Pattuglia - anno I - n. 8 - giugno 1942

INDI~E DI Luigi Barlolini, l'editore Tumminelli ha in questi giorni pubblicalo un Iibro di prose dal titolo: -: 11 cane scontento». Non abbiamo, pur• troppo, ancoru letto i.I libro, ma per 13nrtolini, so.remmo capaci di mcUcrc le mani sul fuoco ancora prima della lettura. ♦ Sempre di Luigi Bartolini si annuncin un nuovo volume per le edizioni dc ~ li Campi:ino » rivista mensile del Guf e dcli' A leneo pisano. ♦ La galleria d'Arte moderna a Valle Giulia ha ocquislato dnHa Sindncalc llomann il quadro di Bartolini « I romiti » di cui l'auto:-c ci scrive: « 1:; un quadro <li composiz ~ne originale come soggetto e come mo( :l di espressione». ♦ Del nostro collabo1 tore Antonio Gh'- rclli il Gruppo Sperirr.<. ,tale della «Compngnia degli Artisti ,) di Napoli lw rt1pprcscntoto l'atto unico « Hifarsi il sole». • Scrhe il .\Jallino: « Ln commedia del Gh.ircUi dopo una lunga ambientazione grottesca, volutamente echeggiante le risorse cli un Pirandello e cli un \\'ilcler, afformava una sua cifra nella soluzione finale :it, ♦ Scrive il Corriere di N,,poli: « Quest'atto unico di Chirelli è denso ·di intenzionalità rese in parte con intelJjgentc intuizione, ancl1è se accusa una lcttcrarietiì stilistica. Chirelli, ne sono convinto, farti un giorno parlare di sè ». ♦ Per le edizioni cli « Via Consolare • è uscito in questi .s;iorni un volume di Giuseppe Ricci sullo Squadrismo Forlivese. 11 volume è dedicato ai giovani. ♦ L'editore Einaudi hn recentemente pubblicato nell~, collezione « .:'\arratori contemporanei )t un racconto cli Ciani Stuparich: «L'isola :it. Di Stuparich ha parlato su c1ueste colonne il nostro redattore Caribaldo Marussi nel Pcmorama Letterario del N. 5-6. ♦ Sempre l'editore Einaudi nella sua nuova raccolta di classici italiani annotati ha curato l'edizione della « Città del sole )t di Tommaso Campanella. H volume è stato diligentemente ed amorosamente anno'".'.lto da Norberto Bobbio che inoltre ha scritto una esauriente introduzione. ♦ Ancora dell'uttivit..t edit01·iale di t:inaudi: il volume di Luigi Salvatorelli « Il pensiero politico italiano dal 1700 o! 1870 )t è giunto alla terza edizione. ♦ Deneficiata di Dino Campana. Dopo In nuova c~izione dei suoi Canti Orfici e delle sue cose inedite, dopo tanti articoli su riviste e giornali, cominciano a spuntare i 1ib•·i sul Nostro. Libri che crediamo saranno numerosi, finchè durerà quella che in un certo senso si può chiamare la « moda :it, indipendentemente dal ,,aJore del poeta. federico Ravagli 1 che ru il primo editore del Cnmpann, stampa presso .Marzocco un libro di ricordi: f( Dino Campana od i goliardi del suo tempo ». ♦ Un _libro fortunato è qµcllo di Gio• vnnni Bitelli: « Il Santo degli infelici •, giunto alla quarta edizione, ampliata e r ilatto dall'autore. ♦ Dedicheremo il prossimo numero di « Pattuglia )t al Teatro. Per questo numero abbiamo invitato a collubot·arc i gio\'ani che 1·itcniamo i J>iù validi ed i più signi ricativi. ♦ Suscettibilità partenopea ? Anche Oggi è stato soppl-csso per avel'e suscitato le ire .napoletane. Che questi scrit• tori l'abbiano proprio con Napoli o ' che siano piuttosto i napoletani nd ccsscre un pochino permalosi? ♦ Sefte giorni ha preso il posto cli Oggi. Nel primo numero leggiamo un articolo del Direttore, Cio\'anni Moscu, scritto tanto bene, con tanto sentimento da lare ,,enirc la rabbia. Stt"ani questi umoristi però! Partiti in c1uarta conf-ro Dc A mi.cis ecc., ora non ranno altro che gli CJ>igoni dell'autore del « Cuore » e dei viaggi in qua cd in l:'1peT il mondo. Che sia il mestiere del letlerato ed il suecesso e gli amici adulatori che portano a questo? · IL SEGNALATORE l!l!latti111;0 LA pia:zett.a e i vicoli sono ancora immersi nella nebbiolina della notte. Sollanlo le superfici ori::ontoli assorbono un po' ciel/a luce che nasce, e pare che qualche cosa di prodigioso sorgo dalla terra. Le finestre e le porle so110 chiuse e buie. L'aria lauola dalla noJte si bel,e come un liquore. I lei/i ,/elle case si stagliano con w1 colore viola bruno contro il cielo ,,zzurrognolo. In alto, ,iell'aria fresca, le stelle sembrano sospese _sulle case come nei presepi. Pass,i un garzone con la gerla colma di pane sulle spalle. Dal sacco che lo ricopre esce un vapore che si tinge di rosa. lo scricchiolio ,!ella gerla ricorda il rumore della sei.