Gl'Istriani a Vittorio Emanuele II nel 1866

-8sola. Noi non sappiamo concepire un interesse italiano, che non possa essere nello stesso tempo europeo. Presentemente dunque non resta a noi che accennare ai principali argomenti d'ordine più elevato e, universale, in forza dei quali deve risultare: essere l'annessione di Trieste all'Italia vero interesse europeo, e condizione inevitabile di quella pace sola e finale che sta giustamente nel desiderio di tutti. Come il Trentino è la chiave del Quadrilatero e dei piani Lombardi cosi le tre provincie unite di Gorizia, Trieste ed Istria colle alture del Carso e il porto fortificato di Pola, sono la porta del Veneto e di tutto il nostro versante adriatico per terra e per mare. Pola è stata creata dall'Austria con intendii:nento non di difesa ma di aggressione. Se l'Austria dunque vuol essere leale, deve con la Venezia amministrativa rinunziare francamente tutti i territorii cisalpini : chi desidera che ella abbia ancora vita fra gli stati europei deve consigliarglielo; ed essa se· conosce il suo interesse, deve oggi non solo rassegnarvisi, ma affrettarsi a farlo. I territorii già detti sono necessarii a noi. A lei ali 'incontro, cedute o perdute che abbia le otto provincie del Veneto, riescono indifferenti ed inutili; peggio ancora le riescirebbero di peso, le sarebbero, siccome eterogenei ed avversi, un pericolo permanente. Mentre a noi sono uniti per continuità di valli, di fiumi, di pianure, di monti, di mare, da lei sono staccati e divisi per una cerchia non interrotta di alpi. Nè si dica che rinunziando a noi queste alpi, ella resti esposta da parte nostra agli attacchi, o che cedendo I'Istria, perda ogni ingerenza, ogni sbocco sull'Adriatico. Questi sono assurdi sofismi eh 'essa ha ripetuto fino alla B bli-:iteca G ro Bianco

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