Ombre Bianche - anno III - n. 5-6 - febbraio 1981

19 famiglie venete nel Sudamerica 81 Queste si lambivano le zampe e poi si strofinavano gli occhi proprio come fanno i gatti. L'uomo· si arrestò e si sentì gelare il sangue nelle vene: La co~pagna non ancora accorta delle grosse belve insisteva nel camminare, ma si sentì trattenere senza essere. pronunciata parola, e a cenni capì di non andare avanti altrimenti sarebbero stati perduti. · Vide anch'essa le que bestione e cominciaro_noa tremargli le gambe. Dalla paura si gettò con le bra.c,ciaal collo del proprio marito, e indecisì sostarono alcuni istanti non sapendo più che cosa fare; fuggire no perchè temevano che le due belve se ne accorgessero, rimanere sul posto mancava il coraggio, così indecisi rimasero stretti l'un con l'altro e in cuor loro speravano nella buona sorte. Nella di_sperazione dove quei tragici momenti sembravano infiniti, udirono in lontananza il galoppar di cavalli che si avvicinavano a loro. Lo scalpitio dei cavalli (unico mezzo di trasporto. in quanto mancavano biciclette e motociclette) si udiva sempre più vicino, cosa che nei due coniugi fece accendere una ~aggior speranza di salvezza. _Luidisse: coraggio mia cara questi che vengono ci salvano da morte orribile; lei rispose: si mio caro son proprio questi vedrai, ti dico così perchè nel momento in cui sono svenuta una voce mi disse: su coraggio non temete che nulla vi accadrà. . I due cavalcatori giunti a pochi passi dal piccolo·ruscello, senza passar vicino ai due sciagurati perchè venivano dalla pa.rte opposta, non se ne accorsero di quello che precedentemente vi era, e tranquillamente si fermarono ad abbeverare i cavalli proprio nello stesso posto che era stato liberato, perchè l'occupante s'era impaurito del rumor che non conosceva. I .due coniugi ancora spaventati ebbero· un po' di coraggio e si avvicinarono ai due cavalcatori per raccontare la triste avventura, e per chiedere aiuto affinchè si fassero allontanati da quella vicina foresta. . I due che erano di razza negra udençlo ciò rimasero meravigliati e dissero: certo voi siete stati fortunati, avete avuto qualche Santo che ha pregato per voi, perchè quella razza di belve non perdona a nessuno, ovvero devono essere state ben sazie, altrimenti non ve l'avreste cavata. · Ma sentite, continuarono a chiedere, siete venuti qui all'imbocco della foresta soltanto per prendervi l'acqua?; si risposero gli interrogati; e non siete armati; no proseguirono ·i due fortunati, soltanto questo cioè il zappone. Che còsa volete farne di questo, questo non serve a niente,.non lo sapete proseguirono i negri, che le armi in questo posto valgono più del pane che si mangia; si che lo sappiamo e come che lo sappiamo, ma ci manca il più, cioè il danaro miei cari signori. Come vi manca il danaro, non lavorate voi?; si èhe lavoriamo e già parecchio' . tempo che lavoriamo, rha di soldi non ne abbiamo ancora visto uno. ·Chi è il vostro padrone dissero i negri?. Il Barbosa risposero. Pronunciato che fu questo nome gli altri si guardarono in faccia e smisero immediatamente di far altre domande. La moglie dell'italiano essendo astuta o forse ispirata comprese in quell'istante Bi....-.... aC''"""T"~ acque per loro, cioè che i negri erano .gli sgherri del

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