Pattuglia - anno I - n. 8 - giugno 1942

SI do3hl\'ano le foglie tiepide di l'ugiacla; ncll'nrin c'ern un brt:Gio mi1:Hcrioso di goc<:ie cl'acque tremolanti 13ufreschi steli purissimi. Nel cielo perlato 13i diffuse un 1>allido rosu ev:.me- ,3cente1 che lentamente di,·ennc più vivo. qurni d'oro. Si spegnevano come un soffio le ullime stelle ad occidente. Poi, come un grido cli gioia, il primo ,,ole cortJc sulle "eU.e dei monti. discese dolc:,,simo per i p<'ndii gonfi cli verde, e baciò le acque <lei mare che i,i aprirono frementi. C'era aneorn tuUo intorno il ,:;ilcnzio di primo mattino: nei Hcnlieri solitari dei boschi un profomo inebriante di l'ragolc e d'crbc sembrava cercare una creatura m.ir3tcriosa a cui doni:m;i per farsi \IOCC di un sogno punµqnte e volutiu1130. Cantò in un cusol:irc lontnno il gallo. Si mu;se una fronda, una goccia di mgiada cadendo ,~'indorò di sole in un i,:..rui1.zoE.d ella nprì gli occhi vrtJlissimi :-tneora 1Jm(u•riti cd umidi dì sogni. L1invrne subito la dokc1.zn fremente del mattino mtivo, quell'incanto di selve e di cieli purissimi, di erbe e di selve e ,ti fumi. La bocca che 13i era aperta nel un rotondo sbadiglio, dietro la piccola mono ,3i ntleggiò a un soniso di gioia. Socchil"fiC gli occhi di nuovo, e cercò di perm11·<'. Le piaccvn pensare. Tnh·olta non sui neanche dn dove hai cominciato e ti dunzano intorno figure di lontane ctù. in atteggiamento misterioso e assente: ecco il bahbo ncllu g_rande pianura cammina lungo gli argini tic) riume, e necanto n lui, lcnfusimo. il carro traballante ,3ullc ruote; nella nebbia luceicnno di fuoco i ,,uoi occhi, e grida, pieno di vino e di rnbbin, 111lah<ntia tra ~rnncli 13chiocehi di frusta e di bestemmie; nrn no., i gridi 1iOl'10 nelln taverna, quell'uomo, quell'uomo che le ,;1.1'11ppf1 le n,,ti (! ride con la bocca sdcnt.iltn illuminntu cli scorcio <.ktlln lampadn ros- •3t1st.r:ì... Eppu1·e i ricordi si inseguono con unn slrann dolcezza: tutto sembra irnmcrgc1•3i in unn vuporositll rosea, come in un bagno di luce, e ,,ugare intorno n te •m un'invisibile troma: :id o~ni ·,;tante a,,vcrti con un rrcmilo che un pczzcll.ino di te ,3j riconosce in una immagine clorutn rimrnla sospesa ad un 1·a~gio di i;olc. E allora la luce ti scherza trrt le pnlpcbrc •Jocchiusc, ti entra nelle- vene, e li incanti in nogni di paesi lontnni e di impf•3sibili folicitù. f. non occ-orrono parole: anzi, se apri là bocc,1 a parlare, anche ,Je cerd1i di mormoral'lo ,30l0 per te. quel nome, senti, non ,:,o, unn stonatura, come se non fossi stata tu a parlrirc, ma un'altra, lontnniHsima e assente. E allora tutto è dj_;trutlo, e bisogna cominciare a trnscrla cli nuovo, quella sottile trnma cli octa clei sogni. Si 13tirò, scnÌenclosi scorrere pe1· le membra un lungo rrcmito cli pincere. Splendida ero. con i lunghi cnpclli neri scomposti, il hcl corpo slanciato. l'umida hoccr, SO('C'hiusn. Nonc,3tantc tutta la serenità della natura, Gcnliva, e non ~apcvn il percbè, unu dolce tr~3tcz,rn invaderle il cuore. S'{1ppog,giò al tronco della qucrcin che alzuvo ,3111suo cnpO Jlombrn piena di frulli e di J!rida. Per un ir;tnnte t3tcllc cosi immotri. scntenclo vibrare <1uflf3isotto le sue dita tutti gli umori della