Il piccolo Hans - VI - n. 23 - luglio-settembre 1979

non ha molto a che vedere con l'isteria benché questa abbia sempre motivato l'interesse per l'elemento demo­ niaco, poi in rapporto alle opere contemporanee un certo scollamento di questo saggio, la sua preoccupa­ zione di rispondere a vecchi problemi, la sua prossi­ mità al discorso della proiezione ideologica con il peso dei residui permanenti nella nuova scienza, tutti que­ sti elementi sembrano spiazzare il testo freudiano. E infatti abbiamo detto che cronologicamente non si im­ parenta con le . me t apsicologie, . ma oltre al ponte con gli antichi studi sull'isteria, si rapporta piuttosto con un breve saggio di poco successivo: La Nota sul « notes magico » (1924). Qui, come già per Una nevrosi demo­ niaca, ci troviamo di fronte a una vera e propria mac­ china a scrittura descritta .però secondo struttura e sistema e non secondo funzioni narrative differenziate come invece è il caso del nostro testo. Certo è che insieme questi due saggi costituiscono un ampio e si­ stematico sviluppo di quella teoria della scrittura e della traduzione che aveva trovato forma e compiutezza nelle grandi opere dei primi anni del novecento, e in­ nanzi tutto nell'Interpretazione dei sogni. Ermanno Krumm 34

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