Nuova Repubblica - anno V - n. 23 - 9 giugno 1957
6 CONTR_IBU'fl' A UN DIBATTI1'0 LA .VIA DELL'IMPEGNO POLITICO di GIULIO N ON PARE che tutlj co_nsitle_ri?o _l'esperiment~ mono– colore per quello che e, e cioe per una solnz1one po– litica - più o meno difficilmente evitabile - di fronte alla quale si è costl'etti a ragionare politica?1~nte. Ogni botte dà il vino che può! e la. botte demo?1·1shana. h3 offerto come distill_ato finale il monocolore; Zoh,_ che le tendenze a.ssaaipoco 1nonocolori della DC_ cerca~o Cta~Cl_ma non tanto di qualificare nel senso propno, quanto d1 11n– pedire che si squalifichi in senso altrui. Nonostante_ a~cnni fiori retorici, Fanfani ha richiesto un programma h~11ta!.o alla ordinaria amminist-razione, che sia però concepito m modo da consentire un energico rilancio politico e pr9• grammatico del partito, capace di rjcattare gli ~lettori alla vigilia del voto. Per fini diametralmente _pppostJ, e soprat• tutto per il timore grandissimo. che l~ .strapotere_ est_ern~ del segretario della DC consacri defirnhvamente 11 d1 1m già pesante interno predom~nio, i ri~tabil~ ..« ;edo;i del centrismo» e quelli propensi a nuovi equihbn spi_ng~:mo verso stl'ade del tutto diverse, che vanno dalla strethssm1a ordinsria amminisfrazione per dimostrare che senza qua• dripa,ttito mal si governa e pro,,.ocare al p!lt presto. d.i nuovo la crisi, al più .ampio sviluppo di or1entamenh ~ di programmi perché se ne deduca che la DC è"capace d~ attirnre nuove forze - di' sinistra per alcuni, o per altr1 cli destra - attorno ad una iniziativa di goverho do':'e sia impegnato tutto il partito, e noll la sola corrente dell'on. Fanfani. Resta fermo che, votata la fì.dncia al gove.rno ~oli, nn vantaggio decisivo 1·ispet:to al periodo Segni la. nuova si• tu8x.ione lo presenterà senz'aJtro. Metterà cioè direttamente a confronto socialisti e .socialdemocratici con la DC, senza paraventi di solida.rietà governative e di difese democra• ticbe di comodo, o anche di cbndiz.ionamento laico e di con– trappeso a sinistra. di saragattiana abusata memoria. I socialisti di diversa. o;:;servanza oggi si _misurano di fronte alla DC e al paese con lo stesso metro, ed è per que• sto d1e il giuoco interno degli amici di Sa:ragat si potrebbe rh:olvere, alla. lunga, in uno scadimento irrimediabile della lor-o possibilità di condizionare la politica di tutti i socia– Ji.-;ticon le ipoteche che hanno fatto valere ancora una volta - e non senza successo - nel corso del '56. Vinto un enne• 'simo incontro tattico al congresso del PSDI, essi potreb• bero trovarsi davvero impaccia.ti sul piano strategico, se non rie~cono a tornare in tempo nel governo. Non è il caso di puntare allo ScRvalcamento della socialdemocrazia per una 1·elazione unica e diretta tra socialisti e democristiani, e neppure sulla scissione precoce del PSDI per tentare di valorizzare in un modo qualsiasi il pur generoso massima. li.-:mo possibilista delle sinistre socialdemocratiche. E tanto meno a questo momento è più sufficiente la nenniana. poli– tica delle cose, poiché, giunti a un punto in cui, nonostante tutto, le «cose» hanno ·fatto saltare i principi saragattiani ormai scolastici e speciosi, è come minimo necessario pas. sare alla fondazione dei principi nuovi, e cioè delle dimen• sioni vofitiche - proposte da noi socialisti ma valide tanto per noi che per i socialdemocratici - entro le quali ci si dovrà 1;1uovere nel prossimo futuro. Non per queste le «cose» potranno essere - more sa·ra. ga.ttiano - < calpeste e derise », ché anzi il dialogo sociali– 'Rti-DC si sostanzierà· di « Cose» assai più la,·gamente che in pa.