<,·pressala. Jl · garzone fischietta indiffere11t.e al giorno che pare si apra come una conchiglia. Quando è scomparso nel vicolo si ode la sua voce: no,1 cani.li nulla: getta soltanto fuori delle note come un uccellino. Canio come si respira. Dal quarto piano di una casa modesfo si ode la sumJeria di 1111asveglia. la luce si nccende. t mw ca,,;a operaia. Alla porla della chiesa cigoia il catenaccio. I I sagrestano esce sulla gr.1dinata, guarda se il cielo promet.te bene e rientra ad eccendere le lampade. La piaz::a è ancora immersa nell'aria lalliginosa, ma il rosone della chiesa si è clorato di luce. Suona la campanella e già alc,me vecchiette, simili il gomitoli ,li lana che rotolino., entrano in chiesa lasciando si:entagliare la pori.a senza rumore. Nell'irJ/.erno il tempio è lief,hlo, Altre donne eulrano e si dirigono 11erso le prime panche uicino l'altare, oi,e si stanno accendendO' i ceri della messa. Entra un signore quasi giovane con una borsa gialla sotto il braccio, e si avvia alfo sl.atua di S. Anionio. Pare un appuntomen/o. Il Sani.o e l'uomo si guardano in t,iso e si parlano. Finito il colloquio il signore della borsa tocca il .'>ajo del Sm1t.o ed esce frettoloso. la chiesa int.onto si popola di donnp silen::iose e il sacerdote sale l'altare. L'organo intona tma musica piena di mistica bontlì. La bont,ì aggressiv,i della musica sacra. 9Joli111;do DOL/NJJO non aveva casa; constmwua i pasti soli.o al portico dove /avoraua e dormimi in una locanda. Da mattina ,, sera balleua con la martellina d'acciaio denlata blocchi di cemento e ad ogni colpo quell'arnese SlJuill,wa come una campanella. Dolindo era gobbo, magro, con ,m faccino inaridito dalla pofoere di cemenlo che gli ricmpiua le rughe. Da ragazzo, lo vedevo al lavoro inginocchialo sopra ,m sacco ripiegalo e mi slupiuo che le sue gambe comjnciassero subito sotto lo stomaco. A mezzogiorno, se aL·eva clarwro, e ciò accadeva solo nei primi giorni della settimana, lo si tiedeua seduto per terra a gambe diut,ric,,te davanti a cartocci di salame, di formaggio, di pancella e ad un fiasco di vino. Divoraw, l.utto lento e silcn:ioso serbane/o soUanlo qualche sorso di vino per il pomeriggio. Quando lienfoano nel cortile le donne " stendere la biancheria sulle corde lese, gli occh( di Dolindo si facevm10 lustri e dicevu galanterie sconcie, fincl1e gli arriuava qualche zoccolat,1. Passavo delle ore accanto a lui incuriosito dn ,,ucllo strano lavoro; e gli chiedeuo come mai potesse bere tanto - la polvere di cemento - mi rispondeva - non i,a d'accordo· con l'acqua. /./acqua l'ha fatta Gesiì Crisi.o in un giorno di malinconia. Bei:evll il vino a garganella senza ..pmulerne una goccia. Pareva che gli cofosse direttamente nello stomaco, perrhè, standogli acc<mto s'i sentiva il rumore di un reçipienl.e che si riempie. Rimaneva qualche minuto col fiasco in mano " guardarselo compiaciuto, poi lo clomlofova come a misurare la quan~ lità rimasfo e lo riponeva Ira le pietre all'm11iclo per mantenerlo fresco. Vers·o il giovedì, per colazione aue- "" un solo cartocceUo e appena mezzo liJro di i,ino. Al pomeriggio, quarulo proprio. non f,oteua farne a meno, mi mamfova a comprargli un quarluccio. Appena tornavo metteva la bocca al rubinetto e si riempiva lo stomaco d'acqua. Un giorno incuriosito gliene cl1iesi fo ragione: Vecli --- mi ,fisse - in t111esto modo mi riempio d'acqua, poi ci metto sopra il quartuccio, e così mi pare di essere pieno ,li vino. vino. UGO CALET1'1 ----------------✓ Ritornare di carnevale come per burla assaporare smania di riderP. ridere perchè è carne11ale. E nella casa vuota non lrouqre nessuno, dopo tantoJtempo. Un poco dell'odore di ieri, il calore di chi