Pietro Silva - Come si formò la Triplice

- 31 - nel solo sentimento dell'unità e dell'indipendenza della patria; il Re parlò del nostro proposito di rimaner padroni in casa nostra; il Mancini, il 1O gennaio 1882, con gli stessi concetti scrissp e mandò a Berlino una nota dignitosa, il cui sunto fu con voluta indiscrezione comunicato al Secolo. Ma ormai_ la partita triplicista era vinta. Pochi giorni dopo aver mandato la suddetta Nota, il Mancini incaricava il Robilant di iniziare trattative col cancelliere austriaco Kalnoky. Il Robilant giudicava intempestive e troppo avventate queste trattativ~, e voleva che si aspettasse ancora, ma invece il De Launay da Berlino tempestava e premeva. Così il gran passo era deciso; coll'inizio del 1882 il governo italiano iniziava le pratiche che dovevano condurre all 'allçanza, le iniziava come abbiamo visto, non liberamente e spontaneamente, ma sotto il peso di pressioni ç di minaccie molteplici, che l'avevano a poco a poco piegato. Intanto in Francia era caduto il Ministero Gambetta, che durante la sua breve esistenza molti sforzi aveva fatto per strappare l'Italia a Bismarck ç avvicinarla alla Francia, e che con la sua politica avventurosa aveva posto in serio pericolo la pace d'Europa. 11 trattato del 20 maggio 1882, Quando il governo italiano entra nella via delle trattative, noi vediamo i gabinetti d"i Vienna e di Berlino mettersi in una strana posizione di indifferenza e di riserbo. Kalnoky si mostta assai po_cofavorevole ai primi approcci, Bismarck affetta addirittura noncuranza verso le mosse in Italia. Come sempre, c'era in Italia chi approfittava di questi atteggiamenti di Bismarck per dipingere la situazione del- ! 'Italia coi più foschi colori, e per sostenere che l'unica via di-salvezza era buttarsi a corpo perduto nell'alleanza. Ecco infatti alla fine di· gennaio gli articoli della RasB·blloteca Gino Bianco

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