Ombre Bianche - anno III - n. 5-6 - febbraio 1981

I :J famiglie venete nel Sudamerica 73 attendevano molto preoccupati, e così quella unione fu il momento più felice di tutta quella giornata. Le donne che prima l'avevano accompagnata e elle poi la lasciarono sola, gelose nel vedere che essa qualcosa aveva ottenuto le di~~ero: sei stata fortunata ad insistere, noi invece pensando a quel che ci avevano Jelto a proposito dei pozzi _rasadori che ci sono in quel posto, abbiamo creduto opportuno ritornare per salvarsi anche da quel pericolo. Sono fortun~ta rispose e ringrazio anche quel Santo che ci ha protetti tutti due. Senza nessun vanto, solo per ammirazione e ri~petto sento doveroso scrivere che la donna e il ba1nbino erano rispettivamente: uua mamma e mio fratello Guglielmo. Il 23 Maggio dello stesso anno assistii a una delle nunioni che spesse volte di sera si facevano, e che triste1nente cominciò così: vi ricordate quegli belli giorni trascorsi nella nostra cara Patria in libertà, 1nentre qui siamo schiavi, minacciati e in mezzo a tanti pericoli che ci circondano tutti i gioriu. Colui che aveva cominciato quanto sto riportando, ricordo che con le lacrime agli occhi rievocò che il giorno dopo era il 24 Maggio, festa nazionale dei co1nbaLLenti. Particolari di quella festa io li sentii per la prima volta quella sera quando parlarono di quella giornata gloriosa, ricordando quei Juri giorni trascorsi in quelle 1nisere trincee o nelle sponde del Piave, in quelle bauaglie furibonde. Erano giorni duri dicevano, ma si co1nbatteva per conqui~Lare la libertà, cioè per fare un'Italia libera dall'oppressore, fosse ancor pure quei giorni piuttosto di queste . . 1n1sene. Domani festeggieremo a qualunque costo quel giorno, non è vero amici disse uno; si bravo risposero gli altri, noi siamo uno per Lutti e tutti per uno. Abituati che eravamo ad alzarci all'alba, anche la mattina Jd 24 Maggio noi italiani eravamo già tutti in festa fin da quell'ora; cioè quelli della nostra nazionalità quel giorno si astenevano dal lavoro. Come al solito il fattore tutte le mattine passava per le colonie a cavallo per fare incominciare la giornata dando ordini in proposito. · Al suo richia1no risposero: quest'oggi non si la ora; perchè non lavorate chiese?; perchè oggi è festa nazionale italiana; macchè lesta nazionale rispose lui, andate subito al lavoro altrin1enti ci penso io. Una voce si sentì fra tutte e disse: signor fattore oggi ne voi ne il vostro padrone ci date ordini di lavoro. Lui vedendo l'impossibilità di comandarci avvcnì il Barbosa, invitandolo sul posto. Gli uomini che si erano riuniti la sera prin1a, nell'intervallo di quella libertà che durò circa un'ora, per sentirsi più forti e per persuaderli hanno alla meglio costruito una bandiera nazionale. Essendo sprovvisti anche di stracci per comporre d tricolore usarono le seguenti cose: un fazzoletto rosso e uno bianco, e per il verde una foglia di banda. Ultimata che ebbero la bandiera la esposero nel nostro villaggio. Mentre noi ragazzi guardavamo quel simbolo che ci sembrava ridicolo, vedemmo arrivare il fattore Bi ll"'A-°"v'.11"1'--""" ·,_ .....,,..,.. mbedue a cavallo. Prin1a che arrivassero al più vicino

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