Pietro Silva - Come si formò la Triplice

- 27 - avventurosa verso la Germania, e che mostrava intenzioni conciliatrici verso 1'I talia. La necessità di assicurarsi dalla parte dell'Italia diventava quindi maggiore per gli Imperi Centrali, e siccomi! il governo italiano continuava a mostrarsi riluttante, ecco che· si ritorna ai modi imperativi e alle minaccie. Il ·6 novembre, sei giorni dopo la partenza dei Reali d'Italia da Vienna, il barone Kallay rispondendo alla Delegazione ungherese a una interpellanza sulla politica estera, dichiarava che nella visita di Vienna non si erano nè progettate nè sollevate questioni politiche concrete, ma premetteva che la visita era avvenuta per iniziativa di Re Umberto, e che le relazioni con l'Italia erano amichevoli, malgrado l'agitazione in favore dell'Italia irredenta. La gravità di queste dichiarazioni fu accentuata dall'aspro linguaggio dell'ex cancelliere Andrassy, il quale aggiunse che dopo l' alleanza austro-germanica, l'Irredenta non doveva ispirare più alcun timore, potendo essa diventare pericolosa soltanto per l'Italia. L'impressione per queste dichiarazioni, rese ancor più gravi per la posizione degli uomini che le avevano pronunciate, fu immensa e dolorosa. Si cercò poi di attenuarla per parte degli stessi Kallay e Andrassy, che si recarono dal Robilant a spiegare e modificare le loro parole, e per parte del Mancini nella Camera italiana ; ma, come scrisse il De Launay, la cicatrice restava. E intanto, mentre questa si cicatrizzava, altre ferite ci stava facendo per proprio conto il Bismarck. Il 17 novembre, aprendo solennemente con un grande discorso politico il nuovo Reichstag, il Cancelliere parlò di tutti gli avvenimenti g·randi e piccini dei mesi precedenti, non una parola ebbe per il viaggio dei Reali d'Italia a Vienna. Peggio fu ancora dodici giorni dopo, quando, in una discussione generale di politica estera, il Bismarck trovò modo di citare l'Italia comi! uno stato che non dava alcuna garanzia di saldezza e di stabilità, il cui governo piegava sempre più a sinistra, scivolando verso il terreno repubblicano, e l'esistenza della cui monarchia era basata su poche teste! E l'indomani, rispondendo a una interpellanza, vantava enfaticamente i rapporti cordiali e cortesi che legavano la Germania alla Santa Sede, Biblioteca Gino Bianco

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