Ombre Bianche - anno I - n. 0 - agosto 1979

21 Forse varrebbe la pena riflettere un po' sull'atteggiamento che anche leperso- ne illuminate, progressiste e, peraltro, liberali e socialiste esprimono nei confron- ti di questo problema. È il panico, lapaura di essere coinvolti che tradisce la do- manda: volete l'eroina in libera vendita presso i tabaccai? Come se, avvenendo ciò, ci si dovesse necessariamente aspettare ingorghi di traffico e file ciclopiche fuori delle rivendite di tabaccai, e che la gente, invece di andare in chiesa infabbrica a scuola al partito e al sindacato, da quel momento si abbandonasse sfrontatamente alla libidine invincibile del buco. Si prova lasensa- zione che i detrattori più convinti del cavolo d'esistenza che oggi ci è concessa sia- no proprio coloro che possono pensare che quella merda bestiale che è l'eroina possa essere un'alternativa possibile, di massa, alla vita miserabile che la norma- lità ci concede. Sono convinti che, se la gente potesse scegliere liberamente, la normalità dell'esistenza salariata e regolare resterebbe un'esperienza di pochi av- venturisti. Per questo vogliono tutelarsi, impedendone l'accesso agli altri, ma in primo luogo allontanando la tentazione da se stessi. 3. L'eroina è oggi libera e carissima. Ma tutte queste sono chiacchiere se non si tiene presente che oggi la vendita dell'eroina è l'attività più libera, articolata, onnipresente e dettagliata che si pos- sa immaginare. "Eroina libera" non è un obiettivo politico da perseguire in un lontano futuro, è lapura e semplice descrizione della situazione oggi esistente sul- le nostre piazze. I droghivendoli sono i bottegai ambulanti efissi più assidui, più zelanti, più onnipresenti di qualunque alimentarista, macellaio, panettiere, frut- tivendolo, e perfino dei famosi tabaccai. Non hanno orari di chiusura, non fanno ferie, non hanno pregiudizi nei confronti della moralità, del sesso, dell'età e della professione dei propri clienti. Tutti, indiscriminatamente tutti, dal figlio pargo- letto dell'operaio comunista alla genitrice arteriosclerotica del monsignore di cu- ria, possono procurarsi in qualunque momento di qualunque giornata la bustina di roba per una pera. Gli unici a non accorgersi di questo dato di fatto sono colo- ro che riescono ad identificare libertà di mercato e legalità. Al fondo della riluttanza ad impegnarsi in una riflessione sull'argomento c'è l'atteggiamento espresso superbamente da un nostro amico ateo e bestemmiatore il quale si dichiara difensore strenuo del celibato sacerdotale con l'argomentazio- ne: se i preti vogliono, facciano pure l'amore, ma che almeno mi sia riservata la soddisfazione di farglielo fare inpeccato mortale. Dove la logica rigorosa di que- sto impegno religiosopiuttosto folle risulta lucidissima se si tien conto dell'epico, viscerale, speculativo odio anticlericale di questo nostro caro amico. La posizione illogica di quanti si rifiutano di prendere una posizione serena sul problema della tossicodipendenza diventa chiara e conseguente solo quando vien posto in giusta luce l'odio intimorito che socialmente è stato montato contro que- sta fetta umana inquietante. BibliotecaGino Bianco

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