Il piccolo Hans - VI - n. 23 - luglio-settembre 1979

tesio. Solo, da una parte la 'possibilità' del sogno, dall'altra il riconoscimento autobiografico (ripetuto) che da un sogno si sviluppa il metodo. Correndo all'origine del pensiero del metodo, si trova un sogno confessato; le conseguenze sono incalcolabili, tanto che in genere non le si calcola: maestro di soggettività razionalistica certa, o iniziàtore di libertà per il ' soggetto ' (Sartre...), fa comodo un pilastro simile in mezzo al. Seicento (anche a Foucault, si sa). Anche se la filosofia cartesiana è fin dall'inizio pro-­ dotta e percorsa dal come se. « Cm è , fìi:losoficamente confuso è come. un uomo in 'll[la stanza, che Villo'le uscirne, ma non sa come fare. Prova a passare dalla finestra, ma è troppo alta. Prova a pas­ sarie rpeir il ·corrrignolo, ma è ,trorppo stretto. E se soltanto si guwdaS1s 1 e intorno, sii aioco:rigerebbe ,ohe la porta è sempre rimasta aiperta! ». L'osservazione di Wittgenstein (citata da Malcolm) non nomina ' il sogno ', ma sembra proprio descriverlo (un sogno d'angoscia) facendolo coincidere con un tipo di esperienza filosofica, anzi con la filosofia stessa (vo­ ler uscire dalla confusione). Cartesio stesso sarà sempre preda di ' fantasie ' angosciose, costretto a procedere nella filosofia dalla paura di non riuscire a padroneg­ giare il discorso . del mondo, ossessionato dalle ' impos­ sibilità', come quella di giungere a pensare distinta­ mente un poligono con mille lati (« anche se io, ... che mi sono esercitato..., arrivo a immaginarne con preci­ sione uno di... »). E il Sogno di d'Ale:mbert è noto, che elimina la differenza « tra un medico che veglia e un filosofo che sogna » (incubi). Sì angoscie. Ma a Cartesio è sempre piaciuto (alzarsi tardi) dormire, sognare forse. (Dalla prima ' meditazione . metafisica ': « Ma, benché i sensri a vo[1Je 01 mgannino riguairdo aille cose poco s a nsd:bii.1i e piuttosto ' lontane, -pure se ne ,incontrano 122

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