Il piccolo Hans - anno IX - n. 33 - gennaio-marzo 1982

di 'interno' che prema sulla parole del soggetto, malgrado che la loro origine, in filosofia, rimonti all'interesse che provocò (già in Aristotele) il problema che esse sottendono: come, che senso ha, dire qualcosa il cui fine non è di rapportarci a dei 'fatti', ma il cui fine è di esprimere, per es., una promessa, una preghiera, un desiderio, in un anticipo - comunque - sul reale dei 'fatti', e separatamente da essi? La distinzione di Austin, si direbbe, e quale che sia il suo allargamento in una spiegazione del tipo « 'performatività' so­ ciale», rimane legata a una nozione di verità fattuale (operante nel caso delle espressioni constatative, inoperante nel caso delle performative) come la sola cosa che preme dietro la distinzione stessa... Questa verità è la sua realtà. Ma non ci separa da questa realtà una tutt'altra cultura (diciamo, per un gioco di isolamenti, 'continentale')? E quale può essere il valore della distinzione per una teoria del soggetto nella lingua effettivamen­ te all'ascolto della sua parole? Questi paiono i limiti della voce del soggetto nel performativo. Pietro D'Oriano] Se qualcuno sapeva come fare cose con le parole, questo era Austin. Fu lui che, prima stabilendo la distinzione 1 tra performativo e constatativo e poi oscurandola, elo­ quentemente insistette che l'atto di parola ('la produzione di un'espressione (utterance) in una situazione comunica­ tiva') è il vero centro di attenzione in filosofia del linguag­ gio. La distinzione tra le espressioni performative e con­ statative è tracciata all'inizio in termini di verità e falsità: una espressione constatativa (una proposizione (state­ ment) o un'asserzione (assertion)) deve essere vera o falsa, mentre sarebbe inappropriato valutare una espressione performativa (per es., 'Io prometto') in questo modo. Au­ stin distingue inoltre tre modi in cui una espressione performativa può essere 'infelice', ovvero tre modi in cui criticarla: (i) Per nullità (mancanza di efficacia): «riesce lui, esprimendosi in questo modo, a eseguire l'atto che si prefigge?»'. (ii) Per inganno (mancanza di sincerità): «intende lui onorare l'impegno sociale preso dicendo quel- 158

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