terro., come un'ùnda tiepida e pura. Sul •3enticro. orn, era lutto un rrinio di cicale. Sgu,Jciavano trn l'('rhc piccoli bruchi izr,111sotelli di un hel verde pU3cllo e scivola"nno via senza scomD01t3i. On pC'ttirosso frullò vicinissimo a lei. con un picc-olo grido ~orgoglinnte nella p:ola. Tutto il bo~co viveva: rinchc nell'aria vihra"ano innumere,·oli bolle di luce. le ro~tie tremavano e ,;i sfnccvnno in ouelln ~lontnna cvnno3ccnza. Non •'i'udiva voce umnna: ~ lutto all'intorno c'era 11010 quc-sto canto soie~ato delln tcrrn calda di ,;ole, mentre sui rHmi shocci:wnno umidi i perni, e nelle rridici r;ii a~itnva tutto un piccolo mondo di hruch.i e d'iru;etti. f.tipure. per quanto •3i strinttcssc forte nl troncò, non le riuscivn di scntil·si viverC come uno dei tnnti ~et·moidi, come un filo d'erbu tersa e ru~indosa: I<' . c1•t1'\Ccvannzi nel snn_guc co~ un i~nolo _nlunore lo· spasimo cli tutti <mei profumi inebriati di verde cli sole d'azzurro. F. ,3i mosse con passo modulalo lun~o il ,3enticro ché portav(1 nl mare. Andnvn crentura di ,3ogno, come su Ulppeti di ,•<.'liuto, placida e nrcana, intenta ad Fondazione Ruffilli - LAZINGARA NEL B~S~~ I Racconto di B R. UNO SCHACHERLI r,3coltare un mormorio di parole scon~• .sciute nel suo cuore. Avrebbe. voluto guardarlo, prenderlo nella mano e scn• tirio battere forte, qumto cuoricino che orn le doleva, e non 13apcva il perchè. Come ru giunta alla :;volta si fermò per uq =,3tante ubbncinnta dal mare in[inito che era tut.to un barbaglio di ,;ole. Dai greti candidi saliva fino lassù un mormorio di onde pnzzerellc che si irGcguivano e si infrangenrno sui sassi. F. poi a perdita d'occhio, il mare di ur,i azzurro inlcn30, lontano Jontano Fino alle ;30Je chiare quasi sperdute è disciolte in un pulviscolo d'oro. Il bcuco si sfrangiava ora in piccoli cmpugli irti tra l'erba appassita Finchè ,:mlle roccic si scorgevano gli ultimi cardi d:r3persi. Breve il sentiero, e poi lo 13cricchiolio dC"lla ghiait, sotto il pr,:,so ondeggiante, e la frescura dclizic,3a dell'acqua ... Indugiava assorta, un filo d'erba tra i denti, a guardare il mure lontano, ,3cnza forse accorger- ,-;cnc. Un riso le corse negli occhi, poi con un piccolo grido fu ,;ulla spiaggia·: poche reti bianche di oale. D'un tratlo fu ignudt, nel~ •;ole. stupenda. Ln pelle percorsa cln un hrivido si aggrinza va; di sotlo :irdcrn il fuoco delle carni frementi. Un po1cato1·c nascosto dietro unu roccin rt,,tò 'con la lenza sospesa a mez• ;,,'m•ia e la boccn npnlancnta, <1uando vide il corpo candido prnsargli dinnnzi e turfa1,;i con alti spruzzi nel mare, a turbrfrgli il J){"l~Cc che abboccava. Poi) <1uando scorse ht testa dai capelli lisci e ,aillanti em<'rgere nl largo, scosse le ,,pullo e si rimise intcnlo n guardare· l\111dirivicni elci piccoli sparetli sul fondo rocci(IJO. Dnl largo abbrncciavn ora con lo ,;guardo un bel tratto della costa, con le ,3uc brni insenature, gli scogli a fior d'acqua. qun e là emergenti, e in alto il bctJco eh<' arrampicavo sulle colline pili ,Ju più su, rino al ciclo aperto e lumin('1)0 <.:Ome una \'Oraginc. nl mattino. Si aclaJ.tiò 1Jul dorso, cogli. occhi abbagliati nel ,:,olc. l capezzoli uscivnno umidi clall'1:1cqun, ed ella