Alessandro Dudan - Dalmazia e Italia

- 11 - tava lo storico dalmata Lucio nel 1663 riproducendo il passo dell'imperatore bizantino - monum 9nto insigne della romana magnificenza, esistono intatte tuttora e gli avanzi degli infelici Salonitani trovarono dentro il loro recinto uh sicuro ricovero contro gli: assalti degli slavi. L'osservazione del Lucio vale ancor oggi e varrà, finchè Spalato -esisterà, perchè la parte più solida della vecchia città è appunto quella che poggia sulle alte e massiccie mura del palazzo imperiale, formanti la nuarta par9te di un 'infinità di case medioevali e moderne costruite entro il palazzo. Vi stanno dentro quattrocento case con più di tremila abitanti. L'antico mausoleo ottagonale di Diocleziano, che preferì coltivar9 i suoi cavoli e morire qui che ritornare sul trono imperiale, S9rve oggi da Duomo; il tempio sacrato un dì a Giove o ad Esculapio oggi è Battistero; il magnifico peristilio (che assieme con la porta aurea ci mostra uno dei primi elem9nti del passaggio alle forme più svelte architettoniche dell'arte romanica; gli archi poggianti immediatamente sulle colonne, senza architravi, senza trabeazioni) forma ora la graziosissima Piazzetta romana, tra 19 cui arcate si sporgono civettuoli i balconi dei circostanti palazzi veneziani. L'acquedotto, che alimenta oggi Snalato delle acque sorgive del fiume Giadro, è quello romano di Diocleziano. Per queste opere impòriture e per gli scavi della vicina Salona, Spalato, dopo Roma e dopo Pompei, è forse la città più ricca di monumenti romani. L'origine romana di Spalato e la latinità dei suoi abitanti ci è attestata anche dallo scrittore spalatino del secolo XI!I, ·Tommaso Arcidiacono, nella sua Historia Salonitana. Dopo averci narrato, come i salonitani fuggendo dall'eccidio della patria parte erano andati, profughi in vari luoghi e parte erano rimasti nelle isole, di dove con frenuenti scorrerie molestavano gli slavi invasori •impedendo loro di abitare le marine, egli prosegue : « Tra i salonitani rifugiatisi nelle isole vicine eravi un tal Severo, la cui casa trovavasi vicina alle colonne del palazzo (di Diocleziano) sul mare. Costui, perchè più autorevole, era detto Severo Magno e cominciò ad esortare i suoi concittadini a tornare in patria. Siccome però sarebbe stato pericoloso piantar nuove case B:blioteca Gino 81é::1nco

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