il Potere - anno I - n. 1 - luglio 1970

Sped. abb. post. gr. III (70%) - Anno I - N. 1 - Luglio 1970 - L. 100 Lettera MENSILE - UF,FICI: VIA UE AMIOIS 2 (V PIANO) . 16121 GENOVA a • ' ~~q . ~ • "'!"'llliìiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiC:.:; • LA contestazione del sistema e- conomico-politico che ha fat– to ,1apotenza dell'occidente si ma– nifesta in modo sempre più espli– cito a tutti i liveJili. Essa coinvol– ge quegli stessi ideali che sono stati alla base della società occi– dentale e che hanno costituito i valori, i limiti, la singolarità, del tipo d'uomo da essa espresso. Proprio quando la grandezza dell'uomo occidentale si materia– lizza nella evasione dal suo pia– neta rimpicciolito, tutta la sua opera viene contestata come e– spressione di vidlenza, di arbi– trio, di egoismo. Come ritessere la difficile tra– ma di un armonico equilibrio ci– vile in questa esplosione di rap– porti che è, in primo luogo, una protesta dello spirito, un rifiuto di subire in solitudine l'ingiu– stizia? Noi crediamo che nel nostro Paese, come del resto altrove, si stia consumando la fine di un as– setto politico: un vecchio Stato fronteggia un uomo nuovo che in esso non si riconosce più. La gio– vane generazione propone un i– deale di libertarismo etico, che unisca la sollidarietà collettiva ad una più alta gioia di vivere, i frutti di una tecnologia più avan– zata alla fantasia creatrice. Le generazioni anziane . - e quelle di mezzo - eh~ s1 sono trovate a fronteggiare l 1mprovv1- sa sfida adolescente di questi ul– timi anni non possono ad essa opporre soltanto ,l'apologia di va– lori deteriorati o I elog10 della poli– zia. Il nostro tempo impone, a chi voglia essere guida, il compito di elaborare proposte capaci di_ in: serire in sintesi nuove le tens10m del mondo che cambia. L'alterna– tiva a tale ruolo è l'abdicazione o la perenne, imbarazzata, impo– tente ed equivoca incertezza che attua1mente caratterizza la gene– razione dei padri. Q UALE disegno politico è ogg) offerto da coloro che pur s1 dicono politici, ad un movimento che rifiuta i modem, ad una con– testazione che ogni anno brucia puntualmente i suoi libri guida? Nessuno. Basti pensare all'ingloriosa sor– te della riforma della scuola che pure appariva come il classico terreno di incontro tra contesta– zione e governo. La burocrazia accademica, in particolare, 1;1on ha saputo, come corpo c0Hett1vo, dar prova di al~una ade~uata ca– pacità costruttrice, congrnngendo la fiera difesa pubblica de1le vec– chie istituzioni all'arrendevolezza privata, caso per caso, professore per professore, istituto per isti– tuto. Partiti, parlamento, governo si sono abbandonati ai vaniloqui ed ai provvedimenti frammentari, tardivi e demagogici nelJ'intento di placare gli interessi e le pres– sioni corporative, rinviando eter– namente il rinnovamento delle strutture. mico, scolastico, militare, buro– cratico, tecnico, cui turale e che investe tutte le forme e tutte le condizioni della vita umana. La contestazione, di·spiegandosi a tut– ti i livelli, ne ha giustamente sot– tolineato la molteplicità ed il va– rio artico'larsi. Presumere o sperare di risol– vere i problemi concentrando o– gni potere nel pubblico potere. è erroneo: nelJ'attuale fase storica tale tesi si risolve concretamente soltanto nel potenziamento di pic– coli baroni e di piccoli tiranni nella falsa convinzione che Ja lo– ro autorità sia l'unica legittima. Risolvere ogni potere nel potere pubblico significa di fatto, oggi, sostenere e rafforzare alcuni tra i gruppi oligarchici della società civile. Gramsci Dov'è oggi un potere legittimo, un'autorità accettata, un'éli– te che sia esempio e modello? La sete di giustizia ha separato i'l cuore dei figli da quello dei padri. Del resto chi conosce quan– to il prestigio sociale sia intessu– to di servilismo, cinismo e corru– zione e chi comprende come la misura del successo sia inversa– mente proporzionale alla speran– za che si ama ed alla fedeltà cui ci si dona, sa che, infine, la cosa più legittima che oggi esiste al mondo è proprio il rifiuto delle autorità. Dov'è un'autorità il cui titdlare non ne abbia pagato il prezzo con qualcosa che apparteneva all'isti– tuzione e che era quindi diritto di tutti? Possiamo dire di non conoscere, oggi, in Italia, alcuna autorità pienamente legittima. Il dramma di oggi è questo: la contestazione è più legittima di ogni autorità, ma non è possibile vivere socialmente senza autorità. Tutti gli uomini che