Nuova Repubblica - anno V - n.32-36 - 8 settembre 1957

.4 APPRENDISTATO EDILE LE PROPOSTE DEI SINDACATI La CISL e la UIL richiedono giustamente l'istit_uzione di un Comitato Centra• le di Coordinamento, sui compiti del quale· sono tuttavia legittime delle riser• ve, mentre la CGIL propone una regolamentazione dcli' app;·e11dis1ato ed i.le che rispecchia in modo oscuro e contraddittorio la realtà -di· questo settore di A URO LENCI N .ELL'OTTOBRE '56, sti queste colonné, s.ollecitavo \'in. t~ressamento delle organizzazioni sindacali pe~·una so– luzione, in sede contrattuale, dell'apprendistato edile che, per Je particolari esigenze del settore, non può e.Ssere regolato dalla legge 19 gennaio 1055, n. 25. E' noto che sul nulla non si costruisce nulla. E con garzoni e manovaJi in età di apprendistato nelle imprese non si risolve il pro– blema della quaiificazione professiona.le . In questi dieci mesi due ini:;'iiative hanno formato og– getto di esume. La prima della CISL e UIL l'Ìchiedenti la istituzione di un Comitato Centrale·di c·ool'd.inamento per l'Appre~distato edile; Ja seconda della CG1L per la regola– mentazione delFapprendistato. Apprezzabilissima· la proposta CISL e UIL per il Co– mitato. Ma non è possibile concoi-dare sui compiti che ad esso· si vorrebbero demandare. Giusta una composizione pat·itctica, chP- non Cl'edo troverà dissenzienti le parti, menti;e inaccettabile è la proposta di investire questo organo dei problemi che con l'apprendistato non hanno nulla a. che vedere: quelli} cioè, l'elativi all'applica:,,;ione dell'art. 5-1: del con~-ratto di lavoro. Si t1·atta di due piani diversi con diversi problemi: il solo denominatore comune consiste nell'uso eventuale degli strumenti - Centri di addest,·a– mento o. scuole - necessari alla for,rnn,ione professionale sia degli adulti che degli apprendisti e ciò pel' ovvie ragioni di spesa.. In sede provinciale i compiti formativi poh·ebbero essere demandati ai Consjgli dj Amministrazione dei Cenfri o Scuole; in sede regionale a Comitati Regionali di coor– dina:mento per l'Apprendistato, la cui composizione seguin\ l'indirizzo adottato per il Comitato Centrale. Questi Co– mitati devono limitare la loro azione a problemi di ordine tecnico-didattico, lasciando al le organizzazioni sindacali quelli relativi ai salari. D EVE la l'ÌCerca .economica appoggiarsi e cercare la sua continua verifica nella ticerca ~torica o può invece fondai·si sul metodo teorico-deduttivo che postula il concetto astratto de.ll 'homo oeconomicus agente solo sotto la ~pinta di un interesse personale? Fra queste due posizioni, impersonate l'una dalla « scuola storica» tedesca e l'altra da11a scuola dei « pu– risti » viennesi, con a capo il Menger, si accese un4 delle più aspre dispute; nell'ultimo ventennio del secolo scorso. Disputa peraltro piuttosto accademica e infruttuosa, çhè la scuola siOrica non riuscì a trarne una sua defini:,,;ione e sistemazione scjentificarnente organica e finì pel' esau- 1·irsi in uno studjo delle istituzioni economiche e dei loro mutamenti attraverso i secoli. Acqua passata, dil'à qual– cuno, ma non è così, come avverte Gino Luzzatto nel suo ultimo libro Pe1· una stm·ia economica d'Italia (Bari, La– terza, J.957), anche se la discussione si ripete oggi in ter– mini molto diversi. La disputa fra la scuola storica e qnella logico-dedut– tiva - trovata fra l'altro una provvisoria cornposi,r,ione nella teoria di Max ,1/eber dei « tipi ideali» - finì con lo smor– zarsi con la completa autonomia conquistata dai due or– dini di studio. « La storia economica non intende fare in alcun modo la concorrenza all'economia, desidera invece esser lasciata sola», fu detto, e si pensò che la disputa fosse conclnsa. « Questo distacco non doveva durare tut– tavia più di un trentennio: questa volta non sono più gli economisti tedeschi, ma in prima linea gli inglesi che provocano insistentemente una più assjdua collaborazion~ con gli storici». Ciò avvenne p1·incipalrnente dopo il 1929, quando gli studi sulle crisi e le flut.tua:,,;ioni economich~ cominciarono a fiorire a ritmo impressionante. « E1·a. na– turale - dice Luzzatto - che in questa materia, come del resto ànche in altre, gli economisti si rivo1gessero agli storici non più per ottenere dei dati di fatto in appoggio alle loro tesi, ma per constatare se il fenomeno delle flut– tuazioni periodiche, di •breve o specialmente di lunga du– l'ata, si ·potesse far risalirn anche ad epoche anteriori al principio de11'800, e con quale periodicità e con qua.li forme si fosse manifestato». Nuovi rapporti intercorrono dunque fra l'economista e lo storfoo: l'uno chiede alla .ricerca storica se nei se– coli passati certi fenomeni moderni e attuali si sono ri– petuti; l'altro « dalla soluzione del problema trae nuova 1uce per una più corretta e integrale valutazione dei fatti Comitati provinciali per, I:a.ppl'endistato çdile non hanno. ragione di esistei'.