- 20 - 11 1866 e la frontiera edlerna. Bel dono dunque fatto ali' Italia, tra gli altri del fatale 1866, questa frontiera orientale del Regno! Perchè è appunto al 1866, all'anno vergognoso in cui, più forti p~r terra e più forti per mare, fummo vinti e per mare e per terra, - e ci guadagnammo, come un soldo elemosinato, il Veneto, - è appunto al 1866, che dobbiamo questo acquisto che oggi ancora tanto ci grava. Quando infatti nel luglio di quell'anno, l'Austria, vinta dai Prussiani - alleati nostri - a Sadowa, si fu risolta a trattare per mezzo di Napoleone III la cessione della Venezia all'Italia per levarsi di torno il nemico meno temibile, - ebbe un bell'insistere il Governo del Regno (e con particolare efficacia, i ministri ViscontiVenosta e Rkasoli) perchè la cessione si estendesse anche al Trentino e alla Venezia Giulia, - ebbero un bell'aggiungere sulla bilancia Garibaldi e Medici da una parte, il Cialdini dall'altra, il peso dell 'azion~ militare che conduceva i primi, vittoriosi, fin quasi alle porte di Trento, il secondo, senza vittorie, fin oltre il Iudrio. L'armistizio firmato fra Prussia e Austria il 26 luglio stabiliva la consegna all'Italia, per intromissione francese, delle sole provincie venete, rimanendo intatto il territorio austriaco per tutto il rimanente; e il trattato di Praga, firmato tra Prussi~ e Austria un mese più tardi (23 agosto), riconfermava questi patti immutati. Così eh~ sola ormai rimaneva al governo italiano, giocato dalla Prussia aileata, la possibilità di chiedere, non già l'aggiunta di questo o quel territorio al terri- . torio veneto, bensì - modesta domanda e clrn pur da un vinto potevasi onestamente proporre, - un ragionevole miglioram~nto della nuova frontiera. Perchè nuova frontiera dello stato italiano diventava di punto in bianco, grazie alla cessione del Veneto, quello eh 'era stato fino allo scoppio della guerra il confine fra il dominio auBiblioteca Gino Bianco
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