Pattuglia - anno I - n. 8 - giugno 1942

OMAGGIO A SCIPIONE I IL primo quadro di Scipione lo vidi nel 1932. a Parigi, in una moslrn dei pittori del 900 alla Galleria Bcrnheim. Era una nutura morta di fichi spaccat.U., c1·cdo quella della c6llezionc Bassiano, unu teletta di piccole dimensioni, con t·inque mezzi fichi isolati in una zona irreale; qualcosa che mi foce pcnsa1·c ai volti delle cantanti di varielù quando J.1 sccmt viene oscurata e i riflettori accendono su di essi fantomatici bagliori. I rossi di quei fichi erano questi bagliori. La breve tela era tutta C• snltata di quei 1·ossi. Un anno dopo, nel '33, Scipione era giù sparito pc•· sempre. Soltanto nel 1935 potei incontrarmi con Ja sua pilturu, nlla mostra postuma organizdalla H Quadriennale. Lù vidi il « Cardinale,., il 4: Principe cattolico», il «ritratto della madre, il ~Hisveglio della sirena» e per la prima volta i tmoi stupendi disegni, d1e mi commossero <1uasi più che le sue tele. Certo suo fare cupo e bituminoso era molto lontano dai problemi pittorici ehf mi prcoccupa\'ano, mentre il suo mondo soprannaturale mi aU1•;.1eva, sebbene dal mio l'osscro escluse le sue possibilità ironiche. (l\loltc ,,olle mi sono trovato H riccrc·urc nelle testimonianze di cbi lo ;wc\'a conosciuto lu vera essenza della suu l'cdc religiosa, pur chiarissima in <1uclla suu breve e commossa «ultima preghiera» e in certe pagine di diario.). i\la forse per tutti noi il « mito » di <1uesto pittore Hat.:que trop· po frettolos:nnl'ntc e con troppa commozione da quel suo mondo. Oggi la Hilutazione positivo di Scipione stn ritroHtn<lo i suoi termini più veri e pret:isi, non per questo diminuiti, anzi. , la intunto ecco le tavoleUe segate in due •per Jo spessore, èCèO i quadri con cancelJnture e rifacimenti, le firme a~giunie dopo, brribili disegni forse dcll'adolcsceuzn o addiritturu non suoi 1 nutcntici, im1>rcziositi e ofil'rti per somme iperboliche ... Giù, la rama è: pcricolosn. Non risparmia nè i vivi nè i morti. (dal "taccuino,,) Iì\CANCELLA13ILE è ormai dalla noslra memoria il ricordo <liScipione.• r\ttra\'ers~ la sua voec decaddero dalle nostre visioni di ingenui e giovani pittori1 allora <1uasi ragaz1,i, i miti della sperimentale pithu·n post-novecentista: mettendo fine alle troppe e discordanti polemiche di torma e di contenuto, per al'fronture un linguaggio esente dalle teorie e Tidare poesia alla piilura allraverso In voc87.ione. Egli per primo sentì urgente il distacco dagli esercizi intcllel(ualislici di unn pitturn polcmicu ctcoricn, e dal l'altra, tronfia e 1·ctoricu, aurica e insicml' materialistica. La sun \'OCC non soltnnlo i,llnrmù i borghesi nncora uniti tilla pittura nrntcrialisticu, ma onche coloro che ci avcvu110 cutcchizznti con l'urlc l'ranccsc dell' 800. La sua forte lezione si uni, a ad una Yalidtt voce che si muo\·c, a dalle O. TAMBURI - Disegno ptr • L'Estate> di Scipione. csclu\lcndo <lui suo ·operuto ogni ambizione poi cm ica. La sua presenza terrena Fu troppo breve, ma fu un valido orientamento: più di quanto non Jo furono le molte polemiche pittoriche del dopo guerra. Con Scipione ebbe inizio un nuovo e grande moml'nto della pittura italianq. Nel suo linguaggio vi C unn prevalenza più poetico che lettcrarja, nnchc se talv0lta la sua materia pitloricu grondante non 1·icscc a seguire interamente con acccnt.ratu l'orza le sue vorticose sensazioni: ma si dovcvn, poi, con dolore, giustificare la sua rnt{1le fretta, il suo bisogno di esprimersi, per giungere ali' illusfone di un definitivo discorso al di là del tempo e dello spazio consentiti du un logico s,olgimento. Egli si muove clalla notte fosca di una pittura sutura <li bagliori catartici per arrivare attraverso un unsioso pcllegrinuggio, distoccundosi dagli incubi notturni, olla gloria dcll'nlba: malgrado In suu appassionata tensione nel trascorrere ,,eloce delle ore e dei giorni e nel sospetto di fatali ritardi di resa egli rimase prigioniero delle funebri notti popolate di euforjci spirjti an- · zichè di Uomini terreni,· di porporuti cnr<linuli, di principi cattolici, di canti liturgici che nUril\'Cl'!SO le lontananze degli orizzonti le t'rusi tutine delle csc<1uie cantate in l'aJsctto giungcvnno all'orcf.;chio del pittore, che assorto ascoltava la ~rande cupola cli San Pietro, t.:ome un'enorme conchiglia dalle risonanze profonde di