve apparire un momento dialettico di questa lotta. Non più realtà sovrastante gli individui in materia ùrannica; lo Stato di venta w1a creazione degli uomini, cioè l'or. dinamento giuridico degli interessi della classe dominante. Così futeso, esso si dissolve nel Governo, perdendo ogni suo magico po• lere: teoria, come ognun vede, assai liberale, e Marx fu difatti continuatore deUo spirito liberale. Su questa base egli compiie cc la criJ.. tica cli tutto ciò che esiste n, secondo la sna frase decisa; la società in tiera ne è .investita. Là ove economisti e giuristi, studiando l'a• natomia e la fisiologia, se così m'è lecito esprimern1i, della società, avevano consacrato degli istituti e fissatri.dei p1'Ìncipi e delle leggi che per essi erano di valore eterno, Marx, stuclianòo da storico la società nel suo sviluppo, vede il nascimento e antiicipa !ÌII: tramonto di quegli istituti e cli quelle leggi, ne denuncia insomma la reale caducità. Là ove economisti e giuristi avevan visto dei difetti, degli inconvenienti che allontanavano la società dall'ordine naturale, ma che essa avrebbe eliminato coll'accostarvisi e magari col r.aggiungerlo ( ecco oiò che i democratiilei intendono per evoluzione), Marx vede l'antitesi del processo dialettico della società, vede dei mali che preparano la sua morte, morte da cui essa risorgerà a nuova e mi,. gliore v.ita. L/\ RlVOLç-ZJO"i'tLIBERALE ~olo ai rniop·i può '-<'.mbrarc <'hc la ,-ri~i iilia avviando~i ora vt•P•o una Aoluzio1,c ,lit. 1nto, htl<>: jn Af'H'•O oppoi:.lo a qu<"IJo <Jni an• !-pi<•.at,J; in realtà J',mrhta r<'a,donaria non f" aliro c·h" un lr·nlativo d"orr,!i-tO dr·l pnH':4'~.;o fTit:co e· q11incii una dif,,-.a d<-l r<'itirn<' democ-ratìro ronw n·gimr· di ,·r,n~t·n·azionf'. Il 8Uo :.:nti<l,·1no<"ratfr.i!--mO i· p111 app:'.r 1•ulf !'(14, rcaJ,,, J>r'1Thi• ,, .. a ri oppo11f' 11<,r, alJa df'."mo- ,.,.uzia in si·, ma nl fuu,, <'hr 'Jlt0.Qla t1<,11Ruppia itnJH'dirc il nialurar<· d,·i J;Ptrtii <·hc d<·hhono av, iarla al di'-..; 1,h·inH nto. Jn 1ft1<'!..to J..Prn-o, Ja 1littalura r<'azionm ia t· la m•iµ-lior "nnf,-rma della forza dir la S<H'frli1nuova ha idà ~apul,> ~H·<p1iP.tnrc e d<'ll,impo1-,'-ibilj1à <l<>Jbdc·mocra• zia a difenderai da Ri·. lnfaui, in cprrsti Stati jn cui r1uesta difc!ìa si compie~ noi v<·diamo f.Or~<~rcad ogni fHlSlòlO enormi <" gravi ,1,iffi. <"ohil: rosi jn Fra11ria, Gennania, IlC"lgio, Olanda, Portogallo, ove il parlamen1,iriHmo, spersonalizzatosi secondo ]a tendenza rno• df'nHt, pn· i I prevaler<" dcJPorganizza:,.Jione a partiti, non riesce pili ad esprimere una salda tn.aggior.anza; così in Inghilterra; ove una coalizione sindacale può 6.{'avaJcarc i Jc. giuirni poteri ed i1nporsi a] Governo. Questo è appunto iJ decorso della cniai. La costi tuzionc, borghese era malferma, perché poggiava su un'ombra, J'o111bra dei cittadini eguali e sovrani, separata dal proprio corpo. Ora la separazione vlen negala ne] processo dialctt!ico del ricongiungimento, e l'individuo senlc la propri.a unilà come coscienza di classe, coscienza oioè della propria p<'r'4ona]h;1 ,Jjffpn•nziatu P diFtinta. P<·r <.fUP• f'.10 fljr<•vo più a<,pra <'h<· Ja I-olla pa~·~a daJ Par!nmr:nlo aJ PaP:;<•, ,L.li ,·iuadini cJr•ttt1ri ~· E:ovnu1l ;dJr ,-J.-,«"j ,: 1 ltl:1tn'·T1tr• organizzatP wi P-:, ~iti <• nr•j :,iwJ,y•ati. r-., per 1;11r•~fo, hb•,~1::1 ot.;i(i dP-[J<>rrc la mf'..:n• iaJit.à ,l(•7n,-,r.