l'ordine civile - anno II - n. 20 - 15 ottobre 1960

pag. 10 Da un Ja.to lo spirito francesizzante -dei liberali, dei giaco– bini e della cultura -centro-europea, dall'altro una forma di conservatorismo poco omoge·neo anch'esso in cui entrava la tradizione militare della casa regnante, delle v•ecchie classi aristocratiche impoverite ma ancora profondamente legate al- la tradizione della decadenza rinascimentale, parte della bor– ghesia ed infi~e i'l peso culturale del -cattolicesimo che non apportava in questo momento alcun elemento nuovo aHa vita della nazione., Questo secondo ·gruppo, grosso modo conser– vatore, si pose j-ben presto in una •posizione di,fensiva, senza in particolare ten'tare una scelta culturale, salvo ,qualche tentati- vo ,di orientarsi verso lo spazio centro-europeo e verso la -cul– tura tedesca. La prima ,guerra mondiale trovava l'lta•lia in una posizione spirituale incerta e malfondata, ed il paese fu in guerra più per, atto individua!~ di po•che persone che per una conseguenza logica dovuta a determinate scelte storiche. Ma la scossa della guerra sanguinosa ifu profonda e violenta. Per la prima volta l'Italia dalla fine d·el Medio Evo era impegnata in una esperienza profonda e dolorosa atta a modificare pro– fondamente situazioni spÌI'ituali cristallizzate da tempo. Fu paradossalmenfe il fascismo che sentì come vitale per l'Italia la necessità di un profondo rinnova,niento culturale naziona'le e si illuse di -Jotervi rapidamente riuscire. Può dirsi che uno dei limiti •più caratteristici del fascismo fu di essere in ultima ,. analisi il· tentJtivo di superamento ed insieme la rivelazione di alcune piaJhe st~riehe del nostropaese. Insomma il fa~ci- ' smo fu troppo I« italiano » per riuscire •come voleva, a comin- ciare dall'individua'1ismo e dalla furberia dei suoi capi, dal- la superficialit~ e dalle debolezze tutte italiane del suo capo. '· L ' • I f. , • • 11· • b es.perimento • m1 tragicamente, spe-c1e per que 1 1n uo- na fede. Ma an'ehe in questo caso la maggioranza, preoccupata più della salve 1 iza degli individui che della èolletti,vità, pensò di uscire dal'le difficoltà con un atto di furberia, ,duramente pa,gato· però. Il dopoguena, nonostante la progressiva ripresa economica del I •paese, non ha migliorato, ma anzi a,ggravato, la crisi morale ,dell'Italia moderna la quale ormai ha questi perduto ogni ili•eale civile. Tuttavia naturalmente quando ah– biamò trattegg!iato non è che l'a,spetto negativo della- cultura italiana modeina, l'aspetto· contradditorio, confuso e decadu- ,.. to dell'Italia cosidetta laica. • • Di quest~ 1 1talia non si salva ormai che un naturale senso di moderazione e ,di naturale bonomia del nostro popolo, una intelligenza intuitiva vivace, un gusto co·mpiaciuto. per le pic- 1 bibli tee . - ,n ,a o l'ordine çivilè cole buone cose di questo mondo: i il che per la venta non è molto. Perchè la naturale moderaJione diviene spesso amaro– scetticismo, la naturale bonomia 1 indifferenza éd inrlolenz-a l'intelligenza vivace fu:r1beria, ed infine il ·gusto per le buone cose della vita il peggiore epicureismo. _ Ci sembra però esistere un filone genuino ideale, che po– trebbe essere ca,pace di rinnovare e rigenerarè la vita nazio– nale, dare un senso definito a questa per inserirla con una precisa funzione nella società europea ed in quella mondiale. Ma a questa forza è sembrata mancare una dimensione ed un '1inguaggio capace d'esprimersi. E' una forza essenzialmen– te spirituale, e solo dalle forze dello spii;-ito incominciano le grandi trasformazioni dei popoli; La •prima condizione per– chè una forza nuova possa agire è -che la vita culturale italia– na abbandoni quella _sua tradizione individualistica, che oggi ha preso un tipico aspetto utilitaristico, che è sintomatica– mente rafforzato dall'estendersi d~M'aria d'influenza marxi– stica. La via della salvezza defflltalla ·passa per la ripulsa più recisa e radicale _di ogni forma di ~aterialismo pratico, di ~ti– litarismo individualista, antica e pu;r-ulenta piaga nazionale, di ognì sforzo tendente a concentrare ~a vita del nostro paese su fini economistici, •letali ad o.gni sviluppo spirituale. Ciò signi– fica respinge ogni forma di marxismo ed in special modo di tutte ,quelle forme attenuate nel metodo ma anche più le– tali nei fini, che non possono non dissecare anche quelle ultime -sorgenti ideali in quegli strati ancora non penetrati -da ogni forma dl socialismo, di socialdemocrazia di radic.ali– lismo. Gli schemi' formali della vita poliìica nazionale perd9- no senso ed impallidiscono di fronte all'importanza di pre,:er– vare dal decadimento irrimediaibile la società civile. Anche la liibertà individuale diventerebbe ben misera cosa il giorno in cui la scelta indi;viduaile si dovesse esercitare nelle « dimen– sioni spirituali >> deiJ.prolblema delle ferie; delle assicurazioni sociali o degli scambi economici. Non è -possibile che una sola strada, quella che ritrovi il senso delle cose grandi e dignitose per cui veramente la v~ta • valga la ,pena di essere vissuta. E' -qu~sto il senso romano del– la vita: della ,giustizia, della saggezza, del ,gusto, del bello e del dignitOso. Pacisque _ impon~re rl:iores: questa_ è veramente la grande prospettiva che può ap;rirfi nel futuro al popolo ita. liano nella società civile europea e attraverso l'Europa far sentire ·la sua voce nel mondo. Ma • 1 pro,prio questo senso « ·ro- mano » può essere la strada che sola pùò riaprire una vera e I sentita rinascita cristiana.

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