ncnti\'a per· tutte le vene ,;correre un Fremito di voluttà ,,conosciute. Guardava attraverso l,'acqua le Forme levigate del ,,uo corpo d:,,cioglicrsi in un tremolio scomposto. con una punta cli compincenza, ma in13icmc con un desiderio di abbandonarsi all'abbraccio che l'avvolgcvn, di ,,pcrdcn3i entro un null11 così dolce come quo;t'nc<1ua estiva. Dopo il bagno, t3i stese nuda sulla ghiaia che •3cottavn. La guancia abbandonala 13ul terreno, guardava le minut3COle conchiglie rose dal sole. i cocci colorali e levigati, le alghe Gc.eche. Svogliatamente agitava i piedi nell'aria, guizzavano placidi i mw3coli sollo In pelle, mcnti·c unH lcnh1 Gonnolenza l'invadeva ,3u) ritmo dt'I vusto respiro dei mare. Uomini p~1,savano •sotlo le sue palpebre ,3occhiuse, nel bagliore rosso del •3olc. corpi alti e guizzanti in un incedere lento e mao.Jt.o.so. voci <lurc e fredde, rionte ca)dc •di terra. Venivano, si appressavono a lei e l'abbraccia· vano calmi, e-on gesti risoluti e spietati, In loro bocca di fuoco ,3ucchiavu spa- ,smodicament,e lo sue labbra. Avrebbe \'Oluto gridare, mn una ,:,trana gioia la truttcncvn. Tutto il •3UOcorpo era scos• 1Jo da un fremito di rebbre, come se una mano Parrerrru3sc e In scuotesse ,:;pietata. Il sole le entrava sotto le ciglia, le inlorpidivu le mcmba, cd cllrt ,;i abbnndono, 1a, vint-n. Pn,savnno le ore immobili: il suo corpo era tutto un ruoco. D'un tratto •.,;iriscosse: il sole era altissimo nel ciclo. Si 1·iv<1>tìcon mosse lente, inclu~inndo con le mani que,Ji a corezznrsi gli rnili fianchi. La sua mente ero un turbinio di luce e cli '3en:rnzioni disciolte in un dolce ,3pasimo. L'r,3salse la frescura del bosco e l'acuto odore dei pini, nppenn l!JJCÌ dnt Forlì greto e ,3i inoltrò sulla salita che portava al campo dove tra il vc?de gli uomini avevano piantate le ten<lc e le donne accovnciate 13ugli alti carri, coi ca• pelli lunghi e neri 13carmigliati, ullattn- ·vano i tnnrmocchi 13porchi dagli occhioni 3grannti. Pacate voci s'ìntreccia\lano nello 1Jpiazzo. Di tanto in tanto i cavalli levavano la lmta e nitrivano calmi e •lolenni, pcrchè dai campi lontan:,.,simi ero giunto un canto solilario di contadino. Allrnvcmò slor<lila la radura: si voigcvano jn 13ilenzio a guardarla, poi continuavano a trarre clallc lunghe pipe azurre boccate di fumo, mentre un guizzo negli occhi illuminava per un .i,3tantc le faccie impenetrabili. 1 giovani In r:13savano sfrontatamente, si sentivu i loro -3guardi scorrere per tutto il col'po, nofrcrmursi avidi sulle gambt' ignude in cui alternamente balzava il gui1.zo dei polpacci pieni. Le pareva cli (,.;sere nudn uott.o tanti sguardi, e di nuovo l'asnalse c1uel fremito irresistibile cli tutte le membra: tJi senti <l'improvviso un pianto •3alirlc :1gli occhi di essere co131,una povera cosa senzn volontà, senza una meta definita. Eppure tutti quei ,;entimenti nuovi che l'avevano agitato er1.1110qualcc13u di strano, di mcr!ni~ gli(dO che invadeva la sua , ita. Sollevò lu cortina della tenda. i\cl barbaglio cli Gole, che, fillralo tra i mmi, pcnctrn,·u nell'inlcrno, ,:;uo padre 1,tava seduto con In testa tra le mani. Al1.