* AUTONOMIA DEL·CINEMA come il dominante neo-romant:- cismo lagrimogeno, sono il segno di un paludismo spirituale cui una critica informata e commossa può e de\'e por rimedio). l'abbondanza o deplorare l'assenza, sono irreperibili nelle recensioni. Il nome del regista, la valutazione .speciFicn della sua fatica, anche in relazione a <1uelle sue precedenti, insomma la dhulgazione del suo la,1oro; si trovano solti:,nto quando il registn è cosi bravo da farsi co· noscerc malgrado la critico. La maggioranza schiacciante degli spettatori va a cinema senza sapere dell'esistenza del regista, senza preoccuparsene a.fratto: ci va per gli interpreti, e il giorno dopo dal giornale riceve la conferma della sua opinione. C.a critica iH 3talia Sarebbe sciocco chi affermasse che, in Itnlia, lo critica cinernalogrn[ica riponda in pieno n questa esigenza. Uni:1 intelligente interpretazione del fatto cinematografico è solo il privilegio di pochi periodici speciaìlizat.i, i. cui lettori son tutti e~tclicamente smaliziati' quanto l'e• stersore delle recensioni. ~ei <1uotidian!, in, cc:e, nei <1uotidiani che almeno trenta milioni di italiani leggono ogni giorno, la critica dei film obbedisce ad uno schema venusto e immutabile. La 1>iù gra\'e colpa di ~uesto schematismo è lii gencricitù e la sommarietà dei g;udizi. Si sintetizza apoditticamente In qualità del film, senza eccessive analisi, e qunndo si aggiunga clte non sempre per svariati motivi Je cose si ]asciano chiamure col proprio nome, si clève confessare che neppure Ja sintesi è sempre limpida. Un'altTa colpa, un po' vizio originario, è la caratteristica impostazione da recensione drammatica che hanno le critiche dei nostri <1uotidiaoi. In pi-inci• pio, H racconto della tramo, proprio alla Simonj; poi qualche consi.derazionccllai inrine il giudizio sugli interpreti, proprio al• Ja Praga. I valori cinematogruCici, che se ne debba m?gnifici.wc Al critico cinemntograt:co aderisce perfettamente c1ucJ pensiero del Sninte-Bemc: «il critico non i.· che un tale che sa leggere e lo "'.insegna agli nitri». Leggere è intendere una scritturo, e sC'rittura è 11 sinonimo unh·crsalc cli ogni espressione poetica. li rilm è scritto dal regista sulla celluloide, cd è letto in quanto se ne percepiscano proposizioni (ovvero, inqundrntu.re) e periodi (ovvero, S'-'qucnzc). Parrebbe, quindi, che noi si ncc.'CtWIn tesi che prcscri\'e alla critica in generale, certe funzioni, certi compiti, per esempio didattici o moralistici, e finisce col farne uno strumento scicntiIico. In reultù, questa tesi è inacccttubilc. Non pensiamo la c:riticn come giudizio grammaticale o classificazione logica, secondo canoni dommatoci; la intuiamo come rappresentazione interpretativo. Pe1· noi, insomma, la critica è un'arte. Di fronte all'opera del Poeta, iJ critico fermo sulla pagina certe sue impressioni, certe sue commozioni, è perciò in un momento li.rico. subiettìvo, puro. L'impegno che lo lega olla pagina - e assai più oltre, in verità - è squisitamcnle disinteressato. Ln sua intc1·pretazione snr-.