Pietro Silva - Come si formò la Triplice

-- 17poi anzitutto dovessi rivolgerci a Vienna, mentre erano ancor vive le impressioni della minacciata aggressione austriaca, e insieme gli scrupoli e le esitazioni dtl Cairoli e del Depretis, ministro dell'interno, a mettersi per una via che avrebbe condotto all'urto con la Francia, fecero naufragare tutte le trattative. L'episodio merita ad ogni modo di essere ricordato, specie per la campagna giornalistica, la quale ci dà un eloquente saggio del metodo bismarchiano nelle relazioni con noi : metodo fondato sulle ingiurie, sull'intimidazione, sulla minaccia, se il governo italiano esitava a mettersi .senz'altro nella via che il Cancelliere di ferro additava. Al principio del 1881, il governo francese aveva fatto un nuovo passo avanti e aveva virtualmente deciso la spedizione tunisina. A sping~re su questa via il capo del governo, Ferry, e il ministro degli esteri Barthélemy de Saint-Hilaire, .contribuirono vari fatti. Vi era stata la missione ufficiale della colonia italia11ae del bey di Tunisi, inviata a Palermo in gtnnaio, in occasione della visita dei Reali d'Italia. Questa missione fu prep,arata annunziata e si svolse con forme che non potevano non insospettire l'opinione pubblica francese, e delle quali il console francese Roustan approfittò per far intravvedere al suo governo la possibilità di un'azione italiana in Tunisia e la necessità quindi di prevenire tale azione con un fatto compiuto. D'altra parte, il governo francese si teneva certo di non incontrare troppa ostilità da parte dell'Italia, per il fatto che allora si stava trattando per un nuovo trattato di commercio e per un prestit9 italiano da lanciarsi a Parigi. Si escludeva la possibilità che l'Italia trovasse appoggio in qualche potenza, giacchè l'Inghilterra era impegnata a lasciare fare la Francia, e gli Imperi Centrali non erano in buoni rapporti col governo italiano. Gambetta sorrideva ironicamente a chi gli prospettava l'eventualità che l'Italia, sdegnata per lloccupazione francese di Tunisi, si accordasse con gli Imperi Centrali ; egli vedeva un ostacolo formidabile a ciò, nell'irredentismo. Anche una considerazione di politica interna spingeva il governo francese : erano prossim• le elezioni, e data l'effervescenza contro l'Italia B blioteca Gino B1c1nco

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