-isato, durante un pel'lodo di governo moncicolore. Ma sbaglierebbe Nenni qualora ritenesse - e niente ce lo Ca credere -- che i tentativi di condizionare il sen. Zoli sui patti agra1·i, sul di8tacco doll'IRI o sull'attuazione delle regioni possano esauriire i compiti dei socialisti nell'ora pre. sente. Occorre molto di più, e oltre il programma - di opposizione o di governo è lo stesso, si è detto più volte, ma intanto ancora non c'è - sono i rapporti politici verso i qnali punta l'azione socialista che occorre rend~r chiari prima che sia troppo ta,rd·i, dato che per ora non lo sono affatto. Lasciando da parte la confusione delle lingue, davvero ineguagliabile, di parte socialdemocratica, non è difficile * ~up;fli~I:J~~.Ail d;lR:r:~rop:o~o~;::: cd~st~:itod•~:te:~o:~ tato per l'affermazione dei diritti della donna i., per contribuire ad un ptù cosciente e maturo inserime11to della donna nella vita po– liticafhazionale. Si sono già tenute alcune conferenze {Peretti Grit'a, Joyce Lussu, Anna Ganfalo) e un dibattito sulle carriere precluse alle laureate in legge; è in preparazione un dibattito sulla pe1isione alle casalinghe. Il Comitato ha anche preso accordi con le due associazioni donne giuriste per formare un coll~gio di difesa gratuito per i ri– corsi avversi alla esclusione delle donne dalla maggior parte dei concorsi. Il Comitato ha risolto i problemi del mezzi finanziari appog– giaiidosi via via alle associazioni e agli organismi più idonei {Col– legio Universitario, Consulta, Editori interessati, ecc.); ed ha im– pegnato i partiti aderenti a favorire iniziative analoghe anche in altre città. :~ :ru!~:E~Z:er::::~~~cade~1/::~t:;:g:, d:~: ~n:l~~~~~vaap:~r:e~ nenti ai partiti della sinistra de_mocratica, un pubblico dibattito a cara~ttere nazionale sul tema Firenze, Sorgane e il piano rego~ lator-~. La relazione introdottiva sarà tenuta dal prof. Luigi Pic– oinato di Roma. Sarà discusso il problema della espansio'ne urbanistica di Firenze e della relativa pianificazione alla luce dei gravissimi ep::odi emersi recentemente in merito alle ini– ziative dell'Amministrazione La Pira, iniziative che· rischiano di portare un colpo mortale alla struttura urbanistica della città; ma il dibattito sarà allargato ad affrontare in generale il pro. blema di una politica urbanistica in Italia. La manifestazione avrà luogo nel Salone di Santa Apollonia, Via San Gallo 25, iniziando alle ore 10,30. CHJARUGI riconosce.re nei· disco.rsi che hanno circolato o che tuttora ci1·colano nel PSI almeno·Jre diverse pmspettive di politica < socialista >. Vi sono coloro che d:ànno a divedere di puntare senz'al– tro su.H'allarg~inento al PSI della collaborazjone già accor– data in passato· ai socialdemocratici da par~e della DC. Se al PSDI, con 19 deputatJ e appena 3 senatori, spettavano tre ministeri e mezzo, con due etti di sottogoverno per giunta., ai socialisti, con 75 deputati e un discreto nnrnero di senatori, potrebbero toccare una volta ottenuta l'aper• tura almeno sei ministeri, più un chilo o que ... d'osso e di frattaglie, ossia di sottògoverno. In questo modo la DC sarebbe « equilibra.ta e condizionata > più efficacemente di quanto non accadesse prima. Il prezzo, inevitabile, di qne~ sta. politica sarebbe il distacco, lento ma sicuro, del PSI da ogni possibilità. di rappresentanza. popolare e la sua assimi• ]azione in tnttci e ~r tutto alla odierna socialdemocrazia. A loro si contrappongono i massimalisti di varia sfn. matura: grosso coacervo che riunisce i mangiapreti a oJ. tranza, timorati