ì una tras[igurnzione insieme fedele ed autonoma. rella sintesi tra aderenza al testo e originalità di testo, sarò. la sua valiiliUI. li Poeta sarà per lui precisamente quel che il compositore è per un pianista, una luminosa prigione in cui l'anima è immensamente Jibero. II critico non spiega, non illustra, non aderisce: sente, e come sente scrive. In campo estetico, lutto c1uesto è ormai un'antica conqujstu. Chi concepisce In critica come scienza, e l'angoscia di cifre e cli cabale, <1uando nc·ga poc~ ticitù allo critica ha ragione solo relativamente nlln sua pagina. Quando i due clementi della creazione e della commozione so,,·astano nd una scrittura, siamo nel campo de1l'arte. Se l'att.ivihì critica fosse in sede estetica attività scientiFica, si limiterebbe in realtà a collega.re e sistemare aspetti solo parziali della Cosa d'arte, o individuar• :ne i 1notivi solo ccrebroli, igno~ rnndo 'superficialmente quelli sentimentali: in [ine rinnegherebbe sè stesso. Pure il «disinteresse,. assoluto che in sede estetica non sapphuno disconoscere alla cri· tica, si tempera molto quando si accondiscende nd abbassarsi si• no alle esi_gcnze storiche, con· Ungenti. Per antica nostra pieUi Lunana, intendiamo uppunto occuparci <lei problema contingente. A\',ertiremo subito 1 allora, che in campo pratico, per determinati riguardi e salvo certe enutclari condizioni, si pllÒ ri'- conosocrc- all,1 criticil una qu~lchc •fun.done». Pcrchè poi l'antitesi tra assoluto e rcluti, o non ;ia, coml' non è, rigida come si ,orrebbe, pre~·sercmo che se fun- ✓.ioni sono rile\'ubili, esse non lo possono essere che .- a posteriori ». Ossia, si può parlare di rom:eguen:e inter·essanti clell'ntti, ihì di recensione, non rtmi di sc.pp;. dell'assunto finalistico, è il caso di prendere posizione nella d_i. sputa sui « compiti » dello critica. Qualcuno penso, con can• dida ingenuitl1, che il censore abbia una missione, come si suol dire, provvidenziale per il Poeta. fn questo senso In sua «nobile» fotica tarebbc pensqre o.I lavoro fedele di un campane) lo elettrico che dia l'allarme con esemplare ruatualità. Il Poeta sbaglia c i Critico trilla: cosi il Poeto un'altra ,•olta non sbaglierà più. JI nostro pensiero è che, nel merito, il compito del censore sia assai più modesto; che si limiti all'avvertenza di esteriori dissonanze; che sinteticamente disponga a ,m giudizio <morale•. Ma niente di più. Che incida sulla ispirazione rion crediamo. lJ critico influenzerà certo le successive produzioni del suo autore, ma non più di quan• to lo potrebbe un qualsiasi accadirnenLo ambientale. S' btende che parliamo di veri critici e di \'Cri Poeti, sopratut.io: in altri casi, una buoòa stroncalurn per un cattivo autoreUo è veramente provvidenziale, e può esser decisiva c1uando al cuttivo gusto dell'aulorello non si mescoli una iniquo pervicacia. Ma i destinatari del travaglio del Censore sono - per ritornare al Sainte-8euve - soltanto i lettori inesperti dello scrittore criticato. Questa i! la semplice verità. € ad essi eh~ In sua emo.zione lirica e il suo gusto estetico si indirizzano pet· destarne la emozione e artinarne il gusto. li Critfoo sintetizza, al fuoco del suo genio, espc1·icnzc di cultura e passaggi lirici che il lettore non ha toccato. Se un'immagine romantica fosse consentito, penseremmo ad una brava mammina che racconti nl suo piccolo una bella fiaba e ci si commuova più del bambino. * *" li dio degli esteti ci perdoni, se osiamo aggiungere che in nessun campo come in questo delle nostre arti spettaco, lari, il compilo del critico è più impegnativo. Soprattutto ul cinema bisogna assolutamente tener conto di diverse circostanze che con Cacile umorismo po• lremmo definire attenuanti. Par• liamo, per esempio, della im• preparazione del medio lettore dei film, della sua frettolosità anche legate alla \'Clocità delle immagini pellicollari 1 sopratutto della. rclativitiì di una genera• le educazione estetico•cinematografica. (Certe degenerazioni di gusto, come\la mania dei lilm in costume, o certi ritardi estetici, della NOS1'RO'CINEMA Bisogna, in fondo, che .i critici dei quotidiani dimentichino In. letteratura e il teatro, q\Jnndo scrivono di Film. Bisogna che essi si convincano di essere proipri.o i ,rnissioriarl di questa nuova tonna d'al'LC\, i soli tra tutti noi che possono predicare fuori dcsertò, alle turbe. Qunnclo il pubblico si:,rù educato delle cri• tica quotidfana a un gusto cinematogr.1fico, perfino i produtr tori finiranno col convincersi che non soltanto un film bruUo è un film conveniente. L' Ungherja. 