·atirn, rn,mt..aJilu di <'I>n,·or,Jid univer~:ai,,.. I'. di collal.ora.zjvnn ocialr, menta• Jitù caLLoJira ,H adatt;unr·ntfJ -f• <-ompromr·sso, Cht', parl<,nn<Ìo i ,•r,nc-ettj di auprrnno intP• r<'!J!Je nazional,,, rJi ,'110,,1 sup,,r,ore o/{,, pr1,rti, <' via cfj..,c•.orr:·ndo, i· In n,•,;(>~,aria fJTf'ffi4"•-~a r!d ntl:t.i,ouaL~J.. lO ,, <;,,J f·1 ~: ~rno. E [W• '{OfV-lto hiiwgna u-v<.. rf'. o~r;i pii•. d11 • nuu jj <'u1lo dPJJa ÌtJfla ,]j claE!&f". Jn .-•f<-,.a P-<>l<J J'".>pPraio a,•. quista cc,1-cicnza di •,i•, jn <'"'~awJo r,uo ,!gU rin•udirru-c Ja proprja dirrnjta umana, in eF!l¼l Eolo crcarii la propria libertà. PnoMF,T~o F11.001,,:vw. Cl) La ~11pprr..,r-ionedi lutto il p~· ,ato, tioè la r1-- cif:,i1Jnenetta ,l'ogni vin<'vfo c.toriro. è infaui jJ fin..- a cui c•onvergono non oJtanU.1 jJ pen~iero ("if'ntifico, ma anche Je abpirazioni pratiche. ,, Quando riunji;co tul1.l ,1ueis1i voti rwrLicoJari (j cahienJ, m'avvedo con una specie di terrore che e:i rerlama in fondo l'abolizione simultanea e sistematica di tutte le leggi e cli tutt.i gli u.,j seguiti nel paese,, (De Tor.,iuEvn.u:: Uancien régimc, pag. 211). Questo del rer,to ebl.c ad esprimere anche il Robespierr", chiedendo: <e NP somme.~-nous pas appelés à /aire tout le cnntrnirn de ce que le monde a Jait jusqu' ici? ,1. f2) 5oun,: L'idea individuale e l'idea .sociale nel diritto vri1:ato. LE COMMISSIONI INTERNE L'importanza e la gia,-,ta dello scioglimento delle Commissioni Interne non può sfuggire a chiunque consideri· reaListicamente le difficoltà della presente lotta politica senza illudersi con le formule romantiche della disperazione eroica e del e< tanto peggio tanto meglio ,, che si sono rivelate inapplicabili· allo scarso spiri lo comhatlivo del popolo italiano. La vittoria di Rossoni è oggi semplicemente una vittoria sulla carta: non è detto che nelle prcssirne vertenze l'iniziativa degli operai debba cedere il posto all 'inizliativa dei mandarini delle corporazioni. Tuttavia a Torino, centro di 1·esistenza delle Commissioni interne, la sconfilla assumé un grave valore 11,10rale liquidando i simboli più popolari di periotio eroico di agiLazioni-' e i • • • in cui il mov.,i1nento proletario aveva cerca di esprimere la sua volontà di organizzazione politica. Le Commisioru. interne hanno avuto una reale importanza soltanto nelle grandi città e specialmente nell'industria metallntgica di Torino e Milano. La loro ca'ratteristioa fu di sorgere nella fabbrica e cli rispondere agli sforzi dell'avanguardia del proletariato. Infatti è a Torino, nella fabbrica dli automobili Itala che la Fiom ottiene il primo riconoscimento delle Commissioni IDterne con limitate funzioni corporativiste, nel 1906. Durante la guerra le C. I. sono riconosciute e consigliate dal governo per glli.operai miliplice controversia dell'applicazione di un regolamento per assurgere a più alto si{;nifieato; se cioè potesse e dovesse ancora su.ssi• stere la proprietà privata delle aziende ». Da organismi di conh·ollo le C. I. dovevano diventare l'ordine nuovo del proletariato. Questa battaglia era 1òà perduta per gli operai torinesi dopo lo sciopero della primavera 1920. La fallita occupazione delle fabbriche non fu che la conseguenza della prima sconfitta_ Le Commisaioni interne che funzionarono fino a ieri alla Fiat, erano disciplinate dal concordato del '21 tra datori di lavoro ed operai: non érano _più elette dai.i commissari di reparto, ma ·direttamente dalla massa. Le lor!) funzioni erano ristrette a questioni di . • 'applicazione interna dei concor. 