l'ordine civile - anno II - n. 20 - 15 ottobre 1960

b I_- L'Italia nell'Europa • ·- .t' La presente epoca rappresenta per l'Eur0<pa la fine ,de– gli Stati nazio~ali a sovranità assoiuta, unilateralmente arbi– tri dei propri destini politici, or,gogliosi e gelosi di questa loro indipendenza. ·Gli stati europei si sono fondati, come aib– biamo avuto più volte occasione di ;icordare, partendo da un centro rngionale che si ,è venuto progressivamente espan– dendo sui terriiori confinànti, a,gevolato dalla configurazione geografica e principa•lmente •da fattori linguistici e culturali comuni; unità di lingua e ,di cultura che non hanno mai rap- presentato vera' unità etnica. - La riduzione della nazione all'et4mos trae ori•gine da una forma di positivismo storico-politico ,ed è un procedjmento ti– pico razion,alista il voler spiegare con_fatti ,puramente natura– listici e materia'lisfici ·una realtà che ha radici purmn;1ente spi. rituali. 1 In realtà 1~ -culture ~azionali europee non sono nate ner autogenerazionJ e tantomeno si sono sviluppate -entro sp.,.azi non •comunicanti fra loro. Anzi sono germogliate, in un anti– co terreno compn.e, le civiltà romano-c_ristiane ~el me.dio evo, si sono arricchite· dell'antico patrimonio greco-romano riela– borato nell'e,poca del rinascimento. Inoltre se è innegabile che ogili popO'lo ha ,sviluppato singolari caratteristiche culturaU nazionali, ,è innegabile che queste si •pres~ntano come seconda– rie ·variazioni di una,-ben più sostanziale unità. Per l'Italia, nazione formatasi quasi esc}usivamente sull11 base di una progressivà 'e',vo'lùziòne di -vàlori ,cultu~ali matu'.ra– tisi nell'-Italia c~ntrale, •le prospettive storiche sono comprensi. bili soltanto ndll'ambito dell'evoluzione proprio di questi va– lori culturali. Jinnanzi tutto 1 è necessario dire ohe quell'a1bisso che divide la s6cietà civile de'l.f',Italia dagli italiani, dell'Italia romana non è d'origine etnjca, ma di carattere .esclusivamente culturale. La sbèietà ro'.mano-italica dei •primi secoli avanti Cristo -è caratterizzata prirrcip.almente dalla -concezione dello individuo quale parte integrata di essa e delle necessità di una mònolitica unità nelle strutture po·litico costituzionali. La C'hìesa fa ben a'ltro che 'prose,guire l'impero romano in fÒrma teocratica . .Semibra piuttosto riassumere sotto i prin– cipi -cristiani tutto il suo contenuto ideale e simbolico, for– mando come una simbosi •culturale, in cui senso romano della vita e senso cri~tiano della ,fede, creano quell'equilibrio carat– teristico del citttolicesimo ri,spetto ad ogni altra confessione cristiana. ' Durante tutto il Medio ,Evo si svil~ppa· tutto :~iiJfénome 0 no di ricostruz~one civile fondato su una generazione sponta- - nea e naturale I di una ·quantità ,di cellule elè~è:ri.iàri soèiàli,– comuni, stati >'ignori-li, repubblic"he mai,inare ecc.,-che- lol'ma– no la base della nuoya società moderna. Ma quando ques,to processo nel nostro paese si tro·va in uno stadio assai avanza– to, che ·ha già visto il tentativo unitario di Gian Galeazzo Vi– sconti, e sopratutto il -configurarsi sempre più chiaro parten– do dalla Toscana di una visione di una struttura nazionale, si verifica un fenqmeno di frattura nella evoluzione normale del– la -cultura nazionale e di fatto determinante per la storia fu. tura d'Italia e[ . per H caratter_e del popo·l,;, italiano. Nella società medioevafe; italianà; speci·e ,quella comunale, che· è poi la più vivacie e dinamica, domina un ,profondo senso civico in cui gli inte;·essi individuali s~i;i() sottoposti a quelli dell~ comunità, mentre a respiro cu'lturale di tutta l'epoca si svolge in temi che sviluppano il momento unitario della vita umana aH'interno della società. La poesia,; le arti figurative, ia musica si ispirano a sen– timenti di cora ità in cui ben difficilmente potreibbero rintrac• Cl di Paolo Possen'ti ciarsi toni di « a ,solo ». Così