di ogni contatto politico con chiunque metta piede in chiesa, ai lau.datorea tempori., act-i, conservatori e nosta.lgici del frontismo o quanto meno della < politica. di un.ità di classe >, pronti, per conto loro, a corrè-r dietro ai cattolici qualora - caso sempre sperato ma del tuHo i~• probabile - si decidessero ad aprire & tutte le « masse po– polari > senza alcuna distinzione politica. Marciano assieme i teorici. di nuove e non troppo evidenti strategie ché clo. Vrebbero vedere.il PSI alla testa - e perché non alla codà, dato che la presenza del PCI sarebbe determinante? - di un nuovo schieramento capace_ di escludere i cattolici dal potere con un rovesciamento tanto subitaneo quanto poco , chiaro ne.i mezzi e nelle forme. E' eviden-te che, mentre· per i primi ape·rtura significa. accostamento subalterno alla DC, per i .secondi essa. signi. fica. che i socialisti aspirano a ·mediare ~ma collal>orazione tra. .DC e 'PCI del tuÙò impossibile, tanto impossibile che allora, si pensa alla, alternativa, per caccia~e la DC dal potere. L A DEPLOREVOLE confusione tra. apertura e a.lterna– tiva ha tratto origine'da una presunta incompatibilità dei due termini, incompatibilità, che non sussisteva. nel1a originaria enunciaz;ione di Nenni, anche se p1'0prio Nenni non sempre ha saputo scegliere i mezzi più adatti per ot. tenere pronunciamenti 8bbastanza. chiari su decisioni che non~o. ,teva.no raccogliere in alcun ,nodo l'interna unanimità del ·PSI. Alternativa, infatti, significa alternativa elettorale, vale a dire posizione capace, pe1· un suo programma ben definito e per una. alt1·ettanto definita struttura e C(?ncezione del potere (democra,:tia nello stato e nel pa1tito e assenza di chinsul'e ideologiche), di raccogliere il consenso più ampio possibile 8ia a sinistra che a destra, tra. l'elettorato comu~ nista deluso· come trn quello dem_oc1·istiano e socialdemo• cratico insoddisfatto,. e di contrapporsi alle fortune eJetto– l'ali della DC e del PCI proponendo una politica indiriz. zata sn un diverso binario, di.... coe,sistenza paritaria di forze socialiste e forz.e cattotif;he stlÙa base di una concezione non totalit~ria del potere. Apertura, invece, sjgnifica 1·eali:i1zazione del programma di alternativa, servendosi dell'avvenuta attrazione di ali• quote di elettorato cattolico per influirn sulla evoluzione dei cattolici della DC e per obbligare quest'ultima a una scelta. Scelta che sia fondata sulla convergenza delle due forze non per impossibilità rnater.iale di diverse soluzioni, sì bene per comprovata capacità di sviluppo di, ambedue gli schie- 1·amenti, dove nessuno deì due sia p.ìù in condizione di pa– ventare il proprio sgretolamento a vantaggio dell'altro. Le ele:,,;ioni del '58 non sposternnno i rapporti di forza in modo decisivo, se non forse assegnando alla DC una mag– gioranza assoluta pos8ibile se pure improbabile e cedo so. verchiamente paventata da molti. Ma sarà proprio per quella prova, e per le scelte politiche che dovranno seguirla a scaden:t.a più o meno breve - e che ve1·teram;w di nuovo sulla. unità sociafo;ta e sull'incontro o scontro con la DC - che il carattere dell'alternativa elettorale del PSI dovrà.