Il piccolo Hans - anno IX - n. 33 - gennaio-marzo 1982

Come dire la verità? [In questo testo di Mary Tiles si rilegge la distinzione di Austin tra performativo e constatativo. Una espressione perfor­ mativa è per es. 'io prometto': con un detto qualcosa è fatto dal soggetto... l'esempio di una espressione constatativa è invece per es. 'il gatto è sul tappeto': con essa, una proposizione è compiuta, cioè solo la sua valutazione in termini di vero o falso (cioè di corrispondenza coi fatti) conta. La Tiles ridefinisce la distinzione mediante la nozione di « 'performatività' sociale, nel senso di un coinvolgimento in una serie di azioni social­ mente richieste». Le espressioni performative si basano su que­ sta nozione, ma non le constatative. In esse, il solo tipo di impegno sociale sarebbe uno «di correttezza del giudizio» ri­ guardo ai fatti il quale presiede all'emissione di un tale tipo di espressione. In questo modo la Tiles cerca di preservare la validità della distinzione contro la lettura da parte dei teorici del significato à la Davidson, per i quali la espressione consta­ tativa è valutabile soltanto in termini di vero e falso, cioè di condizioni di verità, e nessun tipo di nozione del tipo « 'perfor­ matività' sociale» è richiesto (sì da svalutare l'importanza stessa delle espressioni performative). La distinzione tra performativo e constatativo è, com'è noto, importante per Benveniste, e, successivamente, nella 'teoria della enunciazione'. Ad essa si riferiva utilmente per es. F. Recanati (Il piccolo Hans, 22) nella sua analisi del paradosso del men­ titore. È che le espressioni performative possono dare elementi nella costruzione di una teoria del soggetto nella lingua viva, nella parole e nei suoi effetti ('Quando dire è fare'). Si tratta, con esse, di es-pressioni, utterances (ausserungen...). Caratteri­ sticamente - però - si tratta di es-pressioni senza nessun tipo 157

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