Nuova Repubblica - anno V - n.32-36 - 8 settembre 1957

(175179) nuora repubblica 3 LA "SVALU1'AZlONE,, DEL FRANCO ... SANGUE SI, TASSE NO I guai della 1 1 ,·aocia sono i guai di uo paese che vuol condur1·e una politica colonialista senza averne i mezzi né le pos– sibilità. Da parte sua, il ministro Gaillard ha dimostralo di conoscere assai bene gli strumenti che la politica economica offre in c1uesle situazioni, ma si tratta naturalmente di una terapia estetica là dove occorre viceversa l'opera del chirurgo di A LLA RELATIVA stasi politica che, come al solito, il me.se di agos.to ha prodotto, non si può dire sia · corrisposto un eguale periodo di « tregua » nel set– tore economico, sia in campo _nazionale che internazio– nale, Dal rapporto del Comitato per lo sviluppo della_ occupazione e del reddito « sui problemi dell'aumento del– l'occupazione e la riduzione dell'orario di lavoro», pre– sentato dal prof. Saraceno al presidente del consiglio il I.o agosto u. s., alla pubblicazione fatta ;n questi giorni . del « Rapporto del govet110 italiano sulla situazione eco– nomica italiana in relazione allo schema Vanoni>►; dallo spettacolo fantasmagorico offerto dal governo francese in fatto di misure economiche adottate nel tentativo di rinsal– dare Ja posizione de~ franco, alle ripercussioni prodotte dalla svalutazione di questa moneta sull'economia dei vari. paesi europei ed alla polemica sorta sull'opportu– nità di dar luogo ad una rivalutazione del ·marco, si può ben dire che ce ne sia per tutti i gusti e per tutti i pa– Jati. La crisi dell'economia francese era ormai da tempo nell'aria e non aspettava certo un attestato di esistenza firmato dal• governo francese per essere conosciuta da tutti. Meno nota era, ed è, la situazione inglese, da lungo tempo ritenuta debole e vicina ad. una crisi, an– che se fino ad oggi miracolosamente in equilibrio. Ma quel verme silenzioso che va sotto il_nome di « mi– naccia inflazionistica ,, è tornato improvvisamente a far parlare di sè e, quel che è più interessante, proprio nei paesi più vicini ad una completa maturazione capitali– stica. Il lieve aumento dei Prezzi che rappresenta una caratteristica costante dell'economia di tanti paesi, non può più essere addebitato a ragioni congiunturali desti– nate a ngn 1;.ipetersi, ma è ~invece una vera e propria testimonianza di un male· sottile che tormenta un siste– ma economico. Le misure creditizie non sono più ca– paci di fermare il preoccupante fenomeno: aumenta il saggio ufficiale di sconto, ma l'ascesa dei prezzi con– tinua, quasi che tra i due fenomeni esista un invisibile legame di stretta dipendenza. I N FRANClA le cause di tutto questo sono molteplici e complesse; in Gran Bretagna e negli Stati Uniti sono forse più facili da individuare. La folle rincorsa tra i prezzi ed i salari è la ca·ratteristica COmune dì tutti qUe– sti paesi: all'aumento delle rimunerazioni, necessarie per mantenere ai lavoratori un livello di vita accettabile, non corrisponde, per lo più, un adeguato aumento della produttività, 1 cosicchè la ripercussione viene a manife– starsi sul livello dei prezzi. Nuovo indebolimento della capacità di acquisto dei lavoratori, nuove pressioni sin– dacali, conseguente aumento dei salari e relativa asce– sa dei prezzi. E la ruota continua a girare dando luogo ad un vortice pauroso in fondo al quale si trova la rovina di un'economia. N~gli Sti:l.ti Uniti, ad esempio, il livello dei prezzi è aumentato per circa il 3-3,5 % nell'ultimo anno. E gli esperti ritengono il fenomeno tutt'altro che passeggero. Nel frattempo si va delineando sempre più uno spo– stamento dell'asse di quella economia verso le attività terziarie, mentre, ad esempio, la produzione industriale va mostrando una certa tendenza a diminuire (come attesta l'indice nazionale in discesa, sia pure relativa). I sindacati, poi, si ripromettono quanto prima di con– durre ancora innanzi la lotta per l'aumento dei salari e la relativa diminuzione delle ore di lavoro settimanali. Tuttavia la congiuntura USAi desta un certo ottimi– smo sia pure misurato ed un po' controverso. Meno cauti sono gli osservatori economici nel valu– tare la situazione ·economica inglese, per molti aspetti più preoccupante. Nonostante le continue smentite uf– ficiali - fra l'altro, come è stato recentemente no– tato, troppo insistenti e non sempre richieste - è opinione comune che la sterliria sia una moneta in via di indebolimento. Lo provano, tra l'altro, l'aggravato squilibrio della bilancia commerciale ed il continuo aurnento dei prezzi. 