Pensiero e Volontà - anno I - n. 14 - 15 luglio 1924

• . 12 P.ENSIOOO E VÒLONTA ----,--------=----.:.__;:-,-----,---------------------------------·------ ---- fo che si commuove se vede uno soffrire e s'in– digna e reagisce se vede una prepotenza. E poi, sempre rettorica, a parte, colla cat– tiveria si può arrivaré al governo, si può so– stituire il predomin_io proprio a. quello dì un altro, ma non si rèdimon le plebi, non ·si fond~ " QUALE , N·e1 nostro ultimo numero, a proposito del- l'assassinio di Matteotti, lamentammo il fat– to -che il popolo italiano si era sottoposto al regime fascista e ·dioommo· di far lo « non sen– za un senso di_vergogna quale uomini e quale italiani ». Ma qualcI?-e compagno ci osserva.: « Ohe significa quel quale italiani, che po– trebbe· fa~ sospettare u:ii residuo di nazionali– smo 1 O che c'è bisogno di essere italiani ! non . bast~ essere U(?mini per sentire orrore di un . a trooe delitto » 1 Rispo~diamo: basta per l'orrore, non basta per la vergogna, che è sentimento di responsar bilità. Non dubiti il nostro compagno. Noi ·siamo e restiamo internazionalisti, meglio cosmopo– liti. Noi, ci stimia-mo cittadini del mondo; noi amiamo gli uomini tutti qu?,lunq~e sia il loro paese nativo, la loro nazionalità. la loro raz– za. '.rutto ciò ché è umano ci riguarda: ogni grandezza umana ci inorgoglisce, ogni umana vergogna ci umilia .. E nel caso malaugurato dj un conflitto tra popoli noi parteggeremmo non per «' la nostra patria », _ma per chi ci semhre– rebbe ·aver ragi0ne: il nemico non· sarebbe chi è nato al di. là dei confini, non chi parla una lingua diver•sa della nostra, ma. chi ha torto; chi volesse violare· la libertà é l'in_dipen– denza degli altri. · Ma noi siamo na-ti e siamo stati aUevati in Italia, e -. . a. parte l'oscura. e dibattuta que– stione dell'eredità fisiologica - abbit1,Iho su-· bìt~. l'influenza dell'ambiente speciale itali& no.; e perciò, malgrado lo. sforzo che ciascuno può fare per .distinguersi; noi somiglia,mo mo– ralmente sempre più ai nost.r.i connazionali che . . agli uomini cresciuti in ambienti diversi. Se. per dannata ipotesi, risultasse_· che il popolo i_taliano è un popolo di. assasstni e di vili o di scemi, non potremmo evitare ,che lat ·gente d ,, guardasse con . sospetto é. non potr,emmo nou sentirne vergogna. ; . la citta dell'armonia e dell'amore. Sta sano, lascia le parole grosse e contin•a a spargere il buon seme~della rivolta 1 - rivolta contro il male, per la dignità, p·er la lib&ra per la fratellanza umana. ERRI00 :N[ALATESTA. " Ma v'ha di. più. Ciascuno di noi ésercit~ in– torno a sè una certa infl uenzà pe·r il bene d per il male. La esercitano tutti gli uomini in generale; e tanto più dovremmo cercare di e• sercitarla noi che siamo uomini di parte, noi che abbiamo un ideale da .realizzare e voglia- . mo inaurre gli altri uomini ad accogliere i] nostro ideale. Ora, se tutta la nostra predi_cazione di giu'– stiz.ia , di fratellanza, ·di libertà, e di rivolta contro l'oypressione, non è riuscita ad impedi– re il trionfo, sia pure per un momento, di un regime tutto basato sul bastone, noi certamen– te non abbiamò di che essere orgogliosi. Sarebbe -eccessivo, sarebbe assurdo volere at– tribuire a noi una· qualunque responsabilità per le infamie che si commettono e si ~ubisco~ no, per esempio, in Uina. Ma sarebb_e sciocco negare che una pa~te di respons3!bilità spetta anche a noi per le inffumie che si fanno e s1 s1,1biscono in Italia. · Sentiamone dunque · vergogna e sfo.rziamoc'l di riscatt:;i,re le nostre colpe lottando, oggi, per abbatt,ere il regime, domani per ·istituirP. uno stato di cose che ne rerida impo~sibile il .rj ·. torno . E. ll, ---------- --------- --- _._ ~-· - _, _.___- -·-- ... -- --- -· . . La giustizia-e ·l'orJ:ine vennero al mondo per mantenere la violenza e il d,;isordvne. Ben ·a ra– _. gione disse un pensatore che dai primi bwnditi assoldati sorse la guardia civile. MIGUEL DE.UNAMUNO. * .* * Non possia_morenÀere gli uomVfl:_i l beri ~~nza , - illuminàrlj, nè possiamo illAuminarli senta. r6n- derli liberi. EDOARDO 0AIRD.

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