Ombre Bianche - anno I - n. 0 - agosto 1979

22 4. Il problema reale è accettare una volta per tutte che l'esperienza della droga de- ve possedere un fascino sconvolgente. Altrimenti risulterebbe incomprensibile l'esistenza di qualche centinaio di giovani, tutt'altro che imbecilli, che vi si son buttati a capofitto fino a perdervisi. Ci sembra importante, proprio per il livello di autocritica che ci impone, co- minciare a discutere, anche nel sindacato, della condizione in cui hanno scelto di giocare la loro esistenza fette sempre più grosse di giovani. È però altrettanto ne- cessario che si cerchi di farlo senza intollerabili ingenuità. È soprattutto impor- tante capire quello che possiamo realmente fare e che la smettiamo di riempirci la bocca con sogni e deliri che servono unicamente a coprire la nostra voluta impo- tenza. Uno decide di bucarsi perchè preferisce il mondo dell'eroina al nostro mondo. Questo è l'aspetto centrale della faccenda, questo è l'osso del nostro terrore. Ci spaventa l'idea che delle persone, che apparentemente ci vivono afianco, rifiuti- no cosi globalmente il campo di realtà nel quale noi abbiamo deciso di giocare le nostre esistenze e le nostre speranze. Il nostro mondo non è meno artificiale del mondo della droga. Fra gli altri arti- fici che abbiamo collettivamente costruito c'è anche quello di non accettare come legalmente praticabili altre dimensioni d'esistenza. Perciò chi si droga deve essere obbligato all'illegalità, deve essere costretto a scegliere necessariamente con la droga anche una condizione di vita che lo renda facilmente criminalizzabile. Quindi è bene che chi si droga debba anche rubare. Questo fatto ci provoca un certo fastidio materiale, ma ci dà in cambio molta sicurezza morale. Ci spaccano i parabrezza della macchina per fregarci la borsa o l'autoradio, ma contemporaneamente mettono in sesto e cancellano frettolosa- mente i nostri dubbi rispetto alla scelta di questa realtà. Non facendo nulla scegliamo. Decidiamo che, pur di conservare la nostra precaria sicurezza, è giusto e sacro- santo che centinaia di giovani facciano una vita simile a quella che Pluto ci rac- -conta qui di seguito. La Redazione BibliotecaGino Bianco

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