vivono in questo tempo, che appartiene a tutti, hanno oggi un problema co– mune quale che sia il loro ruolo nella dialettica dei gruppi sociali e de'lle generazioni: costituire una autorità degna e legittima che consegua al!' integrazione sociale della libertà di ciascuno. D EVE essere, inoltre, ben ch.ia– ro per tutti che il potere non è solo politico, ma altresì econo- Quando diciamo « potere » non diciamo quindi soltanto «partiti», «governo», « Stato»: sappiamo bene che ogni qualità umana ed ogni funzione sociale può essere principio ed occasione di domi– nio dell'uomo. Inoltre, quando poniamo il pro– blema del « potere » in termini di dibattito e di azione politica, sap– piamo che esso non si esaurisce neHe classiche forme di lotta per 'la conqutsta delle maggioranze e dei vertici dello Stato. n' « potere » da cambiare, da umanizzare, non è, in primo luo– go, il potere lontano, ma quello vicino. Perciò la nostra analisi, il nostro impegno, il nostro giorna– le saranno radicati nella nostra città e neHa nostra regione. Il « potere » che primariamen– te ci interessa è qui: ad esso vo– gliamo dare uno « status » di u– miltà e di servizio, secondo i'l principio del primato della per– sona sull'urbe e sull'orbe, sulla città e sul mondo. * IL partito comunista è sulla soglia del potere. C'è voluto il vigore ac– corto e la lunga pazienza di Togliatti, oltre alla morte tua e di tanti altri, chiari ed oscuri, perché il partito reiet– to degli anni '20 diventasse il poten– ziale partito di governo degli anni '70. Contro un Giovanni Agnelli hai fatto i consigli di fabbrica. Oggi, un altro Agnelli ti prepara la via al governo. E' un'alleanza tra le classi subalter, ne che ti porta al potere? No, è l'alleanza tra la classe operaia e la borghesia illuminata: al di là della cortina che sfuma, il potere sovietico benedice la nuova politica economica, la Nep che sorge sui colli fatali di Roma. Forse nessun Momsen domanda ai nuovi Sella comunisti con quale idea universale si preparino ad esercitare il potere a Roma. Ma, appunto, con quale? Non è più la tua idea dell'alleanza degli operai del nord con i contadini del sud. Questa alleanza è miserabil– mente fallita: il Pci ha continuato la politica sindacale di Turati, che ti pia– ceva così poco, ed il sud ha continuato a trasferire al nord le sue energie uma– ne accolte, anche a livello popolare, come inferiore umanità. No, non è la tua la strada, quella su cui il Pci è entrato nell'area del potere. Oggi la sua grande preoccupazione è quella di salvare l'economia di mercato, la gallina che fa le uova d'oro. Il Pci e l'Italia della società dei consumi si so- LA NOSTRA VIA È giunto il momento di operare affinché le forze autentiche della società diventino le pro– tagoniste del nuovo assetto politico - sociale che dovrà scaturire dalla realtà che ci circonda NEL nostro tempo e nella no- stra società si manifestano, con sempre maggior evidenza, fe. nomeni sociali, politici, culturali, economici di eccezionale rilevan– za. l'! formarsi di una società tec– nologica strutturata secondo il modello americano, la crisi ideo– ,)ogica della sinistra tradizionale, l' esplodere della contestazione globale, la palese inadeguatezza dello Stato, la crisi degli atteg– ofamenti e delle strutture eccle– ~iastiche, ci sembrano alcuni dei maggiori problemi che ci stanno dinanzi, oggi, in Italia. Il nostro giornale si propone di dare su di essi un giudizio cri– stiano, di discuterne gli sviluppi, di esaminare le prospettive del nuovo assetto politico-sociale che dovrà necessariamente scaturire dalla mutata realtà che ci cir– conda. In questo compito ci propo– niamo di evitare ogni accentua– zione unilaterale ed ogni condan– na aprioristica, ritenendo che di tutte le forze, le tradizioni, le strutture, presenti nella soci~t~ italiana, vada verificata la va>hd1- tà e che la misura di ciascuna funzione debba essere data dalla sua utilizzabilità ai fini di una crescente libertà dell'uomo. Per questo Il potere rifiuta di interpretarsi secon~o le ~ate– gorie, largamente elusive e d1 co- modo, di « destra » e di « sini– stra», meri paraventi formali di ogni più eterogeneo contenuto. Il rapporto del foglio con il cristianesimo si manifesta, oltre che· nel suddetto rifiuto di ogni discriminazione preliminare ver– so qualsiasi realtà umana, nella ricerca di un superamento paci– fico, anche se radicale, degli in– giusti limiti che l'attuale sistema pone alla persona. La nostra prospettiva politica è