'Il Ma c'è di più. Non tanto Ja ma• niera di vedere Jc cose, ma tutta la mentalità moderna: la maniera di vi. vere, di pensare e di scrivere persino si può dire cinemAtogra ricn. Il telefono e PoutomobJle, l'aeroplano e la radio hanno modificato talmente i Ji-1 miti di tempo e cli spazio entro cui le civiltà sj sono S\ 10ltc per dei secoli che l'uomo oggi hn fin_=tonon tanto con l'Acquistnrc una rapidità di sintesi ignota agli antichi, quanto uno specie di ubiquità. Ora il cinematografo oppare come il riflesso artistico di questa nuova condfaione di vita materiale e .spirituale, ncl1a stessa mjsura che il cosi detto relativismo appare H rHlesso della stessa condizione nel campo filo• sofico e scientifico• (S. A. LucuNr: li cinema e /r nrti - Ticci cd. 1942). <( Vedremo, in sede di conclusion&, come il cinema, più che un'arte sia un yero e proprio linguaggio e, quindi~ un mezzo d'espressione generale che dilaq:a e aderisce sempre più ad una civiltà in formazione• (A. CoNs·auo: Cinema: Arte e linguaggio • J-Joepli ed.· 1936). Anc,:,rn Consiglio, sempre nel suci• tnto. libretto, arrerma che il cinema è il nUO\'Ostrumento delta civiltà che stn ora tumultuosamente superando una. svolta. E \'Ogliamo infine trascrivero alcune parole dettate da Luigi Gedda. a conclusione di un volume redatto da alcuni cineasti cattolici (Il 11olto del Cinema, 1941): « Ora si vuol dire, coma. conclus;one, che il cinema non solo 6 complesso, ntlualmcnte e potenzialmente fecondo mn anche cnralteristico di questa ~manità di cui siamo parte. Un prodotto del tempo, può dirsi, e •un segno del tempo; prodotto in quanto generato dalla tecnica attuale e più e• sattamentc dulia tecnica fonografica, ma anche segno perehè la capillarità ne di• mostro l'adeguamento a1l'ambiente psi• cologico ntt11:1Je, n tal punto che non solo ne riceve un impulso colossale, ma n sun volta conferma, informa, plasmo, ispira i gusti dell'uomo mo• derno •. 1 Se occorressero, innumerevoli altre potrebbero essere le testimonianze di critici, esteti, uomini della cultu:ra circa l'essenziale contemporaneità del cine• ma, testimonianze cho al lettore prov• veduto potranno ora sembrare già rjeche di uno scontalo senso profetico, tanto il cinema, specie nelle giovani generazioni, si è radicato come nuovo indiscutibile arte strettamente aderente al temJ>O. E come cinema va inteso i.I risultato artistico conseguito con un nuovo mezzo tecnico e non il mezzo tecnico. Appuntq in questo ultimo senso sembra che Ja magq:iur parte dei praticanti abbia in• teso In cinematografia. Un rapido sguardo alla produ ,,: ,11f- 1 ,i(t recente, quella che avrebbe dovuto raggiungere mete quasi definitive, ci convince od une constatazione certamente non troppo piacevole e piuttosto sconsolante: gli uomini del cinema italiano, o almeno la maggior parte di essi, sono inconsci delle possibilità della nuova ar~ e son()j immemori dei risultati splendidi raggiunti da nlcuni pochi Era i migliori re. gisti. Se osserviamo uno qualsiasi di qtJesti film non vediamo nascere dalle scene filmate emozioni appreseci con un nuovo linguaggio, il linguaggio dello imma~"ini, ma notiamo unicamente imma• gmi, fotografie dotate solo di una fittizia eonseguenz101ità, di una !acile logica, su~ep;ucntesi senza un necessario ritmo narrativo. O questo ritmo è in un certo senso raggiunto con espedienti tipici di altre arti come il ·teatço. e quosi sempre in questi film la parola, il dialogo e non • J'lncongruenza dello prima immagine, giù nella coscienza, e Pimmagine successivo che s'incontra con lei nel processo di penetrazione della stessa coscienza - conWtto delPuna e dell'~tra - (che) generano il senti• mento del movimento, Ja percezione ili un cammino, d.i una successione cinema• togralica » ( l ). Di qui {ilm piatti, privi di un valore emotivo strettamente ci• CLIMA PERLE IMMAGINI nc.matografico perchè « iJ grado deU'incongruenza (che) segna l'mten• sità dell'espressione, segna la tensione ch'c insieme con questi stessi effetti pro• dotti dall'immagine seguente, giungono ad essere - sono - i reali clementi basilari del ritmo peculiare dello cineplaslica • (1). . In poche parole: in Italin - t: non. solo in Jt.aliu - il cinema non ha rag• giunto una forma cinemntograri::a perchè gli