Il piccolo Hans - anno IX - n. 33 - gennaio-marzo 1982

oltre a essa perdendosi e confondendosi nelle variabili possibilità dello spazio. Sotto il vulcano fu detta la storia della Separazione (dispersione) e della Imposizione (necessità). È a un tem­ po il romanzo più medievale che il dopo guerra ci abbia fornito e il più atomico dell'era moderna. Lowry è scrit­ tore atomico come atomica è la politica mediorientale. Egli, creando Vulcano, ha infine ucciso il vecchio termine coi suoi strascichi: «il moderno». Il temperamento d'un personaggio: il Console è un uomo che sa d'essere troppo forte per cedere al fato e troppo debole per continuare a combatterlo. Tale al Ti­ tano Prometeo, pur conoscendo l'immane sconfitta (che sarà ignava salvezza), egli continua a camminare nudo tra le foreste di spine... Il sangue è ovunque... «Come ai tempi della Rivoluzione...». La grande ruota s'è incendiata e, a un tratto, (nessuno a quel punto seppe il perché), sulla piazza notturna di Quauhnahuac, inizia a girare in senso opposto... Una potente dispersione (che divenne scrittura) qui comincia a manifestarsi, la stessa qualora Yvonne lascia il Console. Ella è a letto, supina, un braccio pieno e lu­ minoso rovesciato dietro la nuca, la sera in cui lui rie­ vocherà la separazione. Mentre s'accosta lentamente al letto, lui ha il cuore pieno di sentimenti di sciagura e disperazione. (La scena della Calle Nicaragua la rivede in sé.) Non potrà mai più farsi amare da lei, mai più com'ella lo amò. Lei adesso ha le braccia distese sopra la coperta. Uno sguardo molle, vuoto. Un'infinita stanchez­ za... Il volto lievemente verso il muro... - Ti ricordi, le dice Geoffrey, la notte prima, della tua partenza, ci eravamo dati appuntamento esattamente come fanno gli estranei che decidono di cenare assieme. - Tu non sei venuto. - Poiché all'ultimo momento non son riuscito a ricor- dare il nome del ristorante. Tutto quello che ricordavo 35

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