ò il capo e la guardò con, aria rnHentc. Poi di colpo scattò: · - Dove sci stata? - Di rrontc al tJuo sguardo freddo elln :,rrelrò, nrn non riJ:,posc. Si 11ccucC'iòin un angolo e addentò con fu1·01·c una pagnotta che era buttata lì Gu un mucchio cli rpba. Dopo il primo boccone, ,3bocconcellava or:i svogliata. f1 vecchio ,;i cm giii dimenticato che co~a a,•essc chirnto, con un grugnito si era disteso ,mi cuscini, e ora ronrnva pesantemente. Sclln penombra luccicavano gli ocdti clclln rHguzzn; le ore pi-·nsav:1110. Dal cli fuori giunge\lnno di tanto in tanlo rumori Fn,tosi e grida, erano certo i ragaz;r,i moccicni che si arrampicavano •1ullc grandi <1uercie. mn per lei nas<'evano come voci mi,3teriose, echi cli un ,,ogno lontanissimo. Guardava fisso suo padre, Guggestionata da quel corpo immoto da cui ,3i sarebbe potuto scatenare d'un tratto un urlo 1·oco, e i pernieri ,3correvano nella nebbin della sua mcn1c \Clocit;simi. febbrili. Vcrnti? '"\Ile nove a cr-11nmi;,: guarda che ti f13peUo. - le aveva sus- •jUtTato <1ucll'uomo. sorridendo in una Gua maniera nmbi~trn, e foccvn p,rnra µ-unrclnrlo, come gli ,.;porgcvHno R:li oc• chi rcnsi e luccicavuno. Paura, 11rn an~ che le piaccvH ìl lcµnaiuolo, per quei ,,;uo coroo svelto. per f1uclle sue hrnccia ,;alde che sembra"n clo"esscro spezzare tutto ciò che urrcrravano, e ,;i and,e ocr il ,;uo sorriso così caldo. ~ol labhro inferiore 13por~ente ma la hoccn ~crrntn per celare le g:cngivn 1·i>,:"onric,i <lenti •3alt.ati ,,in in una .-cccntc <arlutn in cui per poco non c'era rima~l,) - raccontnvn. Poi. quando In sera prima, all'osteria dove l'aveva trru;cinnta suo paclrt', mentre il vecchio. ubriaco. si era addormen- - tnto con la tcHtn sul tnvolo, eqli si era avvicinato lentamente guardandola negli occhi, e d'imoron•i,30 l'aveva afferrata per le 13pnllc, e ridcn1 mentre letirava via lo r3cin11e e con la mnno ru- ,,ida le cercava il ,5eno, ern rim11sta H ,c.cossn eia un frcmilo.co~li occhi sbarrati, ,,enzn tro,,m·e la forza di gridare o di fnggire; e il ,3uo Finto C't1.ldodi vino le si accostnvn sempre più. sempre oiù... In quella il vecchio, al 1·umore delle risale nella piccola sala fumosn. 13iera sveP.liato con un gru!{nito. e alzatooi barcollante senza vedere nulla intorno a oè, aveva urlato: - Elena! - Come un cane frui.;toto, tremando gli ern coma vicino, ed erano pussuti in un ,;ilenz.io improvviso trn una filu di volti che la FB;savano rossi nel fumo... Sulla porta, appoggiato pmantcmentc ,,;nllo stipite, st"avn lui. i\cl par3sare l'aveva sHoralo e aveva sentito le ,3ue labbra toccarle In tcmpi'n. e mormorare quelle parole. Con un brivìdo era Gei volata , ia, quasi di corsa. Le immagini ,3i fanno sempre più torbide, tutto ,:;i disperde i.n una nebbia rcf3sastra dove ogni cosa perde il suo •3ignificato e si riduce al febbrile, i~- cmsanto pulsare delle tempie impazzite: e irJ:;icme il calore implacabile ciel soleche per tutta In mattina le è colato nelle vene, ribolle ora in uno Gpasimo <li tutti i ,:,cnsi tesi inconsciamente vcroo un amplesso sconosciuto. Le ritornano, e a'indugiri tremante a ricercarle, antiche immogini, ma ora le appaiono ccoi vicine e vive che <1unsi ne ha paura. [ vecchi ,3icdono in circolo intorno al ruoco del bivacco e gli 13guardi luccic,mo, r3i agitano le mani