Il piccolo Hans - anno VII - n.25 - gennaio-marzo 1980

;La poesia come ombra · di una realtà - a - venire «I shall be among the English poets, after my death», così, - giustamente, profetava il giovane poeta per ele­ zione John Keats: con certezza singolare per chi in vita non ebbe alcuna certezza. « Non ho nessuna certezza, se non della s,antità degli affetti del cuore e della verità dell'immaginazione». Il presentimento - che l'oggettiva necessità di quel « I shall be», e non la volontà programmatica di un « I will be» decreta - pare dunque nascere e nutrirsi della verità della immaginazione e della santità del cuore. In ciò l'immaginazione e il cuore dandosi la mano, come nel cogliere la bellezza e 1a verità, l'immagina­ zione e · il cuore ·si fanno gli organi di verità del poeta, che non conosce se ·non nel sentimento. « L'immagina­ zione è come il sogno di Adamo: che si svegliò e trovò che era vero. Sono assolutamente convinto di questo. Non sono mai riuscito a capire come si possa giungere a conoscere la verità attraverso un procedimento logi­ co... Comunque sia, che cosa non darei per una vita del sentire, piuttosto che del pensare! Una�< visione in forma di giovinezza, un'ombra della realtà-a-venire! ». Ma « tale destino spetterà solo a chi goda del sen­ tire, e non a chi si affanni dietro la verità». Dunque è facendosi « passivo» che il poeta conoscerà: nella ve- 132

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