l’ordine civile - anno II - n. 23-24 - dicembre 1960

l'ordine civi/,e svilup~i politici, per~h I i. nemici. ~ella libertà_:- i co~umsu, _1 succubi della loro dial~thca pohtica, ed altn molti deboh, illusi o in mala fede,· abbiano dimostrato una pericolosa ii;1- certezza o fatto addirittura scelte gravide di conseguenze. E' apparso perciò più che 1mai chiaro che una. definitiva garan– zia alla libertà, alla sic:urezza interna ed esterna può ,venire alla società civile italiana da un naturale e permanentè inse– rimento in quel processo integrativo che abbraccia le mag– giori nazioni libere dell'occidente e in particolare del. con– tinente europeo. _Ma tale processo integrativo mira essenzial– mente al conseguimento dei n11turali fini di una società civile èhe sono principalmen~e ~a hbertà," la sicurezza interna ed_ esterna della società, l'~utonoma sfera d'azione del cittadino. Pertanto ogni po-litica europea impostata solo 'su basi econo– micistiche o utilitaristic~1e finirebbe per cadere entrQ gli sche. mi logici del materialismo marxista. In altre parole siamo 'convinti che la vera p~Iitica e le garanzie civili che noi da tale politica ci aspettiaJio potranno conseguirsi al livello eu– mpeo nella eonsape,olel,,. del .,;gn;fa,to ,.,,.,;,!mente po- • pag. 7 litico dell~- -collaborazione fra le nazioni d'Eurnpa, collabo– razione che tuttavia pos;;a realizzare un clima più disteso e più favorevole per quelle- attività amministrative anche della più grande importanza che oggi sembrano voler impegna.re sempre più l'attività degli organi delJo Stato nazionale. Nel momento attuale quindi sembra più logico parlare di poli– tica europea non più come rli politica internazionale ma come necessaria costante di politic~ interna delle società civili naziònali per il conseguimento di quei fini che ai Ìoro citta• dini sono più essenziali. Libertà, sicurezza, autonomia del– l'individuo troveranno, certamente la loro migliore garanzia in un'integrazione delle società civili nazionali aventi ormai fini più limitati, in quella più ampia società civile europea composta rla nazioni che attraverso i secoli, da sempre, hanno maturato sentimenti di libertà contro la tirannide, di giu- .-stizia -contro il disordine, di p·rogresso civile e scientifico contro miseria e arretratezza, in una parola di civiltà contro la barbarie. Ecco perché diciamo unità politica europea. Fattori J.] • Ul- r:a v,rivarnen to; e di deperimento L'individuo _:_ e conseguentemente le coilettività - nel– lo sforzo di conoscenza -del'l'idea è agevolato o intr-alcia-to da sollecitazioni varie, sollecitazioni che pur essendo -diverse da epoca _a epoca, non sono di natura molto ,differente-, avendo tutte il presupposto nel campo umano. ,Si tratta di due gruppi di sollecitazioni che .perj gli effetti conseguiti, possi!1mo deno• minare rispettivamente fattori di ravvivamento e fattori di ·de– perimento. Dove oggeuJ di ravvivamento o deperime~to è, . . I . come sempre, anzitutto ~'individuo medesimo, eppoi la collet. tività degli individui, e i!fine le strutture create daU'in-dividuo per esigenze di socialità {!Stato, pa·rtito ). Dalla prepondernnza dell'uno o dell'altro gruppo di fat– tori in una determinata epoca dipende il .grado di '« coerenza >> dell'individuo i( e di tutt~, 1 quanto viene daU'individuo) ~ dipen– de in altre parole la coerenza tra individuo e idea ( e tra Sta– to e idea), tra basso e alto ( e tra temporale e spirituale). Se basso e alto, _individuo e idea si incontrano ( o almeno cammi– nano lungo la medesima fascia verticale) c"è èoerenza. E coe– renza, come diceva Pas~eur, deve ·esserci 1-ogicam-ente, mate– maticamente: 1a verità che sale dal basso non -si oppone affat- to a quella che scende dall'alto. . Prima -di•passare a ,considerare ( diversi fattori di ravvi– vamento e deperimento •vorremmo notare che la coerenza di un'epoca non è ·necessariamente simile a quella delle ·altre epo– che r( seppure non possa discostarsene