Il piccolo Hans - anno V - n. 18 - aprile-giugno 1978
Negativo lacaniano Forse più d'uno al convegno sul corpo del Capitale si sarà chiesto perché da parte dei « lacaniani » pre senti non si sia levata alcuna voce a controbattere il sottile argomentare di Franco Rella culminato nel!'am biguo omaggio reso a Jacques Lacan come un impor tante, il massimo « filosofo negativo » contemporaneo. Ma in questo almeno mi trovo d'accordo con Massimo Cacciari: lasciamo che i vari giochi, le diverse strategie razionali, svolgano la loro partita. Non siamo i tambu rini di nessuno e anche se a un certo punto è apparso urgente e necessario pronunciarsi sul pericolo di una confusione tra il pensiero di Lacan e certi esiti del lacanismo non solo in Italia, non lo si è fatto certo nel l'intento di erigere una rigida ortodossia lacaniana, un lacanismo migliore del tuo. Non siamo nemmeno, forse, una rivista « lacaniana », (anche se oggi forse non esi sterebbe più Freud senza Lacan), e quando ho ritenuto opportuno denunciare, in quello stesso convegno, la dissonanza, il divario che l'esperienza psicoanalitica sco pre tra il corpo e il sapere intendevo indicare anche la nuova minaccia di una « servitù della lettera » alla quale la lettura prevalente del testo lacaniano ha dato luogo. Ben venga dunque anche una critica come quella contenuta in Il fattore della verità di Jacques Derrida 163
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