Il piccolo Hans - anno V - n. 18 - aprile-giugno 1978

contributi alla discussione Alessandro Serpieri (Il folle e il fool) Sollecitato da quello che ho sentito, vorrei puntua­ lizzare alcuni punti. Dice Nadia Fusini: �, Questa è la mia tesi e la dico in una frase: "Amleto, non potendo essere il re, sarà il Fool. ,, ». Questo è molto seducente, ma è sicuramente discu­ ti!bile perché potrebbe equivalere a dire: « non potendo essere nel mondo del significato, io entro nel mondo del significante e così vi metto tutti a tacere. » Ma que­ sto sarebbe un fatto esclusivamente ludico (e in questo riprendo in qualche misura l'intervento di Finzi) perché a mio parere tutto ciò va contestualizzato e visto stori­ camente, visto nell'ambito dei codici che reggono il dramma. Bisogna tener presente sempre il fatto che il fool classico, come appare anche da alcuni drammi shake­ speariani, sta in un ruolo molto preciso, il suo ruolo è quello sostanzialmente di essere e di non essere fool, non è1 di fatto un folle. Non è un folle, tanto è vero che il fool di solito è portatore della sconsacrazione, della scoronazione, quindi della carnevalizzazione ed è il portatore della satira; in altri termini è la voce del popolo. La voce del popolo a cui non è consentito par­ lare e che invece attraverso la figura del fool, che ha 119

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