Ombre Bianche - anno I - n. 0 - agosto 1979

Quando un amico imbraccia il fucile 17 mondo migliore a partire dalle lotte. Tutto questo non è facile, ce ne accorgiamo giorno per giorno sulla nostra pelle quanto sia faticoso e a volte contraddittorio praticare strade nuove, costruendo nuovi rapporti e proprio perchè la strada che abbiamo scelto non è facile, io cre- do che non dobbiamo cadere nell'errore di essere semplicisti. Solo perchè a volte lungo il nostro cammino ci capita di trovarci in situazioni di cui non capiamo su- bito con la ragione il perchè e quindi, piuttosto che affrontarle con serenità e se- rietà, le liquidiamo per comodità, o perchè si dice che siamo "scazzati", "scop- piati" o ritenendole le "solite menate". E lasciamo dietro di noi dubbi, "mogli, mariti", situazioni ingarbugliate, con noi stessi e con gli altri, che alla lunga ci tolgono la capacità di parlare tra di noi e con la gente facendo morire il dibattito _e di conseguenza restando senza posizioni e soluzioni sui vari problemi (terrori- smo compreso). In queste condizioni fare il delegato è molto difficile, se non impossibile, per- chè viene a mancare la nostra arma più forte ed efficace, che è appunto di parlare tra di noi e con la gente delle cose che quotidianamente viviamo dentro e fuori la fabbrica, e quindi fare politica. L'impossibilità a volte di discutere in fabbrica e fuori di cose di cui sentiamo una forte esigenza, e l'essere invece costretti ad esprimerci su problemi come: il terrorismo, le sue radici, (magari ponendo il problema in specifico dentro la no- stra fabbrica, dopo che un nostro compagno ed amico è stato arrestato, perchè coinvolto in una sparatoria ad un posto di blocco) ci ha parecchio cambiati e sen- za dubbio ci cambierà ancora. Mi sono accorto da un pò di tempo di non essere più io a determinare il tema delle mie discussioni e le situazioni concrete che vivo, ma ono invece una serie di circostanze più o meno grosse, più o meno comprensibili, politiche e non, a de- terminare l'ambito del mio discutere e del mio vivere, e a volte anche l'ambito dei miei pensieri facendomi vivere anche momenti di forte di "io. 2. È in questa situazione che ho vissuto finora le punte più dolorose dei guasti che questa crisi provoca, accorgendomi però, che non c'è altra strada che quella di andare alla radice del problema per poterne comprendere veramente la natura e capire quindi quello che mi sta capitando, quello che ci sta capitando, senza sen- tirsi nè diversi nè particolari (anche perchè ogni giorno scopro che questi proble- mi sono propri di tante altre persone, specialmente giovani). Questa situazione ha operato in me un primo fondamentale cambiamento; mi accorgevo sempre più che non riuscivo a mantenere una mia "coerenza comples- siva'' sulle cose da dire e da fare con la gente, se non al prezzo di un lento ma si- curo "suicidio" mentale e fisico, e questo mi provocava un atroce tormento; sembrava che tutto il mondo che mi ero costruito (le lotte, il movimento operaio, la scelta di classe, gli amici stessi) crollasse di schianto lasciandomi nudo e indife- so, in un mondo che non capivo più nè nel linguaggio nè nel comportamento. BibliotecaGino Bianco

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