musiche mistiche e cnttolid1c. Ed egli evocava <lai suoi sogni le architetture bcrniniane nella gloria <li unn spaventosa e interminabile notte popolata di spettri barocchi, di bagliori boreali e npocnlittfoi, di uorninì nudi e penitenti presi <lugli incubi e dal timore di Dio. Scipione do,ctte s~ntirsi smisuratnmcnte solo e pecc_·atorc in mezzo ui hlntasmi delle sue c,ocazioni. t:gli ritorn:w.:1 a Dio attraverso Ja Voce dei colori: , okva anche gual'irc · con lu pillura. • li Greco e la solare ,oce del Gongora rurono gli spiriti consolatori della sua av,entura tcrrenu. Dopo In morte del noslro amico si ebbe Ja \'Cntura di leggere centimetro 1>er centirrn:tro il suo breve racconto ,-_ .. ___ .. _ ____ " _," ___ , .. _ ,."---"---·---·· I PAGINA DI DIARIO i i .E; ,,•olto i 1 _ • tempo che mi sento chiamare ma dall' aree- i chio al cuore la Uta voce s'è persa. I I La tua voc,~ è un'acqua. fresca. che vuole lcrnar111i. l!, Ma tutto il mio cor/JO è corrotto e ,ielle ,nie membra I corre un ·vele110. ,,' A itttctmi a uscire dalle m.ie miserie. • I Siate benedeuo per la Vostra bontà infinita, e 11011 ! permettete -che io non approfitti ,/elle Vostre grazie. z I Fo.ò '""'"" P"""' f =• quauw ""'""'· Nall' ab,o de I I ~:r:~è e:;; ::s;o:i:::::: :::~e bl:,,:.ostra santissima volontà, I I . (da ~,Carte segrete,, Ed. Corrente} i Por1r·.-.·---·- ..·-···-··.·.-- ...-.--"---· .-. ···.·.-·..-·----' pit.lorico; queshl visione accese le nostre speranze. E di questa consolazione si deve dare atto a Cipriano Efisio Oppo, l'unico artista appartenente t:,d un'altrtt generazione che capì e difese Scipione. Nella mostra di Scipione ritrovammo il suo spirito inquieto. La suo mostra, mi ricordo, incuteva silenzio e rispetto, e si provova la stessa sensazione allorquandò i profani rumori della città · si pl::,cano improvvisamente entt·ando in una chiesa, oppure in uno carnera ordente illuminata da ori rirlcssi o da luci tremolanti <li candele. li suo nome è rimasto inciso nella verde corteccia delle nostre memorie. • Sento gli tlrllll dtgll angioll e,/:! ~:4!:~~7:a ' :fo~°u sal11tzza, t li sangut corrt a ptccart .. . • È, uno, l'nngelo che vola attraverso il cielo nero sopra Cnstel Sant':i\ngclo: volu su Homa nottur1rn, artra\'crsata dui lampi che illuminano i balconi deserli, le nH1schere. i guanti, le stelle filanti, i capo,olti tubini cuduli bui selciato, le silenziose baldorie <lei seccnlcst.:hi monumenti nel centro delle piuzZC,' lu corsa dei gendarmi nel buio delle vie o: se , olgono il capo dietro le spullc, allu luce della ruggente Junu, le facce nppafono bianche cd estcncfllttc). I·: un angelo disperato. dalla testa <li medusa. i::· l'in(1uictudinc che corre nel mondo di Scipione: inquietudine nelle nature morte, ovo i simboli sparsi su un lembo ondosp di tappeto stanno come testimoni abbandonati. Inquietudine nei paesaggi <li citt.(1, per.corsi dal buio ,cnto penitente. Le nu\'olc nel ciclo sono colpi di l'rusta. ln<1uietudine nei pN·sonaggi e nell'uria: macchiato <li coriandoli il ciclo, la terra macchiata di snnguej e nei personaggi I' inquiétudine si esprime in satirn, saLira nera, satira che è una specie di funebre trionfo, di apocalissi barocca. Nasce codesta inquietudine da una dolorosa frettfl ,li intuizione che, se nell'arte è superata dalla compiutezz,t dello stile, sorprendente in Scipione, resta tuttavia motivo spirittÌalc immutato: come la vita vien meno, cresce Ju Furia di esprimcro e purificare (Noi sappiamo che Scipione mori a 29 anni). Una dualilù si vien còsi a distinf:iuet'c in lui: da una pm·tc il possesso di uno stile maturo, vitreo, ass~luto, dall'altra I:, turbolentn aspirazione a un ideale di primitiva innocenza. SciJ>ionç è solo, in una generazione di (;tiovuni d' indole contemplativa e magica <1uali sono i nostJ•i pittori d'ora: è solo ncllri intcn~ionc e ncccssittì di rie,,ocnrc in pussione il mondo barocco ccd<'siast ico-<.'ttrn<'vOl<'sco del principio del secolo; è solo, dominrtto lui e In • sua urte da un dt·ammatico senso del peccnto che, !ilt1·0,1c, l'nlto cstC'lis1r10 simile al suo, ha scmplicemtmte abolito. Scipione morì, e lasciò dei gridi: p1:ri<lnva il buio con chiare parole chè:, per quanto gli accadesse, noÌl gli venne mai meno la facoltà dcli' immaginare. Scipione el'a un poeta. 13

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