Il piccolo Hans - VI - n. 23 - luglio-settembre 1979

Linguaggio esperienza e sperimentazione in Nietzsche E' chiaro che ;l'etica non può formula:risi:i. (Etica ed estetica son tutt'uno.) L. Wittgenstein Nella prima stesura del terzo paragrafo di «Perché scrive libri così buoni» Nietzsche spiega: �< Infine io parlo solo di cose che ho vissuto e non semplicemente «pensate»; in me manca l'antagonismo tra pensiero e vita. La mia «teoria» si sviluppa dalla mia «prassi» - oh!, da una prassi nient'affatto innocua e senza _ pe­ ricoli!...» Eppure il vissuto per dirsi ha dovuto sotto­ stare alle regole del linguaggio usurpatore. Poiché, · se è vero che il sapere si sviluppa a partire dall'espe­ rienza, è vero anche che l'esperienza si coagula sulla soglia del linguaggio. La storia del linguaggio è infatti la storia d'un pro­ cesso d'abbreviazione sorto dal bisogno d'accordarsi ra­ pidamente sul necessario di fronte al pericolo, in fun­ zione di una « comunicabilità delle necessità, vale a dire, in definitiva, di eventi interiori esclusivamente di livello medio e comuni » (JGB *, af. 268). Il linguaggio si dimostra sempre riduttivo rispetto all'esperienza pro­ prio perché strumento della gregarietà: esso, insieme alla coscienza, sorge dal bisogno di sapersi . e comuni­ carsi per la propria sopravvivenza. Ma questo sapere e dire di sé trasceglie nella pluralità di segni degli * Per le abbreviazioni vedere la nota in calce al testo. 157

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