Gl'Istriani a Vittorio Emanuele II nel 1866

I. A SUA MAESTÀ VITTORIO EMANUELE II RE D'ITALIA Sire I Alle mille voci di plauso che si levano da tutte le parti della penisola sull'annunzio della prossima partenza del Primo Soldato d'Italia pel campo, permettete, o Sire, che si uniscano anche quelle dei devotissimi sottoscritti, rappresentanti le popolazioni italiane d'oltre Isonzo, le quali Vi invocano liberatore e Vi salutano loro Re. Esse erompono dal cuore di Italiani oppressi da quello stesso straniero che Vi accingete a combattere; dal cuore d'ltaliani che vissero sempre della vita nazionale. Essi saranno i guardiani dell'Alpe Giulia, di quell'Alpe che, violata troppe volte dallo straniero, è complemento necessario e sicurezza del territorio nazionale; essi sono i discendenti di quegli arditi marinari istriani che combatterono e vinsero sotto il glorioso vessillo di San Marco. Essi Vi daranno in mano quella Pola che, fin dall'epoca romana porto militare italiano, l'Austria ha ormai convertito in minaccia di tutta la nostra costa adriatica; essi Vi daranno quella Trieste che l'Austria vorrebbe malamente far credere pertinenza germanica. Biblioteca Gino Bianco

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