Pietro Silva - Come si formò la Triplice

- 28e accennava con parole di colore oscuro alla soluzione della questione romana ! Questi episodi non potevano non suscitare in Italia la più penosa e più dolorosa impressione. Ebbene, di essi si serviva il Diriito per condurre avanti a tutt'oltranza la sua campagna triplicista. In una corrispondenza da Berlino, in data del 2 dicembre, il giornale si faceva scrivere elle la situazione era gravissima e che l'Italia doveva decidersi. Che cosa voleva il Bismarck col suo atteggiamento nella questione romana? « Costringere l'Italia a risolversi, ed a risolversi senza possibilità di ritorno indietro o di tergiversare; ovvero la umilierà, la metterà sotto tutela; la renderà impotente. li papa glie ne presta il mezzo : la legge delle guarentigie apre le porta d'Italia a tutta Europa ». E più avanti: « Il principe- di .Bismarck, da dieci anni, non è contento del1'Italia, affatto; non la teme; vorrebbe anche farne a meno; la tratta sdegnosamente, ma comprende che deve tenerne conto, perchè non è cosa disprezzabile. li suo torto è duplice: vorrebbe averla a discrezione, e non è disposto a collocare in essa la sua fiducia se non a condizioni estreme... L'Italia o sarà con la Germania, e presto e sinceramente; o potrà avere contro di sè la Germania ... Badi I'on. Mancini alle dichiarazioni che farà, a proposito del bilancio degli esteri. Posso garentirvi che quel giorno è atteso a Berlino con premura, ed a quelle dichiarazioni si annetterà una grandissima importanza forse risolutiva. Non esagero affermando che questo è forse pel principe di Bismarck, l'estremo limite dell 'aspettazione ». Pare veramente impossibile oggi che il giornale che a spada tratta sosteneva la necessità della Triplice, potesse candidamente pubblicare e ritenere utili alla sua propaganda articoli di questo genere, dai quali appariva in tutta la sua crudezza e in tutta la sua brutalità la politica-ricatto di Bismarck, e l'intenzione, la volontà deliberata di trascinar l'Italia con la cavezza al collo, come una schiava, nell'alleanza! E non una parola di meraviglia, di sdegno, di protesta! Dove andava il sentimento di amor proprio, di dignità nazionale? Questo si faceva vivo, per il Diritto, iolo quando si trattava delle relazioni con la Francia. B•blioteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==