Pietro Silva - Come si formò la Triplice

-6l'alleanza italo-prussiana. Quando poi, nel 1879, il Bismarck andò a Vienna per stringere gli accordi che dovevan condurre al trattato della Duplice Alleanza, fece visita a tutti gli ambasciatori stranieri accreditati presso il governo austriaco, verso uno solo egli ostentatamente trascurò di compiere quell'atto di riguardo : verso I'ambasciàtore d 'Italia. E allorchè il cancelliere Andrassy, prospettando l'eventualità di una guerra contro l'Italia, con la quale allora i rapporti eran molto tesi in causa dell'agitazione irredentistica, gli chiese se la Germania si sarebbe opposta a che l'Austria riacquistasse tutte o in parte le provincie perdute nel 1859 e nel 1866, il Bismarck, dopo avere esitato un istante, rispose : « Non, nous n'y mettrons pas d'obstacles, l'Italie n'est pas de nos amis ». E quando, nello stesso anno 1879, l'ambasciatore francese a Berlino chiese al Bismarck se la Germania avesse garantito l'appoggio ~Il'Austria nel caso di una guerra contro l'Italia, il Cancellierie usci in questa sprezzante risposta : « Si I'Italie .était une puissance militaire redoutable, nous aqrions eu peut-etre à nous en préoccuper, mais j'aurais craint de blesser l'Autriche en lui offrant une protection contre une agression de son voisin subalpin ». ( 1) Pure questa Italia tanto sospettata e disprezzata, appariva necessaria al Cancelliere di ferro per le sue combinazioni politiche; egli la voli@con sè, legata al suo sistema di politica, e riuscì ad averla, vincendo tutte le resistenze e tutte le riluttanze, creando le situazioni politiche che dovevano forzar la mano al governo italiano, determinando i movimenti dell'opinione pubblica; tutto ciò con una serie di sforzi e di maneggi davvero ammirevoli, dai quali appare la incontestabile grandezza dell'uomo di stato prussiano, vero dominatore degli av- ( I) A queste manifestazioni, diremo così più o meno ufficiali di stima e benevolenza verso l'Italia, si potrebbero aggiungere molti e molti tratti di quel caratteristico brutale linguaggio, che Bismarck usava tanto spesso e che costituisce il più fedele specchio dei suoi veri sentimenti. Ecco ad esempio la lusinghiera definizione da lui data del• l'Italia in un colloquio con un generale francese: « L'Italie? C'est une p... qui fait le trottoir ! • E quest'altra intorno al carattere degli Italiani : « Gli Italiani sono come i cani : tornano al vomito! •· B blioteca Gino Bianco

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