l’ordine civile - anno II - n. 23-24 - dicembre 1960

pag. 8 oggi - un pò come gli studenti eterna~ente fuori corso della Parigi bohémienue- •«devono » indugiare nella ricerca,·« han– no il dovere, la missione » di• -esaminare ·assolutamente tutti i problemi peI'chè - dicono - ogni prolblema rientra nella sfera di relatività, ed è 1 quindi lecito non solo du'bitare di tut– to, ma al ·contempo non tralasciare alcunchè. E così - in buo– na o in mala-fede - a furia di indugiare non si ,giunge mai al. la conoscenza del1a verità, nè si ricostruisce la metafisica ( col risultato dello ·scompenso ,che tutti abbiamo sotto gli occhi). Ben altra era l'ispiraz10ne dei filosofi greci, hèn altra la mode– stia ( e soprattutto 1cc effettiva >> modestia) ,quando ammettevano _di non ,sapere con ·certezza nulla ( o di sapere soltanto di non sape-re nulla). A'lle spalle, però, i filosofi greci avevano già qualcosa (,confusamente i prearistotelici, meno confusamente gli aristotelici). •Quel ,qualcosa •che, appunto, è stato rigettato do.po Kant. Proviamo ora a ,considerare il «,che so io? >> di Montaigne. Balza evidente che l'ispira:i;ione { e la gradazione di modestia) è molto, molto differente. Giov•anni XXJl!I, nel– l'enciclica •e( Ad ,Pefri 1Cathedram »,.ha rilevato appunto questo fattore di deperimento de'll'at-tuale epoca (e cioè il relativismo • problematico), ,sottoliueando l'urgenza ·di trovare la verità e ancorarsi ad essa. Anche i vescovi lombardi, in una recente lettera, hanno tratl:ato questo scottante fattore -di deperimento. Altro aspetto ,c·he discend,e dall'evoluzione kantiana: nel t:enipo moderno si è ec.lissato il divino e il soprannaturale; 'lo spirituale non vivifica più il tempora'le; la ragione hà ucciso l'immaginazione. Si è spo,gliato l'uomo dell'a·bito eroico, co– stringendolo sohanto al contingente umano. Tuttavia l'uomo ha bisogno dell'eroismo: la sua •carenza anzitutto .lo .intristisce, eppoi lo irretisce neUa so'litudine. Ecco perchè - ·,come a1hbia– mo rilevato in un pr-ecedente ca·pitolo - le pseudo idee sono corse ai ripa•ri, al fine di ,giustificare il leibnziano (<migliore dei mondi >l : hanno inventato le divagazioni evasive, avvalen– dosi dei loro strumenti di informazione, deifiean-do principes– se, cantanti, •calciatori. La tecnica, così com'è oggi, è un fattore di ,deperimento. Prova ne •sia c·he le ·elucubrazioni -che la tecnica stimola nel– l'immaginazione ( e cioè la fantascienza) approdano all'orrido, equiv>algono ,quasi ,ad un terribile presentimento deU'uomo. Co– sa questa alla quale non pervenivà la fantascienza di .altre epo- •che, •cio•èle fia,be, nelle quali erano sempre ben determinati i due principi, -del bene e ,d.el male. L'odierna fant,ascienza ·ha un differente « oga mago,gà », nel •quale si dà •quasi sempre ·per scontata la prevalenza finale del male ,sul,bene. Si legga un so– lo racconto -di fantascienza per -convincersene. La tecnica ha urgente bisogno di essere u~anizzata e ricondotta ne~ suoi li– miti, nei limiti cioè di strumento dell'uomo, strumento ehe de– ve trovare il .suo posto per aiutare l'uomo a raggiungere i suoi reali fini: Se la te·cnica resta ,così -com'è oggi concepita, resta un insulto, una ,suggestiv,a tentazione per una nuova caduta. La politica è oggi un fattore di deperimento. Essa oggi non deriva dall'etica e dalla morale, come voleva Aristotele, ma è un'arte, un metodo. La ·politica ha urgente bisogno di es 0 sere umanizz,ata. Il sapere ·politico {sempre secondo Aristote- le) ,è un ramo -del sapere morale. Non deve -esser•e quello -con– cernente l'individuo nè quel'lo ·concernente la so·cietà domesti- ca, bensì quello che ha rigua·rdo specifico al ihene degli uomini in quanto riuniti in società, il bene degli individui jn quanto associati nella collettività. Unica condizione necessaria -di ogni buona politica {condizione che oggi dilfi.cilmente si verHìca) dovrebbe ,esser-e·1a giustizia ( giustizia quale virtù cardinale). San Tommaso parla di cives praeclari, ed effettiva-mefite per saper governare è condizione essenziale essere bonus vir ( il che è abquanto differente dall'essere{< notabile »). Trattando di po– litica riappare sempre il hinomio individuo-Stato (,a·bhiamo v:isto, all'inizio di ,queste .considerazioni nei precedenti. capito- li, che le ragioni eterne - e ,quindi tutti i loro attdbuti di giu– sto, !V'eroetc., si trasmettono da'll'individuo allo Stato, e non viceversa). ·Comunqu-e non 'basta essere ,giusto per essere buon politico, ma o·ccorrono •altri r-equisiti. Per esempio: la,pruden– za. Prudenza che ,dovrebbe avere il primato sulle sue •parodie (machiavellismo, opportunismo, diplomazi'a), cosa che oggi non accade. La pru-denza - operando in una collettività, e , meglio in una società altamente differenziata non soltanto negli aspetti economici ma principalmente negli altri - è indispensa)Jile. •,La prudenza impronta la tolleranza; la ,quale ' l'ordine civile non •è - o non è .soltanto - il :Jispetto della libertà ( libera– lismo) ma piuttosto il rispetto delal verità e del modo umano· di accedere alla verità. Altro fattore di deperimento è la mancanza di amore ( e quindi di solidarietà, •assis!enza reciproca, etc.). -Potremmo os– servare ehe _:__ come dice San ,Paolo - ·è proprio ·questa la,for– za stabilizzatrice di tutto: l'amore. ,Senza -contare che sarebbe anche - per l'individuo - la posizione più aderente ·alla sua personalità,' la posizione meno faticosa; e non sarebbe affatto una posizione d-i .inerzia passiva, poichè !\amore .è part~ipa– zione attiva, viviJficatrice, rinnovatrice. ,Che l'amore sia cong~– n"iale all'individuo lo. intuisce nebulosamente pure il marxismo ( ,non comunqu•e il liberalismo), seppure parta -da posizioni op– poste a ,quelle del cristianesimo e approdi a div,e11see più limi– tate finalità. 1 In proposito ci vengono in mente alcuni ver~i di Brec-ht, che provano la universale aspirazione dell'indivi-duo: All . . I . 1· . I cc a mia parete e appeso.un rntag 10 giapponese, maschera di un cattivo demone, laccata d'oro. Pieno ,di compassione io guard'o le vene gonfie della fronte ehe _provano quant•a fatica costi l~ malvagità >l. Altro fattore di deperimento: oggi manca il senso del do– lore. Il dolore ,è stato svilito, deprezzato. Anche il dolore, co– me l'amore, non è affatto rassegnazione passiva, ma piuttosto partecipazione ·attiva; e questo non -per fideismo, ma per ragio– namento logico. Anche il -dolore è congeniale all'i~dividuo ed a lui aderente, anche il ,dolore dovrebbe essere la cc posizione più comoda ll senza essere inerzia. ·Mentre il concetto di amore - come abbiamo visto - è s~ato intuito -da una ideologia ( il marxismo), il concetto di dolore e rimasto patrimonio del cristianesimo. A 1 questo punto vorremmo concludere con una considera– zione. Potremmo dire che tutti i considerati fattori dt deperi– mento { e i corrispondenti di ravvivamento) possano essere a loro volta sollecitati da quelle vir_tù già ·elabo·rate da Aristote– le, eppoi sistemate e -pedeziona~e da San Tommaso. Anzitut– to le tre teologali : : 'fede, speranza, carità. Poi le ,quattro ear– d,inali : forza, prudenza, temperanza, giustizia . Queste virtù sono ·quindi - in sintesi - i fattori di rav– vivamento •che possono -determip.are la limitazione, addirittu– ra la scomparsa dei fattori di deperimento. •Per preparare la strada all'uomo nuovo - l'uomo_-adatt~ a 1 questo periodo - occorre anzitutto sbarazzare alcum valo~1 umanistici dalle ipoteche poste su di essi,_storicamente, dal li. beràlismo e dal marxismo: i valori della libertà e deHa -so• cialità. Essi non devono più guardarsi con sospetto per il fat- . to •che all'orie:ine sono sca.turiti ·da forze che erano, e sono, .in opposizione ·~l reristianesimo. E' venuto il momento di sulben- •trare, nella gestione di :questi valori, al lrberalismo· e al mar– xismo. Un tempo ,questi due valori potevano eonsidetarsi effet– tivamente un turbamento di ordine costituito, di -equili'brio raggiunto; ordine ed equilibrio più o meno perfetti, più o me– no universali, ma capaci di assicurare in potenza e in·-atto le condizioni per-ch·è ciascun uomo ·raggiugesse la propri~ com– piutezz·a. Oggi• sono cambiate· molte cose: anzi tu Ho 1 è mutato l'ambiente nel quale viv•e l'uomo. La natura ·è ·stata finalmente assoggettata, ed in questo l'uomo :ha raggiunto uno dei suoi compiti. ,L'uomo, Cincinnato ·all'inverso, si ,è appart.ato in al– tri •trastulli sul piedis~allo dell'umanesimo. Da ·qua:lc.he tempo però, scienza e tecnica, industria e massa lavorano a sbalzare l'uomo da quel piedistallo ehe l'umanesimo -- gratuitamente o no - ,gli av,eva fornito. Non si tratta più -0.i discutere sulla liceità ,che l'uomo stia su 1 quel piedistallo, poichè anche questa questione deve risolverst nel senso affermativo: ·si consideri che non c'è pseudo -ideologia o aspirazione umana ( seppure • sorte in contrasto col cristianesimo dalle quali poi il cristia– nesimo non abbia attinto quel tanto di giustificato, ·quel tanto di buono, al .fine di lubrificare le strutturazioni del.la societ~. A distanza di decenni, ,a volte -di secoli. Umanesimo, li•berah– smo. ma·rxismo, se· sono sorti, e~ stato un motivo che -va ricer– cato· n•ell'uomo stesso di -quel determinato .perio-do. Non è, quindi, che •tutte le pseudo iqeològie ·appartengano incon?i• zionalmente e perpetuan;iente àllé forze del male ( c~sa che 1n• - • -. !'XJ: -

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