Il piccolo Hans - VI - n. 23 - luglio-settembre 1979

Il secondo ospite di Wittgenstein 1. Nel Trattato Wittgenstein distingue nettamente tra il senso di una proposizione (Satz) e il riferimento di un nome: il Satz può mancare di riferimento ma deve avere senso. Una proposizione è l'espressione percepi­ bile di un pensiero, e « non possiamo pensare nulla d'il­ logico» (TLP 3.03) *. Quindi un pensiero, ovvero tutto ciò che è logico, ha comunque senso. D'altra parte, v'è pensiero solo di possibili stati di cose: « il pensiero con­ tiene la possibilità della situazione che esso pensa. Ciò che è pensabile è anche possibile» (3.02). Anche un Sartz, l'espressione percepibile di un pensiero, solo rappre­ senta un possibile stato di cose, il quale costituisce il senso del Satz (2.201-2, 2.221). Quindi « il logico», das Logische, cf. 2.0121, copre quanto è possibile, cioè quan­ to ha senso. _ Dello spazio del possibile, il luogo di senso di una immagine « nello spazio logico» (2.202), si tenta qui il contorno. Ciò, in relazione al Satz non dichiara­ tivo del desiderio. Una proposizione o enunciato è1 notoriamente un'im, magine (Bi1d), in un senso letterale 1, e la capacità figu­ rale, di rappresentazione (Dars r tellung), letteralmente im- '' Per la lista delle abbreviazioni, si rimanda alla fine del testo. 35

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