Ombre Bianche - anno I - n. 0 - novembre 1979

74 Federico Bozzini ricchezza di quel patrimonio di esperienza diretta dei lettori ci permette di formu- lare tranquillamente le nostre ipotesi, magari a sciabolate. Sarà infatti la discus- sione ad affinarle e ad articolarle. Per questo ci auguriamo che altri, senza camici bianchi e senza arroganze di competenza, ritornino sull'argomento. 2. Una prima stranezza L'idea di riflettere sul tema ci è venuta considerando i dati dei ricoveri nell'Isti- tuto di Medicina del Lavoro di Verona. Su 2.870 persone ospitate nel periodo 75- 78, 41 erano funzionari sindacali a pieno tempo. Il numero in assoluto non dice molto. Diventa invece significativo se lo si considera in relazione agli occupati nella categoria per la regione sulla quale si attua l'intervento sanitario dell'istitu- to. La percentuale dei sindacalisti ricoverati nel reparto di Medicina del Lavoro ri- spetto ai sindacalisti attivi nel Veneto è enormemente superiore alla percentuale dei metalmeccanici, dei tessili, dei grafici, degli edili ricoverati se rapportati agli occupati nelle rispettive categorie. Questo semplice dato, che un sindacalista ha percentualmente maggiori possibilità di ricovero in questo reparto di un lavora- tore di qualsiasi altro settore, ci sembrava meritevole di riflessione. Non pare in- differente prendere atto con l'evidenza delle cifre che questo reparto, costruito per intervenire sulla salute dei lavoratori, è stato notevolmente utilizzato come luogo di ricovero per i sindacalisti. Non c'era nulla di particolarmente scandaloso in questo fatto. Ma capirne le ragioni può tornar utile. La faccenda è presto chiarita. Specialmente agli inizi della sua attività, i medici dell'Istituto accoglievano con favore la richiesta di servizi che veniva loro rivolta da parte di funzionari di sindacato e di partito. E ciò nella convinzione un po' corporativa, se si vuole, che questo fatto contribuisse a pubblicizzare e qualifica- re il servizio dell'Istituto verso la base, i lavoratori, che restavano i reali destina- tari. Un sindacalista ben servito sarebbe stato automaticamente un convinto assertore della loro capacità operativa e professionale, una volta tornato in zona o nella sua categoria. Questa pratica autopromozionale li portava ad accogliere le richie- ste di intervento sanitario così come venivano loro rivolte. Hanno dunque ricove- rato persone che potevano essere tranquillamente trattate ambulatoriamente ed hanno accolto nel loro reparto individui che, per il malessere denunciato, avreb- bero dovuto essere orientati verso un altro reparto specialistico. 3. Il sindacalista e la propria salute. Ma una volta detto questo, una volta fatta da parte dei medici un'autocritica anche severa, rimangono nella faccenda tutta un'altra lunga serie di ambiguità che meritano di essere chiarite o per lo meno sollevate. Certo, i medici dell'Istitu- to accogliendo in reparto, ospedalizzando e medicalizzando queste persone han-

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