11ati firmati dalla Fiom. Tuttavia esse non si ridnss-ero ntai iu questi anni a semplici or~ gani corporativi; ftu-ono centro di agitazione e di collegamento; non si lasciarono slron• care neanr.he dalla reazione fascista e conti. nu,arono ad esercitare un notevole preslligio sngli operai. I fatti del dicembre 1922 hanno lasciata nna profonda impressione nel movimento _operaio torinese, ina non l'hanno stroncato. Per tutto il 1923 e il 1924 le votazioni per la Fioin nelle fabbriche cli automobili torinesi diedero risultati plebiscitari. PIERO GOBETTI - Editore Tor1no - Via XX Settembre, 60 1924-1925 =Centolibrinuovi L. li G. /'. -..nHu -..1: Sr-u .. 1Jfo P carcerP giudizitlrfo » G. \·:u'in.· Yiltl ,Ii /JP.llini ,, Jf) )arfJ. lilru - tt.omanz.o ,Jj ;\ir.,ntm.irtre J> 10 <;, ANs,ur,<,: t,.1 C()fonna lnj1Jmr> (Sru,Jj ,,,. riti in r,r,!p. H. Arir, no: L'lt.r,fo - Tragl!Ùia L. lfJ.~(J G~n. C. A0 1: >r: f,fJ. prim,; difç,_,;fJ. dPl (.,,ra1,p11. ,, ](J,;;f) <;. AvAw, .\ or f.,,1.:,U1Tlf:IH: Il /nu:i.,,nr-., ,., 10 ,\. BAHAJ."- 1,: J/1,[P di Pr,r{una . Po,--i, E. BJ.MTu.1.1,r: Jr, P.ir;oluri4nP in otto f.... Rennr: I.a FranrP fIU milis-u. da mund.P '> r. M. Bo·•uO}."i"iJ; v,,nzi Pot,,t.iP /,a rrtfflJZUJ di w.kntu • Lfl f,1mi1<lia in amorP fi . .Bm,:,;F1LLO: Il pr•nii..Prodi Ca1t..an.,-,o A. G. CM.,:"i"A: / f>rfJdnciali • Rvman7.,t"J Alpini~ti Ciahauoni /.,ri rit;in.rita dell'amore - Romanzo A. LAPPA: Vilfredo Pareto S. CuAMfU.A: Lu formazione filo1ofica di V. Gioberti ,\. C,1,v.41.u: La RQmat;na di Jfuuolini V. CENTO: lo e me • Alla riurca di Cristo (2a. edizfoneJ ChP cos'è l'Inghilterra• Studi di AnsaJdo, Boréa, Crespi, De Ro,gero. • 10- • lfJ • 12 31, 11 5 n 12Giordani Rouelfi, ecc.) ,, 6107.;j0 F. CoNTA.OJ!'i'o: Virgia ei:a,1gelica ,, A. o·E,rnùcvss: La filo,ofù, giuridica di Hegeln A. Dr STASO: Il problema itaLVlno - Pregiudizi 8C()nomici 1.50 6 . G. Doaso: La RivoluzioM !tleridionalP. L. Er:uL1)J: Le loti.€ del Lar:oro 'J . FroRE: Eroe svegliato Asceta perfetto - Uccidi! • (Tacco i no ili una recluta, U. FoBMESH:-.'J: Collaborazionismo • 10- ~ 10.50 • 4- • 10- - Gerarchie Sindaco.li V. G. GJ.u.n: Religione e Politica . Con 33-- prefazione di A. AnileJ ,, 10 - G. G.L....-CALE: La Rivoluzione Protestante ,, 6 - E. cu..... TUBCO: Ar.tologia dei Poeti tedeschi I) IOC. Guao1N1: Antologia dei Poeti catalani » 12 - P. GIOROA."'ir: Rivolta Cat-tolica » 10p. Gosrrn: Casorati • (50 tavole; A 20 -- Dal bolscevismo al fascismo (esaur.J - La fuo,o/ia politica di V. Alfiqi L. 6 - - Mazteoui Gau.oruc: Le genenL.-ioni nel fascismo - Rougena Zatkova • ( Con 30 tavole) F. HEBBEL: Agnese Bemauer • Tragedia Trad. da G. Necco R. ]ESUBUM: Il dono di Lucifero C. L-0oov1ci: L'Idiota • Commedia H. A. LoRENTZ: Considera.;. sulla Relat.ività L. MAcRJNI: In Brasile G. MARONE: Difesa di Dulcinea S. 1\lERLI:\'O: Politica e Magistratura P. :M1cr--0s1: Eredità dell'Ottocento J. M1LL: La libertà • ( Con prefazione di L. Einaudi) » D in L. » . D . • M. ~i1ss1eoL1: Il colpo di Stato > A. MONTI: Scuola clas.sica e vita moderna :, R. Mucc1: Natura r.iorta > T. NAVARRA MA.si: Il problema femminile > - La Rivoluzione Francese e la Lettera• tura Siciliana M. N1cotos1: Guido Go=::ano F. NJrrt: La Pace 2,50 3prep. 654510866851051,50 65- ,_ La storia sinora gli ha dato ragione. La società democratica, auspicata come il trionfo della concordia utl!iNersal.e, non fu mai cli questa Terra; il fantastico cittadino dovette cederla cli.na nzi al membro della società borghese. Il riconoscimento del diritto di coalizione e cli sciopero segnava infatti una scon• fitta del cittadino e una sconfitta dei principi generali del