1 la storia e le scale di marmo s1 trarranno in disparte. e timidamente - dapprima con passo incerto - l'umanità e il buon gusto faranno deliziose apparizioni sempre men rare. Possiamo assicurare che non si trattn cli una questione finanziaria. Al'ffOlVIO GIJI//ELl,I ·Qu·asi una certezza UN esame non approfondjto e staremmo per dire addirittura superficiale deUa nostra più recente produzione cinemato• grafica scade in un bilancio che, se non proprio sconfortante, risulta certamente mediocre. Logica, <1uindi, h pl'esa di posi• zione dei giovani usi alla realtà concreta di c1uesta martoriata epoca di guerra e nalurAle Ja somma delle proteste non ascoltate. Se, però, il bilancio si rivela nel suo aspetto contenutistico - l'eterno problema dei soggetti non ha ancora trovato una sua • puntuale soluzione - di scadente qualitù, è pur vero cho fermando 1 'utlenzione a certi nostri ultimi film (e non -contano titoli e nomi) la cui « attualitlt » va esaminata su UQ piano strettamente programmatico nei riguardi della sempre auspicata cinematografia « nuo~ va» di domani, è certa la constatazione di un riJenrnte progresso, di una direttiva diversa; e questo rilievo ci spinge a formulare l'ipotesi che In messa u fuoco definitiva dei varH problemi relativi alla tanto discussa settima m·te batte alle porte: siamo, cioè, sulla via certa di um, erfettiva « origi11olità • propria del clima spirituale odierno. Giù la quasi certezza d soccorse con la commovente opera cli Augusto Genjna « L'Assedio dell'Alcazar,.; l'esempio fortunatamente non è rimasto iso• lato che ha maturato i suoi frutti: « Uomini sul Condo » e il successo di «Un pilota rjtorna:a diretto dal giovane Hossel· lini, possiamo confermare la di~ chinrazionc di fede estrema nel nostro cinema che risorge {I nuova vita quale espressione più genuina e suggestiva della guerra che combattiamo a conferma di lutto un diverso « sentire». Rotti - . anche se soltanto in parte - gli, indugi, si (a rivh,erc sullo schermo un • clima » fervido di Jotta-poesia e si condanna la cosidetta ZU\'Ot·- ra borghese. li nostro cincmn f~à i~ite~J:~iie~ -;j a~;,~:~i ~cl~ ''teatralità,, Anche queata parola • teatrali" - ha un. alg-alflcato coal generico che di Hcolo in Hcolo gll uomln.l Hatono Il bl· sogno dl appllcerla a qnalcoaa di determinalo da vsl e coa•easloal. • Eslate quladl vaa teatraU" di queato dl,quel 1)4:rlodo: •• eshte aOprah,tto uaa aeceHlt• dl ••preuloae. - La teatra.11t• 110a • che un termia.o I un a,tratlo 1 • ::::.• c':!e p!:~e c~~i;:r::::~r~ ~~~ ;,;~~:f:.f,~.~ :::.1u::~:1:r~a:::~-.::.:~~:~r:~ 1 !~:T 0 :!:.~~~·r~ 0:tr-~;;.;.:~d~!s\~:~•d1 teatralll• 099l comunemente lateH secondo le pro•• del paHalo), - Per letti Laadl lontempelll Angeli Fabbri Ptaelll la aecHll" di espreHio11e a1,1pera gU scbe•l comun.l: • dlUlclle sl fa al critico la ricerca di una tea1ra11t•. Tanto, ~uaato gli si fa tacile dinanzi al documenti di una ••ot• teatrallt•: che 1100 lucl tr•••dere alcun •Hunlo r.uo~a 0 a! ::: ::1.:::: ~ ~: 0ù -T~=~~ di\~ii:!~ 0d~:~ -~-~bl~.:~·:.-:u:o -~!a?:.~~·.:.