~ percliè, in ultima analisi, a trat– tare ]e questioiii SOno le· stesse persone che rappresentano le organizzazioni in seno ai Consigli di Amministrazione delle scuole previste dall'art. 54. Gli enti istitutivi in conformità all'art. 54- del contratto nazionale di lavoro non possono essere oggetto di· alcun pa,•ticolare coordinamento sul piano nazionale e ciò pel'chè ess~. devono ·affrontri.re probler1i _che sono particolari di ogni singola provinci~. ·Tutt'al più è coordinabile un'even– tuale azione presso organi di governo per questioni di puro ordine burocratico e informativo. In ogni caso senza Jedere la sovranità assoluta degli organi periferici. Il 'Gomitato Centrale dì Coordinamento per l'Ap_prendist-ato avrebbe invece il· compito di impostare i problemi del settore edile per quanto tiguarda questo istit~1to con t"iferimento alla legislazione dello Stato. Azione da impo– stare sulla. base dei deliberati dei Comitati Regionali. La propost~ della CGIL Per una ,regolamentazione del– l'apprendistato lascia viceversa perplessi perchè non è am– missibile che dei dirigenti nazionali di .una organizzazione sindacale possano mettere in circolazione dei documenti del gener-e. Da dieci anni operano gli Enti istituiti dalla categot'ia Per ·1a formazione delle maestranze. Sarebbe stato sufficiente chiedere ai rappresentanti Provinciali della FlLLEA in qual modo, in questi Centri di Addestramento, avviene la formazione e t1·asformare il sistema in norma. E' avvenuto invece che in sede provindale i rapprese11tànti della FILLEA abbiano approvato un sistema e in sede nazion~le i delegati abbiano chiesto una norma - la defi– nizione - che è l'opposto. Tra le diverse province non esi13te, in pratica, alcmia differ~n?,a snj sistemi di addestra– mento che trnvano la nomì.a nella· defìni?.ione delJ'a.p– pr~tlistato. T11tti, con i fatti anche se a parole affermano PER UNASTORIA EC()NOJIICA D' IT:ALIA economici, che lo studjo delle fonti gli permette di do– terminare ». E' questa la conclusione a cui giunge il Ltrn,r,atto alla fino del" capitolo del suo v·olume: una conclusione piena di quella misurata sapienza cha caratterizza tutti gli scritti di questo grande storico. Ma non è il solo dei pro– blemi affrontati nel primo_ capitolo di caratte1·e metodo• logico generale: si parla anche della ricerca quantitativa. e della possibilità di attuarla sol materiale che i secoli dell'età di mezzo ci tramandano, e del metodo di studio individuale o collettivo. Il volumetto è nato da un gruppo di cinque lezioni tenute da Luzzatto all'Università di Pisa nel febbraio del J 956. Fanno seguito al primo capitolo alt,·i quattl·o, L'ECONOMIA DELLA RUSSIA SOVIETICA di Harry Schwartz LA NUOVA 11 AL 1 A FIRENZE _( 17 5 179) nuova rejJùbblfra ~ il conti-irio, concordano essere fuori discu8Sione Che lma completà - formazione professionale del lavoratore edile noil-può avvenirè fuot·i dal cantiere (si pensi· alla reali½– zazione di opere perrnanenti). Però in sede di produzione ·il. éantiere edile non permette' il ra::ionale svolgimento di esercitazioni prntiche e la graduale immissione dell'appren– dista al lavoro, per la ~nancania fra l'a~tl'o ·di istruttori qua. lificati e per lè esigenze di produzione. Da questo l'esigenza '"dei Centri di addcstramentò. Il problimw sta prop1'io e soltanto nella misura in cui la /onnaz·iorie professionale può avvenire in cantiere di produzione e conie e quando essa iebha essere p1·eceduta o inteorafo-in altro m.Òdo., Attrav'erso quale misterioso processo, 1a··cGIL è ani vaia a çl)ie<l:~re1.n:ia,«_reti-ibuzione dèll'apprell(;lista ... pari a quella dell'opera-io qi~nli-(icato dell'età corrispandente ridoha del . 