11 governo si è interessato ultima– mente del problema e sta cercando dì controllare. fin dall'inizio le pressjoni inflazionistiche costituendo (13 agosto) il Council of Prkes, Producti?Jity and In .com.es al quale le organizzazioni sindacali, benchè invitate, non hanno voluto partecipare. Una particolare preoccupazio– ne destano poi i rapporti fra la sterlina ed il marco, e si è sviluppata recentemente ·un'accesa polemica che gli ambienti ufficiali inglesi hanrio portato innanzi, ac– cusando i tedeschi di essere dei subdoli creditori che si avvarrebbero di una particolare situazione di sot– tovalutazione del marco per conquistare i mercati este– ri. Ma il ministro Erhard ha per tutta risposta affer– mato che « il marco non deve fare le spese delle poli– tiche inflazionistiche altrui >L E, a ben guardare, non si può dar torto al ministro dell'economia della Ger- ITALO BERGAMINI mania Occidentale. Per convircersene, basta osservare la bilancia commerciale di questo paese, che è larg·a– mente attiva se considerata nei confronti di tutti i pae– si, ma passiva, e piuttosto notevolmente, nei confronti dell'unica eccezione: gli Stati Uniti. Ciò significa che la Germania Occid.entale sta sì approfittando di una particolare congiuntura, ma nei confronti di quei paesi ad econom"ia largamente provata. Il paese che più profondamente soffre di male sot– tile è, come si sa, la Frrincia. In un sistem·a già molto provato, si sono ora abbattuti tre fulmini di autentica capacità demolitrice: due Passeggeri - il canale di Suez e le raccolte agricole compromesse da avversità atmdsferkhe - ma il terzo, quelJo dell'Algeria 1 che ha tutta l'aria di continua-re per un pezzo. L'economia francese non è stata capace di reperire in sè stessa le forze sufficienti per resistere ad un salasso giorna– liero di molti e molti milioni di lire (si parltt a'ddirit-· tura di un miliardo di franchi af giorno) e si è pro– gressivamente. indebolita. Aumento deJla circolazione mo– netaria, diminuzione delle disponibilità auree· o dì va– luta preg.iata, vertiginoso aumento dei salari e dei prez– zi, progredire delle speculazioni, incremento dello squi– librio nelJa bilancia commerciale: tutti sintomi inequi– vocabili di un sistema economico in sfacelo. Che cosa poteva fare il giovane ministro Gaillard di fronte a questa situazione? Prima di tutto egli ha tentato di mantenere invariata la quotazione ufficiale del cambio, cercando di limitare le importazioni e di incrementare le esportazioni, poi ha aumentato il saggio ufficiale di sconto portandolo ad un livello - il 5 % -. cui non era pili giunto dal 1937, infine è stato costretto a ren– dere palese la crisi dell'economfa, nazionale, svalutando o, per meglio dire, pseudo-svalutando il frafico. Si sa qùaJi commenti ·hanno provocato queste misure finan– ziarie. Si è parlato di boicottaggio al mercato comune appena ve~-~ alla luce, di politica autarchica, ecc. Commenti 'per lo più caratterizzati da una certa dose di facUoneria e superficialità. Lo strano concetto da cui sono partiti questi commentatori è che, una volta firmato il trattato istitutivo del mercato comune, i vari paesi fossero impossibilitati ad impiegare gli strumenti che la politica economica mette a disposizione per rie– quilibrare un sistema economico sull'orlo dell'abisso. Senza contare, poi, che pochissimi sanno che gli ultimi provvedimenti francesi rappresentano un leggero aggra– vio di disposizioni già esistenti e addirHtura costitui– scono una. vera e propria semplifi,.c)iiione i~ un regime vecchio e assai complesso, nel quale, a forza di clau– sole e di cambi differenzi•ati, non si capiva più quale fosse il cambio ufficiale e quello effettivo. Da vari mesi infatt( (15 marzo) le merci destinate alla importazion'e venivano sottoposte ad una tassa del 15% del loro va– lore, salvo quel.le sottoposte a regime di licen~a. Il nuovo provvedimento prevede una svalutazione del 20 % del franco e non provocherà gravi ripercussioni Sul com– mercio con l'estero di quel paese. Lo stesso può dirsi nei riguardi delle esportazioni, dove sono stati aboliti così le misure di cambio preferenziale come i vari aiuti alle esportazioni. G LI ULTIMI provyedimenti .si riducono quindi solo ad una maggiorazione conforme di tasse o di aiuti, e quindi ad una disinteressata unificazione di un sistema di cambi caotico e disordinato? Se cosi fosse non ci sarebbe nulla di male perchè anche il trattato istitutivo del mercato comune, nella Parte 111, Titolo II, Cap. 2, all'art. 104 specifica che, « ogni stato membro attua la politica economica necessaria a garantire l'equilibrio del– la sua bilancia globale dei pagamenti e a mantenere la fiducia nella propria moneta, pur avendo cura di garantire un alto livello di occupazione e la stabilità del liVello-dei prezzi,,. Il contenuto dell'articolo è, come si vede, specialmente nella parte finale, alquanto vago; forse, non poteva essere più preciso.' Infatti come si fa a dimostrare che un provvedimento è, a priori, contra– rio ad « un alto livello di occupazione» o che favorisce l'instabilità del livello dei prezzi? E' pressochè im– possibile, anche perchè