abbiamo amalo e non;avevamo dimenticalo ed essere improvvisamente soli 2 Come perco"o vetro ora felice stai per frantumarli nel 'ultima parola non udita senza che la carne sanguini dolore di ferita, Un poco.... e di noi tutto sarà ricordo. Ricordo il gioco, il riso e le nostre confidenze alla luce della sera quando ogni inganr.o è caduto e questi nostri visi come inutile fo.,e la vita ui.,uta, Ma domani è il giorno delle Ceneri. fondazione Ruffilli - Forlì non più ueduti Per una lettura di Beltramelli BF.L TBAMF.LLI evoca la natura. C'è in lui un "asto respiro, un fremere e un tra.boccare di energie, un sovrabbondare di suoni e di colori che stordisce e abbuglia come un paesaggio sotto il sole d'csta.Le: ma sci con lui a contatto con In \'itn, con In natura. Così, nel leggere i suoi libri, non fermarti a] particolare, non cercnrc il bel frammentino cvocntivo, In paginn pulita di prosa artistica; vi troverai quasi sempre un aggettivo di più, una espressione che ti 1)arrù stonata, unn parola un po' lropp'O Urlata. E ciò ti turbenì, ti fnril dire che Bclti·amelli non è artista, Certo, non è at·· lista; mn poeta si. Termina dunque un suo libro, chiudilo e Jcrmnti un poco a pensare: da c1ueJl'ondcgginre scomposto di gesti, le ligure usciranno Cuori, non ben finite forse, mn vive, vere, parlanti. E non ti lasceranno più. Prendiamo nd esempio il « Cavalier J\[ostarclo :it, rorse il suo miglior roman-,.o. Due figure restano: Mosturdo e Spaclarclla. Due sole, ma vh·c: gli altri sono la cor~ograria necessaria. Queste gli sono nntc dirct• tamente dul cuore e sole bastano a darci il senso della vita, della natura o meglio, di una natura. Cosi guardiamo Mostm·do con i suoi impeti, le sue ire, 1c sue nric da eroe: ,si, è caricato sforzato, Jn suo rigu.rn è, in fin dei conti, un po' quella di eroe nei poemi eroicomici. ·Ma ecco, qui è la sua arte: come in c1ucgli e•·oi, le sue esagerazioni sono esagerazioni di sentimenti che in fondo egli prova sinceramente, non sono fine a se stesse. Così ci dispiace se qualche volta le busca anche lui nelle risse nl caffè, perchè sappiamo che ne soHre veramente, lui, l'invincibile .l\ifostardo. E allora, sotto il velo dcli 'umorismo eroico, si scopre un po' il suo cnruttcrc umano (e non di burattino agli ordini dell'autore) e que-llo della sua gente. Si. perchè Mostarclo non potremmo immaginarlo se non Jra la sua gente, in nlt.Ta 1·egionc che la Romagna: e così com'è. f: ciel popolo un po' l'esagerazione dei gesti, l'ostentazione delle parole: ma non' eia rnrne un soggetto dn trngedin. Lo. Cflricaturn beltramelliana con uno sfondo vero di sentimento cc ne JHÌf<" In migliore rappresentazione. Ma Mostarda non è tutta la Homagm1. La Romagna oltre il volto violento. che hn bisogno cli mosh·nrc la sua forzu, possiede un cuore. e come ogni vero cuore. ha un gran sentimento. È un sentimento un po' chiuso sotto la scorza burbera del volto, ma profondo come il tono melanconico delle « Cflnte ». E con l'amore, che ne è l'espressione più pur:."1, non c'è <la schcrznre (questo lo può rare Mostardo con Nini Favette fiore di Parigi, ma ciò rientra nella sua parte più caricaturale: cd ha anch'esso, badate, un fondo di verità 1 in un seqtimcnto ben ddinilo). .Ma Bcltramelli 1101 non può schci·zarc, continuare in una caricatura, sin pure profondfl e vera. E Spadarella è riuscita una cosa seria: l\ stata una fortuna, pcrchè ...•,. tre od essere romagnola, Spadarella ha parte della llomagna: Spadarclla la valore più universale. .Mostarçlo è u1rn parte <l('lla llomagna: Spadarclln lo completa ma è anche qualcosa di più. Per lei Beltramelli ha lasciato du par• te le parole inutili, ha adoperato solo toni piuni, clolcis~imi. Spudnrclla è bionda, sognante come ogni fonciulln, l'umore le matura in seno come un frutto d'estate, senza che se ne accorga. E lascia Moslnrdo e tutta la sua Romagna .",calmanata pcrchè Jei è una fanciulla che ama, e l'amore non ha conrini di regione. S'/'ELIQ MA/11'/,VI

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