Lancillotto Thompson - Il Risorgimento italiano e gli irredenti

- 15 - · Mantova, riparava in Piemonte e s'illustrava in seg ito nella diplomazia. E senza effetto rimase pure la co danna a morte pronunziata Op! 1848 contro il trentino Ba olomeo Grazioli, il quale imprendeva allora lunghi viag i e ne riportava curiosità asiatiche di cui- dotava il Mus Civi<:o di Trento; e riprendeva il suo posto di comba~imento e si adoperava all'incremento dell'agricoltura ne)\!1sua rpgione. A Gortjzia il Presidente Circolare vergava una notificazione 'contro le foggie di-vestire che gli sapevano di liberale : (( Il portare vestiti, diceva, che per la loro singolarità si distinguono dall'ordinario costump ... non è da tollerarsi ». E neppure in Dalmazia la polizia se ne stava inoperosa. Fu arrestato Giuseppe Griolli, sorvegliato strettamente Enrico de Grabau, costretto alla fuga Carlo Boscovich. Cli irredenti nel 1859. Le più grandi speranze animavano gli Italiani alla vigilia della guerra del 1859. Vincenzo Salvagnoli, in un memoriale a Napoleone III, affermava che l'Italia ricostituita doveva comprendere le coste della Dalmazia. E Carlo Cattaneo ricordava agli Inglesi, per mezzo del Times, che la dedizione della Dalmazia alla Repubblica Veneta era avvenuta molti anni prima della venuta in Inghilterra di Guglielmo il Conquistatorp. In gran copia, malgrado le baionette che assiepavano le loro terre, accorrevano i giovani irredenti ad ingrossare le file italiane, segnalandosi fra tutti il capitano Narciso Bronzetti, trentino, che a Spriate con 94 uomini metteva in fuga 1200 austriaci, e cadeva poi mortalmente ferito a Treponti, spiegando tale valore che Garibaldi Io proclamò (( prode dei prodi ». Una deputazione trentina recavasi da Vittorio Emanuele: « Permettete, o Sire (dicevano), che anche gli Italiani della provincia di Trento vengano ... a ripetere che là pure siete aspettato e sospirato liberatore e re. » 81blloteca Gino B1dnco

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