uomini preposti alla direzione dei film non conoscono appieno il valore dell'immagine; oppure, per vari motivi molti dei quali ar::inoti a coloro che si interessano pnrt.icolarmente dell'orto settimo, sono costretti a dimenticare le più elementari ngole di uno grammatica e di una sintassi cinematografiche DC• cessarie per una narrazione per immagini. L'imme<liatezzn drammatica del film è abituC:inarfamente falta dipendere dalle parole - o tult'nl più si giungq ad unn ret·torico delle immagini - e non da un ritmico e drammatico sus• seguirsi di immagini. Dovremmo a questo p'.lnto conclu• derc che gli uomini del nostro tei:npo non sono riusciti a conoscere in pie• no il valore della ._macchina ~· e se ne. ser,•ono per metterla a servizio di altre arti, per lare una specie di divulgazione culturale dl opere teatrali o lettera.rie, d1vu1gaz1one cbe purtroppo non è quasi: ma.1 neppure culturo.le. Oppure hanno in· teso del cinema solo l'ospetto stretto• mente spettacolare o sbalorditivo e Jo considerano come non oltrimcnti lo con• sideravano i Lumière e tutti quanti i primitivi della cinematografia. Ci sono certo le ccce?.ioni. per nostra fortuna. Ma queste non ci proibiscono dJ arrermare recisamente che In e macchina• ba preceduto l'uomo, che l'uomo cioè si è trovato ricco di un nuovo mezzo capace cli permettergli un nuovo linguaggio quando ancora gli echi del tempo passato ali dntronnvo.no nella mente; 1mposscssetos1 deJ mezzo non ha saputo fare altro, sofvo rare ec• cezioni, che pensare di metterlo a.I ser• vizio - a scopo prettamente utilitaristico - di quegli cebi annebbianti il suo cervello e la sua \'Olòntà creatrice. di WALTER RONCHI <l~gli. uomini nu~vi in una organizzazione che non sin solamente specula-. tiva. Degli uomini che sappiano tutto il \"alore delle immagini, che per con• seguenza rneconhno per immagini. • Piuttosto il pubbHco sj domanda: a <1uancla i ~.inedrmumi e Jc cinccornme• die senza didascalie? E il pubblico, secondo me, ha ragione: Je didascalie sono un pleonasmo, che denota imperizia nei compilatori di ..; scenari • e tradjsce l'età ancora infantile OeJl'arte cinematografico, c·he ha bisogno, per reggersi, dcHe didascalie come il bambino ha bisogno di essere sorretto dalle cinghie dcUa balia •. CosJ scriveva Ti• to Alncci, non certo un noto teorico del film, nel 10.19 (Le nostre.: tJttrici cinematJgro/iche - Bemporad ed.) pre• correndo i pu, issimi che affermano lo. necessità dell'abolizione ciel sonoro, i quaJ1, facendo Joro una aJrermazio• ne di un lamoso teorico, tendono a di• mostrare che con l'avvento del sonoro è tramontnto il cinema come orte. ln londo, benchè J1ev0Iu210ne tecnica de! ci• nemn abbia lotto passi impensati, iJ pro• blema è sempre Jo stesso: esigenza di un creatore che sappia nnrrare per im• maq:mi, necessità di abbandonare i !acili. aUettamenti della parola scritt.a - un tempo - defJa parola detta - ora. Senza però giungere a estremismi non stret• temente logici come hanno fatto J'AJacci e l'Arnheim. I Ci vogliono uomini nuovi, abbiamo detto. Uomini del tempo, senza echi. Uomini tota'itarlamente concess:si al ci~ nematografo, non giunti ad esso come od un'oasi cli salvezza o per soli scopi mercantilistici. Dei nuo\'i autori, dei t'r<'atori, c1uincli dei registi, soprattutto. • In questa arte H solo artista vero deve essere il direttore di scena; gli esecutori sono soltanto collaborn.tori di chi dirige. Tanto meglio se iJ collabora• tore è intelligente. abile e bene ommae• strato; ma 10 ogni coso, !a responsabi· lità ciel buon succesoo di un lavoro cj. nematografieo è, o do\•rebbc essere. in• teramente del direttore di scena•. (T1To A.,,.cc,: Op. cii. - 1919). e Nel film, nel buon film, la recitazione, la scenogrnfia, la fotogra.Iia, la musica si annullano come entità sepa. rate nello. unità dell'opera e questo an• In questo periodo di assestamento nuJ · amento delle singole porti nel tutto generale, anche il cinema si dibatte è Jlr.Jprio il consistente dclJa regia, del per diventare tangibilmente «cinema», regista, e.be crea con una tecnica com• per conquistare .la sua form~, in se(~C plesso e molteplice un film che non è proti~a, cbè teoricamente è g1à conqu1• nè rcc.itazione nl: fotogra.fia, nè musica, stata. Solo in questo