diritto mclividualista borghese. E così vennero i Sindacati, com'eran già venuti i Parllilti. Orazio Walpole ha descritto la mera viglia e lo sdegno delle classi dominanti quando sL ehhero le prime riunioni di, società costituzionali che si arrogavano il diritto di discutere gli argomenti spettanti alla Camera. Era quella la prima origine dei partiti, il cui successivo estendersi, come conseguenza inevitabile della società capitalistica, fu l.a negazione aperta dell'individualismo atomistico ed egalitario. Il quale ogni @-Orno piega sotto l'incalzare del progresso sociale. Gli istituti che si vengono escogitando, quale ad esempio il riconoscimento dei Sindacati e i1 loro inquadramento nello Stato borghese, non possono impedire cl1e la lotta si facci.a più serrata. Le stesse riforme democratiche, che pan-ebbero dover avvicinare que$lO ideale alla sua attuazione, • tarizzati, privi del diritto cli sciopero, ma si limitano a funzion~ d'ordine, fuori del terreno della lotta cli classe. Dopo il delitto ll'LaLteotLi,per effetto delJa dimi,nuita libertà d'azione della Fiom e della ripresa del movimento cotunnista, si ha una ripresa vivace di questi organi di fabbrica che culmina nelle elezion!i per fa Mutua Fiat, nelle elezioni delle C. I. della primavera 1925 e nell'accordo dell'agosto per l'aumento del caro-vivere stipulato direuamente tra C. I. e Direzione dcli~ Fi.at. Questa r'ipresa di attività, questa permanenza cli spirito combattivo viene scontato con la soppressione che cnron2 un periodo durante il quale mvano i fascisti avevano cercato con vari niezzi di renderne impossibile il funzionamento. - La tragedia dell'Europa - La Libertà V. Nrrrr: L'opera di Niui (1915-1920) r;: PAPAFAVA: Badoglio a Caporetto • 14in prep. L. 12- (~aur.) si convertono subrito in strmnenLi di lotta. Cosi il suffragio universale, completando· l'emancipazione politica del lavoratore, rivela l'insanabile contrasto fra questa emancipazione e quella reale, il contrasto dioè che inficia daJle fondamenta la costituzione borghese, e alimenta lo spirito rivoluzionario. Così 1a proporzionale e le Commissioni permanenti, che furono salutate come 1a quintessenza della ragione democratica, trasferiscono. il centro della vita polilica dal Parlameato al Paese, cioè distruggono il totalotarismo ,indifierenziato e dànno una definitiva sanzione alla l,otta e al contrasto. La democrazia si nega nel suo volersi realizzare; iJ. parlamentarismo muore nella proporzionale. Questa è la vera cns1 della democrazia, crisi che avrà ancora un lunghissimo decorso 0 1na aJJa cni soluzione in senso socialista i partiti proletari debbono sin d'ora accingersi .a lavo1·are con intransigenza rivoluzion.,aria. È nel' dopoguerra che le Commissioni inlerne diventano organi vitali, espe:rimento di isti1tuti della nuova società operaia. I nostri leLLori sanno che a Torino, alla Fiat, si è compiuto nelle Commisisoni Interne prima, nei Consigli di fabbrica poi, il primo tentat,ivo, non grosso,1anamenle sovversivo ma seriamente rivoluzionario del proletariato italiano. Nel principio del 1919 la Fiom otteneva che nel concordato di lavoro le C. I. fossero riconosciute dagli- industriali. I membri dovevano venir designati dalla Fiom stessa. Più t.arcl!i>la lotta di classe assumeva nel proletariato metallurgico nuovi aspetti e nuovi s~ luppi. Gli organismi sindacali passarono jn seconda linea. Il moviimento rivoluzionario sentiva il bisogno di avvicmarsi al ritmo della produzione, di aderire all-' organizzazione della fal,hrica. Nei funzionar,1 sindacali intravvedeva il pericolo di un 'insufficienza riformista o di un nullismo massimalista. I Sindacati erano diventati cosi pletorici che erano sfuggiti al controllo del!a massa: non era più possibile convocarla in assemblea: i poteri fiuivano pe, essere tutti delegati alla burocrazia. 