nella ita civile si mette in pr~– tica e in teoria tutto un comportarne. to che si· definlsce e com~ prende solo nella sua funzione socia e. Il principio associativo domina incontrastato 'la vita politi< a ed .economica della c~– munità. Del resto tale atteggiaineni o non si limita e non si esaurisce nei fini suggeriti da probi mi puramente locali, m 1 a si estrinseca in tutta una serie di as1>ociazioni e collaborazio~i che vanno oltre i limitati confini d 1 comune, del feudo ec~.. Così specie le leghe comunali sono dominate ,chiarnmente da ' princi·pi non tanto pa'rticolaristic ·, bensì associativi, .che vanno ben oltre gli interessj -delle s ngole comunità. La stessa aspirazione all'unità nell'Impero, appresenta questo. sforzo . . . I fatto dal Medio Evo verso l'unità e il suo modo di concepire la_vita non in funzione dell'i~divi uo come persona e come gruppo locale, ma l'individuo in .fazione del tutto. Ma' quest'a visione del modo crollerà rapidamtnte nel nostro paese nel periodo in cui la nostra cultura nazionale viene rapiilamente • guadagnata alla cosidetta cultura • In realtà l'ItaHa della seconda metà del XIV e del X secolo non viene a con– tàtto che con la cultura ellenistica del mondo greco romano in tutti i suoi aspetti artistico, filoso ico e politico, una cultura ehe cresciuta nella èrisi dello stato- ittà della Grecia classica non è ohe una perpetua, ralffinata e acuta esaltazione dell'uo– mo come individuo ·e della comun •tà in funzione di questo. Questo seguito aveva ·già contril ito decisame_nte a muta- 1·e i fondamenti della vita culturale romana ed aveva operato efficacemente in due direzioni:- d, un lato indebolendo la struttura civica tradizionale dello tato romano e deH'altm lato preparando 'la società romana ad una visione •profonda– mente individualistica della vita eh doveva· così efficamente fecilitare almeno in un primo tempo ed in particolare Jra le classi medie e superiori di Roma la dHfusione del cristianesi– mo. Questo processo storico, che ne finire del Medio Evo do– v-eva -contribuire in maniera così dee: siva a formare il carattere dell'Italia moderna, fu chiamalo um ~esimo. E infatti fu tutta una esaltazione dell'uomo come indi i-duo 'in tutti i suoi aspet-_ ti ed in tutte le sue manifestazion·. Dell'uomo si esaltarono innanzi tutto le doti intellettuali e : i contemplò con ammira– zione quanto in virtù del solo ingegip.o al di fuori di ogni rive– lazione divina ed in particolare del~a morale cristiana aves~e saputo creare di ,bello e di eternamfnte valido. Nella vita ci– vile virtuoso fu -chi sapes~e creare •~ualcosa di nuovo, di for– malmente perfetto che come contfnuto avesse l'esaltazione delle virtù dell'individuo sopra gli • Itri. E' facile comprende– re. come ciò rappresentasse il capo olgimento dei valori -tra– dizionali ereditati dal Medio Evo e soprattutto si,~nificasse rinnegare il senso « romano-)) della vita di cui la Ohiesa era rimasta unica erede. Paradossalmer te la stessa riforma lute– rana che nel suo aspetto esterno se- 1 hra proprio reagire allo « umanesimo clericale » ne1'l',Italia. non a caso in1eresserà in un primo tempo le classi più evoh te della Germania e del– l'Europa in genere, proprio in rn •ione di quello spirito -di maggior fiducia nell'uomo piuttost1 che nei do•gmi. In- Ger– mania trionferà un cc umanesimo r zionalisteggiante ll, fonda– to sull'indi,~icÌuo e sulle sue libertà di giudizio. Il trasformar- . si del moto di pensiero in vera e p opria rivoluzione sociale, e.on i contadini di Thomas Munzer arresterà il luteranesimo s'uUa vi'a' di questo umanesimo razio alisteggiante e di qui an– zi inizierà una pro,gressiva rivoluzi ne -che chiuderà la Ger– mania ,per lungo tempo ad 01gni sen imento liibèrale. In Italia invece l'individualismo umanistico ha modo di estrinsecarsi in ·tutta la sua potenza e il Rinasc mento rappre~entò H cul-

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