· essere precisato assai meglio che nelle pm· fortunate poli– tichè del '53 e amministrative del '5G. Che i recenti avvenimenti interni al partito confortino molto le aspettative e le speranze, sarebbe azzardato seri• verlo: l'ultimo comitato centrale ha ben dimostrato 1a snpe• riorità. pol-itica di Nenni, di Lombardi e di quanti sono loro stati vicini, J'endendo evidente ancora una volta che per fare politica non basta la minuziosa organizzazione, ma occor– rono in prima linea altre qual.ità - clecìsione, coraggio, in– tuito, r_iflessi, fantasia - che gli interni contraddittori non hanno mostrato di possedere in sufficiente misura, quando non hanno saputo rettificare il t.iro delle batterle giit pun– tate, in seguito al fatto nuovo della ctisi. l\fa questo non è e non pllÒ essere abbastanza, specie quando si dà il caso - ameno anzichenò - che Mondo Operaio esca con arti– coli del condirettore che non si accordano né punto né poco con quanto va scl'ivendo e dicendo il direttoTe-segretario del _partito. li partito appare appesantito, dopo Venezia, da organi direttivi ed esecutivi che non ne condividono intimamente la politica annuncjata e, di conseguenza, sono i meno indi– cati per 1:ea.lizzarla jn nn modo efficace. Sta a questi com• pagni il dil'itto di contrastare quanto non credono giusto, rna anche di aSsumersi tutte Je responsabilitù relative. l:>o- <iòt,J'.:·fiuo,va repubtilièa tretibero. dare utilissimo contr)buto dc_biam.ari<losi. allà ne– cessitii c'he il PSI conservi tonacélllentè que!la ,·adice P,opo– lar6 che è data dalla presenza accanto ai comunisti a 'tnt-ti i livelli della vita. nazionale._ Non pare che sempre abbiano chiaro, pe;rò, ~Ì1e pre~enzd aÙùrito sir;'niftca presenza distinta, anzi pel'\esp1·hl1.erci meglio, presenza in c"ontraJJpOaizione, in S~stituzione·, in 8.lternativa,· per Ìndje:are una strada poli– tica opposta alle comuni ista~;,;e dèi gl'uppi subalterni nella società nazionale. Ultimo aspetto cui·ioso del momento è la dispera.'l.ione acco1:ata sulle residue possibilità di inizi.,..~iva socialista da parte di rnoltj che nel PSI aveva~o rnolto, forse troppo, spe. rato, e che soprattutto aveva.no sperato buoni frutti senza personaJe impegno e dll'etta partecipazione. Le più alte speranze sogliono spesso produrrè le più fiere disillusioni, con annessi tentativi di soluzioni interlocuto.rie e m8rginali. Lungi da noi il respingere tal.i prospettive e necessità: c'è, davant( alla sinistra. italiana genericamente considerat(t, una vasta revisione e costruzione di dati culturali di ogni sorta., lavoro al quale i partiti come tali sono assolutamente inadatti e inadeguati. Si tratterà di «.gruppi di pressione», di < società fabiane », di riviste, di centri•studio di partito ..._e no, di convegni tipo Amici del Mondo, di gruppi di inizia~ tiva sindacale, di unioni di enti locaU, di associazioni goliar. diche e di molte altre cose ancora: a tutte queste iniziativ6 è auspicabile la più larga e libera partecipazione dì sociali– sti e di democratici. A patto, però, che ciò non venga 11ddotto come pretoo.to per evadere dall'im.pegno politico propriamente detto·: i < gruppi di pressione:. debbono fare il gruppo di pressione, ma i movimenti politici il movimento politico. Oggi la. cl:iià.– rìficazione della iniziativa politica socialista passa attraverso )a vita int-erna del PSI o i rapporti esterni tra i gruppl so– cialisti diverranno sempre meno importanti che nel passato: a. UP, che si è definita con la sua storia. gruppo politico e f}f'uppo socialista, non resta che trarne le conseguenze. OPERAZIONE V LKSW (continua.:.. da pag. 5) a 30 mila operai, con altissimi redditi. Ma una volta rìu– scita,r l'operazione Volkswagen non sarebbe che l'inizio di una catena di analoghe Ìniziative; il preludio della liqui– dazione delle altre imprese (circa 300) delle quali i1 te• soro tedesco è compartecipe, in quanto erede del vecchio Reich. E' facile prevedere che alla fi·ne sotto controllo pubblico rimarrebbero