Il piccolo Hans - anno V - n. 18 - aprile-giugno 1978

Il linguaggio della follia nel Medio Evo * Esame delle descrizioni letterarie della follia dal Me­ dio Evo a Shakespeare e Cervantes. Il nonsense, la glossolalia, la disarticolazione della lingua ricorrono ra­ ramente nelle descrizioni medievali della follia: il loro ambito è quello di precisi generi letterari, in rapporto con diverse spinte e manifestazioni. Solo nel discordo l'alternanza non regolata di versi o di lingue, il pas­ saggio continuo da verso a prosa e da prosa a verso. sono qualche volta impiegati in rapporto con gli scon­ volgimenti prodotti da amore nel poeta. Il linguaggio attribuito ai folli nel Medio Evo è qualche volta incri­ nato nella sua logica, non nella sua sintassi; o, all'e­ stremo opposto, è grido forsennato, pura indistinzione. I folli del Medio Evo si sbrigliano piuttosto nel lin­ guaggio gestuale e prossemico. Le opposizioni dominanti sono: nudo/vestito (o anche disarmato/armato), vita nella foresta / vita associata, cibo crudo / cibo cucinato (o anche non cibo / cibo). Opposizioni che si riportano tutte all'opposizione-matrice stato di natura / vita as­ sociata. * Della relazione di Cesare Segre, che pubblicheremo rie­ laborata nel prossimo autunno, diamo qui un riassunto a cura dell'autore. 24

RkJQdWJsaXNoZXIy