Il piccolo Hans - anno IX - n. 33 - gennaio-marzo 1982

era la zona dov'era situato. Da qualche parte sulla Via Dolorosa. Sono entrato in ogni ristorante e non trovandoti mai, in ognuno ho bevuto un cicchetto... - Povero Geoffrey. - Da ogni ristorante chiamavo l'hotel Canada. Dalla cantina d'ogni ristorante. Dio solo sa quante volte, perché mi dicevo che tu avresti potuto rientrare. E ad ogni mia chiamata, mi dicevano la stessa cosa, che tu ti eri diretta all'appuntamento con me ma loro non sapevano dove. E dopo un po' dettero segni d'irritazione. Ad ogni buon con­ to me ne andavo qua e là, errando, lottando, pensando continuar:nente che se ti avessi ritrovata t'avrei impedito di partire! - Sì. Il romanzo non avrebbe avuto luogo se Yvonne non avesse abbandonato Geoffrey. Il libro che abbiamo a di­ sposizione attualmente per conoscere il temperamento e la vita dell'autore inglese è Malcom Lowry (A Biography, 1975) di Douglas Day. (Ignoro se in USA vi siano ora altri biografi e non è questo il luogo, del resto.) Libro carico di stupefacenti rivelazioni per chi ama entrare nel­ l'intimità stessa dell'autore. Da un punto di vista stretta­ mente, e neanche: lo stile mi è parso pessimo. L'inglesista ha semplicemente ordinato sulla pagina tutte le informa­ zioni registrate sulla vita e sui tempi delle opere, carto­ grafia epistolare eccetera. Ogni tanto il biografo pare bor­ bottare di sdegno, in glosse trasparenti che il suo stile volutamente asciutto lascia appunto trasparire. Le mono­ tone ripetizioni degli stati di etilismo nei quali Lowry si abbandonava o era trovato, son dette con quel puntiglio metodologico ossessivo presbiteriano (ignoro se egli lo sia). Sembra un rapporto della Cia redatto da un agente impulsivo e sentimentale. Se mettiamo al posto di Lowry un funzionario di ambasciata in preda all'alcool ma in­ capace di scrivere un'opera quale Sotto il Vulcano, o anche 36

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