1 Dallo stesso principio originario delle C. I., rappr-,sentanze cl:irette della massa operaia nello stabilimento, nacquero allora i Consigli di fabbrica eletti dai commissari di reparto, rappresentanti tnlti gl,i operai org..aniz• zati o non organizzati: i Comitati esecutivi dei Consigli sostituirono le C. I. Gli operai torinesi òifesero fino al tempo dell'occupazione delle fabbriche queste loro conquiste. Gli industriali avevano capito, come è detto nella loro rel.azio1ie, cc che la battaglia provocata dag1i operai trascendeva dalla sem.- I Nelle fabbriche tratterà d'or mnanzi con • gli industnali soltanto un fiduciario fascista: e soltanto le Corporazioni potranno stipulare accordi economici e contratti cli Lavoro. Sembra che il sen. Agi.elli ahhia opposto una • lunga resistenza a queste pretese: egli te• meva che gli accordi stipulati con le Corporazioni sarebbero stati accorcli sulla carta, mentre nelle C. I. poteva trovare organismi autorizzati e responsabili delle masse. A Roma si è arre~o: il pericolo delle agitazioni, la considerazione del prestigio che le C. I. esercitano sulle masse, la loro tradizione costituiscono argomenti ai quali egli non ha potuto manifestarsi insensibile. I11 sostanza si, sapeva che l'accordo tra queste due parti, industriali e Corporazioni, non doveva riuscire difficile: i dissensi erano mere schermaglie che il sistema dei compensi politici supera agevohnenlc. Ma c'è una terza parte che deve perfezionare 1;i convenzione: è probabile che con questa il metodo doi compens>i, degli interventi, del paternalismo non abbia cosi semplice il gioco. Abbiamo il dovere di seguire questa resistenza con ogni attenzione. p. g. Nel prossin_to numero: Interviste sul movimento operaio a Torino coi rapp1·esentanti dei tre partiti socialisti. - Fissn=ioni liberali - Da Caporetto a Vi1wrio Veneio E. PEA: Rosa di Sian • Dramma - Fole • Racconti - Prime pioggie - Dramma L. P1cNATO: Pietre• Poesie e. PREZZOLJNI: Giovanni Papini Io credo O. l'RUNAS: Il volto di Satana • Dramma F. M. PUGLIESE: Poesie C. R1cc1: Politica Sanitaria A. R1cc1Ano1: Scritti teatrali • ( Con prefo. zione di A. G. Bragaglia) B. R1cuzz1-R. t'onc.ur: La coop~ra=ione operaia U. RrvA: Passatismi • Poesie L. SALVATORELLI: Na:ionalfascismo G. SALVEM1N1: Dal Patto di Londra alla Pace di Londra Gcn. F. S.1.RDACNA: Il disegno di guerra ita• liano nella guerra contro l'Austria G. Sc10RTlNO: L'Epoca della Critica - Ventura • Poe::-ie P. Sou.nr: La Piccioncina - Canovaccio per romanzo G. STOLFI: La Basilicata sen=a scuola L. STURZO: Popolarismo e fascismo - Pensiero antifascista --- l,a Libertà in Italia C. SoCKERT: Italia barbara A. TrLCHEH: Lo spaccio del bestione trion• fante • (Stroncatura di G. Ge11tile) G. VACCARELLA: Poliziano L. 68444.- 56- • 10- • 8- • 10- • 166- > 16- > 107,50 • 16- > 12- • 35- • 85- > 14- • 12 - > 48- • L. VINCENTI: 1l teatro tedesco contemporaneo > 573M. V1Nc1cUERnA: Un quarto di secolo (19001925) - Il fascismo visto do un solitario G. Z.u>F.I: L'Abate Lamennais e gli lta• liani del suo tempo • 55- > 12Agli abbonati dì Rivoluzione Liberale, sconto del 10 %. • Si spediscono frane.hl di porto contro vaglia,

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