soltanto 1e aziende economica• mente più dissestate e bisognose di sovvenzioni. Un'ul• Urna ragiane che può avere indotto la CDU a lanciare la parola d'ordine della privatizzazione è il tentativo di scindere le opposizioni; è noto infatti che i piani e Je vel~ leità di socializzazione _della socialdemocrazia rappresen– tano il più forte ostacolo ad una maggiore intesa tra li· beraldemocratici e socialdemocratici, per cui la difesa a oltrania della· iniziativa privata ad opera della CDU po• trebbe costituire una valida base per un riavvicinamento tra Adenauer e la FDP. Fin qui per quanto riguarda l'operazione Volkswagen in sè e per sè. Ma il vero significato della iniziativa può essere compreso soltanto inserendo questo episodio, di per sè in definitiva così limitato, in tutto il processo di pro– gressivo smantellamento dei controlli imposti all'econo– mia tedesca nei primi anni dell'occupazione. Non è un mistero per nessuno che è in atto in Germania una co– lossale riconcentrazione delle grandi unità economiche, che le autorità occupanti, in un'epoca in cui il capitali• smo tedesco era ancora alla sbarra, sotto l'accusa di aver finanziato e sostenuto la criminosa politica del Reich na– zista, sembravano decise a smembrare e a riorganizzare su base decentralizzata. Ma questa è ormai storia di.dieci anni fa. Oggi della deconcentrazione, della famosa Ent• flec.htung, nessuno parla più, ed anzi si sta verificando il processo inverso di ricostituzione dei monopoli, di COJJl· pagnie gigantesche; capaci di coprire, con una fitta rete di consociate legate da strettissimi vincoli di servitù, interi rami della produzione, come nel campo dell'industria chi– mica, in cui le tre società nelle quali era stata smem– brata la famigerata Farben IG stanno ricostituendo in pÌ-atica il vecchio trust. E' noto poi che nel campo han• cario la riconcentrazione è già un fatto compiuto dopo la fusione, avvenuta recentemente, di tre dei più impor– tanti istituti (Sii.ddeutsche Bank di Monaco, West Deutsche di Diisseldorf e Norddeutsche Bank di Am• burgo), nei quali era stato smembrato in origine il capi• tale bancario tedesco. Oggi, risorta con questa fusione la Deutsche Bank, è aperta la via anche alla ricostituzione delle altre due grandi banche di prima della guerra. Infine, è delle ultime settimane la notizia che Adenauer ha chiesto a11e tre \potenze occidentali la revoca delle norme emanate a suo tempo per la deconcentrazione del– l'industria della Ruhr. Adenauer vorrebbe cancellare a.:: desso completamei-ite tali norme, rimaste sinora allo sta• dio di attuazione soltanto iniziale, per allontanare la mi– naccia che i grandi com.plessi tipo Krupp, Thyssen e M:an• -nesmann siano costretti, in conforrilità appunto a quelle vecchie disposizioni, a cedere effettivamente una pa~-te dei loro patrimoni. Senza contare che altre disposizio-– ni, come quelle che proibivano alle acciaierie di dete• nere la proprietà delle miniere di carbone, sono state largamente eluse, via via che an9,avano riproducen• dosi le grandi concentrazioni orizzontali e verticali. che dominarono l'economia tedesca pnma del 1945. Questo è il quadro nel quale ·va inserita la proposta .di privatizzare le officine Voikswagen; questo il quadro per misurare quale incidenza potranno avere, o meglio non av~re, domani sull'economia tedesca i titolari delle « azioni popolari », ve'ri vasi di coccio tra carri blindati, ai quali Erhard vorrebbe far credere che diventeranno essi i veri motori e padroni del mercato. MARTIN FISCIIER
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