grinzose tra le rDJale ampie e ,ardenti, se qualcuno di loro raccon~n pacato e impi:-,,~ibih• (ma gli occhi ridono di brama furtiva) qualche Gtoria salace; allora una stranri ,,;cnznzione la riempiva, turbata ma di un ,,ilenzioso piacere per quelle parole il cui Gcnso. il più delle volte, le sfu~- givn: 01·a le ,.;cnle rinnsccrc ad una ~,d una, tulle <1uclle ,:;toric, mn senza pol<.'1' rieorclare il uenso delle paçole: rina1-;cono solo immagini slegate e quasi grot.t11,che, giovani astuti e perversi abbr::1cciati n fanciulle ingenue, donne p::1zze di libidine nude a correre per 11tunzc drnertc, satiri deformi e osceni che nbucano da cespugli ... i\ln la !Jcra era lenll11ncnte discesrt: nulle cime tlcgli olbcri s'indug.invr, ancora un rcnso di ruoco, ma giil l'aria •.>'oscur:wa in una dcns11 caligine. opaca. li mormorio della for«:,:;ta che ncllu animazione della ,;era si era folto più vivace tra incroci zufolati di uccelli e fremito cli frrGchc sollo lri brezza, ora ,,i veniva lcntam('nte ci:,lmando. e dilagava vrntissimo silenzio <li cose e d'animc nolitarie. Nclln pace cl'ombre che nC'ende, le cose perdono i contorni; ma dentro te le ,;enti rinascere dalla nebbia, ferme, prcd3e, gigantesche come campitc in un deserto- sotto un sole accecante, tutto 13lacchi di luce e d'om• brc ... Aneli n un pò d'azzurro. a u11 rngo tremoli() d'argento che ti riporti quelle incertezze ent~o cui ,;u un'csilis- :dma trt1ma erra,,, la folle fantusio. !nvrmo. Tutto è chiaro ora, .:;i svela come un cimitero allucinato di immagini. Freddo cd eterno. La via è lii non ,;i esita più. Andrà: .. ma vorrebbe ancora milnre, sentire la do1cc pena dei •moi pen~ieri che si è spenta col sole. Ecco. La cro13l'sart\ lì. oscura e ·ton·a nell'ombra. mi.l. _'3u1la porta, le strapner:'t un fremito un occhio cli brace. la pipa di lui che aspetta e ride. r, correndo ali !!iuni;:erù vicina. anelante, ce1 e,;;li ridendo. 13enzn clir nulla rua guardandola nç,~li occhi lanto eia forla nic- <·ina, In a[forrcrù nulle spnllc torcendole la v('t;tc e strappandola, e poi la rovc0,cier:\ sul ricno .. Trema tutta come cli febbre. l1 ve<'- chio dorme ancorn, !'-'ode il ronfare nel hu io. flfnta scostare il lembo, e !Siamo fuori ... Ma ccdè · quella strisria di luce? Cnrponi, oiù lentamente c.hc ,;i può, come ,,;e si stesse ner rubare un tesoro. piano. e poi, lù, di c-olpo con la mano nd arlidio .. La rorcnta era nata sotto il Dlcnilunio <l'ng<,>to. Pnlliclo un immobile rrimc,:raio contro l'opalino chitirorc del ciclo. la canclidn rnclura e le tende in• formi e i ,·olti immobili sulle soalie. e Jc,55\1 la luna che viagaiava sorridendo come un canto d'amore nel ,,iJcnzio della campap:na. Tutto era ,3parito, non era rimasta C'l1c unn lacrima trcmul.t. e qu.:t3hl notte ,.,.hc t3Ccn<le nell'anima come u1rn luce. D'improv,•ino balzò in piC!'di e si sciolsP i capelli ,,otto la luna. I~ ron il volto :-,rote;;o nel chiarore. si sentì sgorgt1rc nn c:.1nto di no1tnlftiche infonzic in <'lii tremavi) una nota di abbandono c di pr1;sionc. Cantava nella grande notte Hilenzio<Ja, e sentiva le trnsie del suo corpo clisc}ogliersi nel pianto. fil/UNO SCUACIIE/1/, 5

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