l'interpretazione e ia valuta– zione preventiva, fatta in termini dottrinari e _spesso astratti, trova· facili obbiezioni e spiegazioni ad uso e consumo del paese il1ter€!ssato. Il male comincia quando si vanno ad analizzare più attentamente le ultime misure finanziarie adottate dal governo francese. Infatti, le ultime disposizioni inte– ressano soltanto· il 60 % delle importazioni totali, e non interessano invece il rimanente 40 % - che in gran parte riguarda le materie prime. fondamentali - per cui rimane il vecchio tasso ufficiale di 350 franchi per dollaro e 980 per sterlina e di 56,008 franchi per 100 lire (mentre l'altro cambio è 420 franchi. per un dollaro e 66,2096 per 100 lire). Il fatto grave è tutto qui, e già il ministro del commercio con l'estero, dr. Guido Carli. nell'intervista concessa all'ANSA non ha mancato di de– nunciarlo dicendo che « la concessione di un sussidio ad alcune importazioni ·considerate essenziali determina la istaurazione di un re·gime preferenziale di cambio in netta contraddizione con la politica rivolta alla crea– zione di un mercato internaziona)e ». E' quindi augu– rabile che l'eccezione sia rimossa al più presto, anche perchè il mantenimento di essa giustificherebbe le ri– chieste per l'applicazione dello stesso regime preferen– ziale ad altre importazioni visibili o invisibili, che po– tranno essere parimenti considerate essenziali all'eco– nomia francese (ad esempio, le importazioni di mano d'opera, cioè, in altte paro1e, le rimesse-emigrati). Infatti, invece dì giungere ad una vera e proprìa svalutazione del franco - non si voleva usare in nes– sun modo la parola per paura di ripercussioni sfavo– revoli sull'opinione pubblica, la quale, non si cat,isce bene perchè, è rimasta viceversa tranquilla - si è fatto ricorso ad uno strano, e tuttavia ingegnoso, sistema di. imposte-tasse 'e sussidi-premi. Commenta Il Giorno del 13 agosto che « svalutare la moneta significa rialzare tutti i prezzi esteri rispetto a quelli interni e quind~ dare sì un vantaggio agli esportatori, poichè essi ot– tengono, a parità di valuta estera, un maggiore valore del potere d'acquisto in termini di valuta nazionale, ma anche danneggiarli, in quanto produttori, poichè essi, per procacciarsi le materie pTime Provenienti dall'este– ro, devono pagare, a parità di valuta estera, un mag– gior valore in termini di potere d'acquisto nazionale. La misura adottata dal governo francese è ben d.iversa·: è una m"isura di cambi multipli,. un'imposta sui manufatti e un premio agli e,sportatori... ». P OPRIO COSI'. Questi provvedimenti rialzano tutti i prezzi esteri e danno un vantaggio agli esportatori, ma contemporaneamente lasciano invariati i prezzi deUe materie prime provenienti dall'estero. In poche parole, il potere d'acquisto interno degli esportatori aumenta a parità di valuta estera (ottengono cioè un maggior, numero di franchi francesi vendendo uno stesso bene), mentre essi, per procacciarsi le mate.fie prime prove– nienti dall'estero, vengono a pagare lo stesso valore di prima itl. termini di potere d'acquisto. Ecco dove consiste un premio nascosto agli esporta– tori ed ecco dove consiste il lato, se si vuo.1e, autarchico dei recenti provvèdimenti finanziari attuati dal governo francese, che ha così cercato silenziosamente uno stru– mento da usare nei confronti dei mercati esteri, preoc– cupand.osi nel .frattempo di Jimitare ai massimo le im– portazioni. Infatti, qualora la quotazione .ufficiale del franco corrispondesse alle sue effettive capacità di acqui– sto, i prezzi interni do.vrebbero in- teoria essere allineati con quelli esterni; in questo ,modo, invece, i produttort francesi possono acquistare le materie prime ad un p·rezzo inferiore a quello comunemente pagato sul mer– cato internazionale e vengono quindi a trovarsi in con.– dizioni di vantaggio rispetto ai produttori esteri. La gravità del fatto è tutta qui. A chiusura va detto che i guai della Francia sono i guai di un paese che si trova nella « necessità » di con– durre una politica colonialistica senza averne i mezzi. né le possibilità; sono i guai di un popo'lo che, come è stato osservato, è più disposto a pagare sacrifici di sangue che di tasse. In fondo, il ministro Gaillard ha dimostrato di conoscere assai bene gli strumenti che la politica economìca offre in queste situazioni. Li ha usati preoc– cupandosi di tenere in -vita finchè è pQssibile un corpo ammalato· in modo assai grave. Naturalmente si tratta di. una terapia estetica là dove occorre l'opera del chi– ruTgo. Ogni altro discorso, invece di tener conto della realtà politica che si è venuta a creare, finisce per es– sere astratto e inconcludente: una esercitazione inutile, da esperti finanziari. nuova repubblica ABRONAMEI\Tl: Annuo Semestrale Trimestrale L. 1500 " 800 .. 450

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