eccessivamente); e del resto anche i fat-tori di ravvivamento e dèperimento possono essere l~ggermente differenziati. Un esempio generale:· ·è in corso un doveroso ·processo di Ì-1.valut-azione del Medio,evo, si sta cioè elaborando un giudizio storico p1ù adeguato sù 'quei periodo. Però si errerebhe qualora si volesse esaltare incondi– zionatamente il Medioevo aJ fine di porlo a pietra di -p~Ì:a– gone. Questo equivarrebbe a voler vivere di soli ri,cor-di nostal. gici, •ad usare il carro quando può usarsi l'•aereo:· Bisogn~ ri– cònoscere che il Medioevo; più :di altre epoehe, 'si •è avvicinato all'equilibrio, alla coerenza. Tuttavia si è trattato,- nell'ii:.sie– me, di un equilìbrio e -di una coerènza pro temp·ore; validi in • quell'epoca e che neUa nostra non potrehbero valere. E-iquesto pur considerando che i fattori ,di ravvivamento- preseiÌti'nel Medioevo sono i medesimi che a noi difetta'no. ·L'individuo non può limitarsi a co·piiare' pigramente· tras·corse'·civiltà,'poi– chè non esiste un modetli{unico di civiltà. Nessun periodò'può rivestire interesse totale nel ricercatore di nuòve •:sistemÀzioni sociali. E' medesima l 'isBirazione, • ,è medesim,r' lit tr'ìftlizìorie, è di Glauco Licata fatto allo stesso modo l'individuo, ma per -effetto del ,cammino umano necessariamente mutata la strutturazione sociale. Abbiamo visto che questa epoca è st•a'la preparata dal– l'umanesimo. Più propriamente, è stata codificata da Kant in poi; 1E'stato però un umanesimo antropoc-entrico e non teocen,– trico, che ·ha germinato anzitutto il liberalismo eppoi ha cer- • • cato di _porvi riparo con l'ant1do·to del marxismo, senza con questo rag,giungere l'~quil~brio, poichiè anche il marxismo iha trovato como-do svilupparsi in termini economici; ed •anche • il marxismo - -che ·avreibbe potuto essere una effi.cac-e contro– riforma laica del liberalismo - ha scelto ,quale termine di pa• ragone materia e benessere. Primo fattore di -deperimento è · quindi il concetto crematistico che ha so·stituito quello pura– mente economico. 1E noti,amo già· una prima e corrispondente contraddizione: l'umanesimo intendeva rivalutare l'uomo, dal– l'umanesimo sono sorti, per proc-es-si diversi, liberalismo -e marxismo; a ,questo punto dovrebbe presumersi che - almeno per -coerenza alla condàma·ta Tivalutazione dell'uomo - libe- . ralismo e marxismo debhano fondare l'attività econo-mi,c;a nel. la morale. e nella politica, anche se adeguandola alla nuova morale e alla _nuo·vapolitica {presupponenti il concetto di uo– mo liberato da: Dio). lnvece liberali-smo -e marxismo i( avendo distrutto l'indivi,duo, annientandolo con la merce, con la mas– sa) assegnano all'economia ,finalità estranee all'uomo, e cio.è fine non è .più l'individuo, ,ma la produzione di ricchezza. P·er l'uomo c'è lo scampolo ,del ·pro,fitto (concetto 1borghese) e del _benessere ( concetto marxista). Ne risulta dist~rto pure il lavo– ro, paragonabile oggi al lavoro i( organizzato e pro-duttivo) , delle te_rmit-i e delle api. E4 ·è proprio questo - come notava acutamente Dostoiewski - il castigo più orrendo che può ' assegnarsi all'uomo, castigo tale da schiacciarlo, annientarlo: confe~ire al lavoro il carattere di una perfetta assoluta inu· tilità e assurdità. • Sempre per il ·port-àto dell'umanesimo, abbiamo altro e più· grave fattore di depervme-nto : si è scalzata la metwfisica e s( ce,-ca di trarre dalla ( o dalle) pseudo ,idea psewdo con,cetti, .dì: quali si· conferisce arbitrariamente .un valore assoluto e uni– ·versale che in effetti nQn hanno ,(si contrabbandano ,così per -:nuo\>-i prÌ1_l'Cipidell'essere). Poichè non c',è più la metafisica, i -·:r'ièeréatoÌ-ioggi si guardano in viso e chiedono: dov'•è la veri- '"TàJ:cosà è? bisogna ricerc·a~la. A qu~to punto entra .in ·sce:na è il r~{àti!Vismo problematico ,(da non -confondere ·col vecchio .,,,_,sc'ètt'icismo; 'quanto. 41 di~nità. ().i ispirazione). I ·ri,çerçi)fori di

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