Il piccolo Hans - VI - n. 23 - luglio-settembre 1979

Tu sogni Cartesio C'è chi sogna una fila di insetti intorno al proprio corpo; chi sogna di vincere al casinò sotto gli occhi di padre madre e bella; chi sogna la nonna sconosciuta di una donna appena conosciuta; oppure un sogno pieno di simboli matematici e in cui gli attanti sono 'parole' filosofiche, magari la notte in cui non (si) è riuscito a chiudere un articolo sul sogno di Cartesio. C'è chi sogna almeno in sogno una rivoluzione cruenta in cui tutto va a finire 'bene' e tutti non si limitano a star bene ma sono allegri e felici, anche se lui che sogna si accorge ogni tanto con tremore e timore di essere a piedi nudi e con in mano un libro prestato da restituire. C'è Cartesio che in Baviera ventiquattrenne, nella notte _ tra il dieci e l'undici novembre del 1619 (vedi la Vita scritta da Baillet) 'sogna' la possibilità del 'me­ todo', dell'estensione della matematica come albero scientifico a ricoprire spiegare e riscrivere con una sola scrittura tutto l'universo. (Ma tutto ciò può anche 'non esserci'; è la stessa 'cosa'). Sta chiuso in una camera fortemente riscaldata dentro l'inverno, disteso in un letto velato, 'riposa'; il suo sogno, quello decisivo, non è chiarissimo, e sarà lui a interpretarlo. (Ma ci interessa forse il 'testo' di questo sogno?). Non è comunque né sarà mai la figura del sognatore a interessare Car- 121 \.

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