quella del progressivo sviluppo del!' autogoverno, ovunque esso sia realisticamente possibHe: ciò comporta il graduale superamen– to delle coercizioni arbitrarie che un certo tipo di associazionismo politico, burocratico e clientefare esercita suU'autonomia della so– cietà. In questa prospettiva conside– riamo ,J'ordinamento regionale co– me un positivo superamento di concezioni statuali e politiche cen– tralizzate ed autoritarie ed iden– tifichiamo nella prevista autono– mia istituzionale delle comunità storiche italiane la condizione per una sintesi politica libera e popo– lare, tradizionale ed innovatrice, delle forze sociali. Ben sappiamo che le elezioni regionali del 7 giugno sono state ben poco omogenee a talle pro– spettiva di fondo. Il dibattito che le ha precedute non ha mai af- frontato, se non in termini mar– ginali e distratti, i reali problemi deHa società italiana. I programmi dei partiti per la loro futura concreta azione regio– nale sono stati per lo più redatti con incredibile genericismo ed, in ogni caso, sono risultati assenti dalla tematica elettorale. Al paese che chiedeva strumen– ti adeguati ad una moderna cre– scita civile (soprattutto per quan– to concerne istruzione, sanità, as– setto territoriale, eccetera), è sta– to imposto invece, ancora una vdlta, di scegliere il male minore. Le elezioni hanno così assunto, in forme anche più vistose che nel passato, un carattere ricatta– torio. Il timore della crisi econo– mica, per una parte dell'elettora– to, e quello del ritorno alla di– scriminazione, per l'altra, hanno ricondotto le consuete falangi al– le tradizionali contrapposizioni. Tuttavia il paese cresce in co– noscenza, in ricchezza, in richie– sta di partecipazione politica: a breve scadenza si muoverà per conseguire degli obiettivi e non solo per evitare dei pericoli. Noi intendiamo operare affinché le forze autentiche della società ci– vile possano esprimersi con la sufficiente autonomia, acquistino potere, divengano protagoniste della vita pubblica. Bruno Orsini no profondamente integrati: l'ascesa so– ciale delle classi subalterne le ha inse– rite nella grande avventura occidentale. Tuttavia, mentre ciò accade, i giova– ni figli della vecchia classe di un tempo sono accomunati da una nuova ribellio– ne: essa assume talvolta il tuo linguag– gio, non la tua dottrina. Non sono le tue analisi. sociali e politiche che conser– vano oggi vivezza. E, poi, chi è certo di trovare tutto il tuo pensiero nell'edi– zione ufficiale delle tue opere? Il Pci di oggi è la suprema garanzia dello statu quo, dell'idea del « gattopar– do»: « occorre che tutto cambi, perché tutto resti come prima». Il Pci non va al potere nella società civile, va al potere nello Stato: e ciò accade proprio perché è divenuto la più completa garanzia della società civile attuale, concepibile da una borghesia illuminata. Catturare un massimalista e porlo alla testa dell'interventismo fu, a suo tempo, nel 1914, un'impresa staordinariamente fruttuosa: non si può oggi ripeterla in grande ~tile? Il grave è che il Pci non può che de– siderare gli obiettivi di Amendola: so– no i più concreti. E' la via di un « so– cialismo umanistico», alla fine, quella che porta il Pci verso il governo. Non sembra una conquista storica? I cattolici sono stati già abbondante– mente integrati nella società occidenta– le, anche se proprio questo ha generato in essi la più violenta delle contesta– zioni. Ma l' integrazione nell'occidente ha oggi tal prezzo: essere inclusi nella contestazione, farsi contestare. Per questo la borghesia illuminata pensa che integrare il Pci sia una buo_– na operazione: perché il Pci espelle quelli del Manifesto, la Chiesa non e– spelle più nessuno. Il Pci non può ac– cettare di essere contestato a sinistra e quindi può divenire la più completa forza d'ordine che ~ia dato oggi pen– sare. Là dove tu sei, poiché sei morto per la verità in cui credevi, conosci con gio– ia e con pace ciò che qui conosciamo con dolore ed ansia: ma è giusto che tu ci aiuti a trovare una strada per uscire da una situazione paradossale in cui ri– sultati e intenzioni tanto divergono. Filippo Peschiera • IL POT6RE• E' UN FOGLIO DI ANALISI E DI DIBATTITO POLITICO; NON E' L'ORGANO, NE' LO STRU– MENTO DI ALOUN PARTITO POLITI– CO O DI ALCUN GRUPPOORGANIZ– ZATO ALL'INTERNO nJ ESSI. SI QUALIFICA PER LE TESI CHE SO– STIENE 6D E' DIRETTO A QUANTI ABBIANO INT,ERESSEAl PROBLEMI CHE DIBATTE. E' IN VENDITA NEL- LE EDICOLE DEL CENTRO.

RkJQdWJsaXNoZXIy