=·:r uc:: ~::~k': 0c::~1::·~· c•l frutti ••porosi I parlino aacor• UD l111911•gS!o ce. aon laten.dlamo I ma ••• chiaro eh• noi tlOD. lro•eremo ID c!r!u:!~!!~~ ·,!,:.'!~•~:a•:t 1:•J\:p~~iz~!:'f~d: :.:r:~.- • 11 ;~•;~é1~:!:':r~a:::. ':b:c:.a~~.ht:•!!~ 1 ': ~ 1 .,~:~ ~ .. a\~-- 1 1 1 :! tua e1prlmenl poetico di uma11I latereHI, guerdatl ellr•••no un mo•ente religioso socia.le, e vaa raglo11e ••tetica. (TIIRI VA$11..E i" ••Spellacolo,) Fa°na'azion'è'V~uttfi .... 11-1-_ .... r ._,O,....r,..·11 __________________ _ Quel domani che sj edifica giorno per giorno coi\ sacririci e col sangue in una soUerta e lotale dedizione di anime e <li COl'l?.i. Xon crediamo necessario 1 iproporre il tema già lungament{'- e con acuto fervore di indagine svicerato da molti gio, ani del « ,the cosa dc\'e essere • il nostro <'inema. Si è concluso ehc invochiamo do questo cinemn - espressiont della splendida pe!'· sonalitù C:iveri art's~i e s1 ecJuo fedele di una realtà non s:.:hiantatn dai ,oli di grette fantas'eun lievito nuovo e recom!o; ,ogliamo un «clima», uno « sti• le», un c1unld1e cosa, insomma, che lo clifferenzi e lo sganci c'olia passata e al;o ninevole s •·atteria; ,ogliamo un cinema « unh·ersale •, in:ine, che pa1·li il suo limpido linguaggio - linguaggio sobrio cd inc:sivo - al cuore di tutti gli uomini. qui e fuori. Nei témi e nei caratteri il Falso cd il ,"uolo, la retorica e lo spasso contingente, lu trm,anclnta maniera dl'I racconto e l'abuso di talllni generi dov1·anno trmarc clcgna so- ~tituzionc in un mondo di Poesia, in personaggi di toccante umanità; clo,Tanno cedere ad una consistente dialettic;tà in• teso n , alo1ù;zarè ide2 e sopratutlo fotti ciel nuovo tempo r:- goglioso. t umili:u1tc, imcro, rifnl'si nl pt1ssalo anche se di esso non sopravvive d1e un fragile ricordo. Umiliante bocc'are una produzione per Ja più parte sconciament(' borghese, sc1occn, subdola; una produzione sopra· tutto smodatamente nllc_gra e linfatica nello spirito: simile ri!- fo merce di tarato qunlitù che ci veni"n dalla lontana America. Nè. ser\'c od una immeritata giustifica la pet'cgrina scusa che si compendia nella pnroln « cosse_tt{I•. Non dovrà il nostro cinema essere consideralo come una amorfn distensione degli animi, non alla slrcgua di un passatempo artisticamente negati'?· f: implicito che anche le esigenze industriali dovr~nno giocare la loro necessaria parte; mai, però1 che queste debbano prevalere sull'Arte. A conclusione di questa hrc- \'e nota, noi concediamo le al• tenuanti n chi le ha meritate; ma non perdoniamo nè l'ostinazione nè i cosidetti ·tentativi. La sabbia negli occhi, i mi• raggi, i compromessi ci ripu• gnano. Ghi le superiori gerurchie con opero ratti\'a ed assidua da tempo contribuiscono al risanamento. Ai signori produttori, ai registi, ogli attori (an• che n loro), a tutti quelli che vivono nel cinema e per iJ cinema il compito dj continuar di• riito sul cammino segnato, di vincere. L'ingegno italiano ha da essere valorizzato: e1 con esso, la Poesia che fu ed è la suprema dole di nostra gente. Avremo così un «nostro» cinema nuo,•o, un cinema ila• liano che saprà tenersi debita• mente lontuno da ogni subdola e scialba contamin11zione teatrale: ll\'rcmo un cinema nato dalh lliYoluzionc, edificato sulla bJs • di un duraturo ordine europeo, viviFicato dai ,alori eterni de'.h ~p1r1to, fresco, "ivace, umano, gentile, etico. Film « veri » <~ folla di personaggi «veri», d'icjamo, nel corpo e nell'anima. È questa lu nostra certezza. SANDRO VELLI PON'rl 15
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