modo potrà dt• nè scenogra:ia, .ma sol~n~ fil~•· ventare, come dice Consiglio, un mezzo Lv:c1 CmA!ttNI: Cm7ue capitoli sul film d'espressione generale. Ci vogliono però __ . Ed. Jtahone, 1942). Dal documentario ·•Venezia minore" di Pasinetti Fondazione Ruffilli - Forlì (Non ce ne vorrà Luigi Chiarini se lo abbiamo avvicinato ad un ignoto che per caso abbiamo scoperto quest'estate su una bancareJla). l « 11 regista dovrebbe a rigore COJl• siderarsi in un film il respon.Mbile de11'opera ed in sostanza l'autore•· (F. PAS1Nl'!TT1, G. Pucc1m: Capitolo sul regista • «:Cinema• n. 152, 1042). Ci Yuole per un compiuto clima ideale necessario olle immagini, una in• dustria che non sia esclusivamente ba-1 sata sulla speculazfane. Anche qui non bisogna giungere a quegli estremismi fa::ilmente riconoscibili nei soliti purissimi che dimenticano con troppa facilità che il cinema è an• che industria e commercio. « Una industria che vivrà soltanto se contenterà l'operaio, iJ pizzicagnolo, l'impiegato, il gusto medio dei quali: ha In missione, attualmente, di elevare - senza scntti che disturbino e che o.llontanino, per gradi, pazientemente - lino a portarlo n fischiare quel che, o~~i richiede e a richiedere quel che oggi fischia». (ALrs·u,NDftO Du.... sr.TT1: Come nasce un film • Ed. di « Cinematografo•• 1931-1932). Questo nostro tempo, denso di avvenimenti, saturo di «fatti•, dovrebbe costituire il clima perfetto per una decisa presa di posizione <lei cinematografo. La storia ha assunto un ritmo eccezionalmente dinamico: Ja vito do• vrcbbe trovare nel cinema arte il mezZ-0 più adotto per una sun memoria, peJ' un suo racconto. D'altra parte gli autori citati all'ini- • zio di questo nostro nrticolo ci hanno detto, con documentato convinzione, come il cinema sia l'orte del , nostro tempo. Per questo è necessario che gli uomini del cinema si rivolgano alla loro nrte con maggiore auspicat-3 preparo• zionc, consci dell'importanza della loro azione, va.lido solamente se portata su, un piano non sminuito da interessi par• ticolnri. Domani il cinematografo sarà il barometro, il documento dello nostra o• · clierna civiltà: e per questo deve es• sere ad essa rispondente, senza tentennamenti e senza indugi. Non è ammissibile che il cinema non debba essere sullo stesso piano delle nitre arti, ma debba trovarsi in una posizione di minor·u e di deficienza. Non è certo facile portare molti de• gli uomini del cinema alla coscienza della loro !unzione. Per troppi di essi il cinema è tutt'ora avventura, esperi• mento, bassa speculazione. A quest« situo.zione dobbiamo se i.I nostro cinemà è tutt'ora e mediocre». Anche in que• sto campo è una questione di epura• zione: epurazione che dovrebbe essere molto vasta, almeno a quanto ci const..1, Bisogna moralizzore l'ambiente cinemo. togroiico; cd in questo momento il no. stro pensiero non va tanto ai ,registi ed agli attori ed a.i tecnici afrermati, quanto a quel piccolo mondo popolatis• simo di figurantj 1 di comparse, di tutta quella povera gente che vive ai margini e si ciba deUe briciole del banchetto e che è disposto a tutto nella speranza, d1 raddoppiare le briciole o di rare una romanzesca carriera. Ci sono stono• scfote tragedie di giovanotti e di ragazzé calate a Roma nel miraggio di una etrimcra gloria svnnitn dj fronte ad una dura realtà, che dovrebbero interessare particolarmente chi è preposto alle sorti della cinematografia. Bisogna porre l'imedio ad una situazione che ai più sfugge. Intcr,,.enjre non è facile, ma bisogna intervenfre. Dobbiamo creare, anche nei miniml particolari, un clima ideale per le immagini. Solo se si raggiungerà questo clima, il cinematografo, libero di tutti i pesi morti, riuscirà ad essere compiu• tamente se stesso, alieno da qualsiasi equivoco, vincitore felice di ogni com· promesso. WALTER RONCHI (1) Oa due articoli di Eisnstein pubblic"tl ,ul• I' •Italia Ulttrarfa• dtl 28 mae-f!:iOe• giu2no 1933 td •mpian,,enle ('i1ati da W. R,nani nel suo inleressant~, nppure d'scutiNli,:simo. Jlhrttto sul • cl• ntma e le sue forme espr•uivc o~•m••• attorno alla • fo1 ma dnem1lt1grafi('ll , e tendenti a dlmo. strare su <"he('OH ~ basato il sfsttmo dtllo tlro,n. marurtto t'/s/vo. 5
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