30~~ »? E' possibile trovare in una impresa edile un open.Ilo qualificato di 14, o 15, o 16, o 17 anni, se l'apprendistato, necessario per arrivare alla qualifica, inizia a 14 anni e dura non meno di tre? Ed ·ancorà :· « Per il ·settore edile l 1 adde.Ytràmento com• plementare vierie àttuat? con ·appositi ·corsi ist,ituiti dalle scuole cidili prèviste dall'art. 54 del presente .còtltratto ». Ci si metta d'accordo: doVe dev~ avvenire questo addestrn- ,.mento? nelle scuole( o ·nell'imp1·esa, come si chiede con la. pl'oposta definizione de1l'app:rendistato? O vien 'fatta confu– siòne .tra addestram~nto e insegnameAto? Leggiamo insieme il confratto di lavoro: « affinamento - e perfezionamento di maestranze già all'edilizia» o disoc– Cupate in quanto ma.ncanti di qualifica: questo è lo spfrito della norma contrattllale e· a. questo scopo devono essere spesi i quattrini. All'apprendistato provvede l'art. 20 della legge 19 ge,nnaio 1955, n. 25. Normaliwl,iamo la questione dell'apprendistato e_così potremo disporre dei fondi statali 1·endendo disponibili quelle somme che, versate ai fini. sud– detti, sono necessariamente spese,. in molte province, per la fo1·mazione dei giovani in età di apprendistato. Ed ora un'utopia:· pei·chè non chiedere l'obbligo del.la divulgazione dei bilanci delle itji:,,;iative finanziate con i contl'ibuti previsti dall'art. 54 del contratto? A mio avviso è del tutto inutile dire corna delle ini:,,;ia– tive gove1·native senza dimostrare, cifre alla mano, che Je organizza7,ioni sindacali oj)erano meglio degli altri Ent.i gestori. La bontà di nn si~tema non può prescindere dal suo costo,. da cui dipende, t1·a l'altro, la· possibilità di maggiore o rninore a_.:ione formativa. E' evidente che con i soli citati contributi ben poco sa1·à possibile fare: la pubblicità dei bilanci potrebbe ser– vire come titolo peri chiedel'e quel mandato, e i mezzi finan,1,iar-i necessari, ~ffinchè alla categoria sia affidata tutta l'attività addestrati va· del settore. Non ò del resto una cosa. nuova. Essa è in atto, <la sempre, ad iniziativa del– l'Istitnto Veneto per il Lavoro. la maggior parte dei qnali è dedicata. all'economia ag1·aria. Gli ult_imi scritti pel'Ò, e specialmente quello sull'età con– temporanea piuttosto frettoloso e su un piano informa.– tivo, sono nettamente inferiod al primo, che può essere definito, 1·ip1·endendo una esprnssione crociana, uno « spac– cato» delle dispute che hanno tormentato gli economisti e gli sto1·ici dell'economia da cento anni a questa parte. Di non grande- impegno gli appunti bibliografici Che chiu– dono il volume, ridotti per lo più all'essen?.iale anche Se hanno il notevolissimo 'merito di essere aggiornati fìno al 195G. Cei-to, per una. storia economica d'Italia, c'è nncora molto da lavorare. I nostri archivi comunalj, quelli pt·i- ~ vati, e gli al'chivi notarili, celano senz'altro tonti di grande importanza. che aspettano soltanto di essere scopel'te ed utilizzate. Aspettano studiosi che, come il Luzzatto e il Sapori, due st01·ici dell'economia che tutto il mondo ci invidia, sappiano 1·icosfruire rivivendolj - com'essi han saputo fare per Venezia e per Fii-ei1ze nei secoli del mas– simo splendore di queste dlle città - qnei r;tti, quegli avvenimenti, quelle rivolte di cui i nostri avi furono pro– tagonisti. GIANCARLO FANTINI La pubblicisttca sull'economia sovietica è vr.1stìsstma; ma man– C(',no f la'vOrt d'insieme, capact di offrire un quadro organico, almeno appross;mativamente attend.ibile, dei vari aspetti di quel– la compless: realtà, e della polit"ica economica attuata dalla di– rigenza sovtetica in oltre un trentennio. Lo Schwartz·e il gruppo di studiosi che h-!1.nno collaborato con lut hanno cercato appun– to, attraverso un'indagine laboriosa ~ scientificamente fondata, di colmare questa lacuna. In un'opera dJ questo genere non pos– sono man<'are difetti: ma nessuno che voolta farsi ~n'idea pro– pria delle linee maestre dell'economia sovtetica ( e quindi della struttura stessa della società russa contemporanea) potrà /are a meno dt valersi del coptosisstmo materiale raccolto tn quest'opera e del tentatwo compiuto dal prof. Schwartz e da.i suoi collabo– ratori di trarne una interpretazione intellegibile e valida anche ver il futuro. Volmae del formato 16x23, dt pagine XVIIl-~36 con sopraco– perta a colori di D. Boschi, in vendita al prezzo dl L. 6000

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