Nuova Repubblica - anno IV - n. 10 - 4 marzo 1956

' 4 PER UNA SCU~f~ .~IBERA, lAH'A, DEMOCUATICA ;,_ ~ '. . . GIOVANI DEL PSI A CONVEGNO A;veniristica e inconsistente e la distinzione tra scuola "socialista,, di do-, mani e. scuola democr.itica costituzionale, possibile oggi. Esisté invece Ja nccess'tà di una rhodertia cultura socia'ista, ché può. e dl)ve maturare anche con il concorso di energie _e di° esperieìize al . d.!, !'uo~·i·'del partito ·p ER ANNI la nostra presenza tra gli studenti si è (( attal'data in contrasto cQn l'àtteggiamento del Par- . tito nei riguardi dell'azione di nwssa. Il valore au- tOcritico dello scioglin1ento del CUDI ci porta di per se 8tesso a valutare l' UOl nel modo più giusto, come asso– ciazione unltaria ·per la lotta comune di tutti gli studenti. Per l'unità effettiva delle forze progressive occorre la– sciarn. il pili a;npio margine di determinazione alle forze di,·ettamente inte1·essate in ciascuna lotta. In que:sto Con– ~egno è mancata, purt1·oppo, una ,effettiva critica al f>Mtito ». - · Le parole, tutt'altro che inopportune, con le quali Ra– nie1·0 Panzieri, incaricato culturale del PSI, stava Conclu– dendo il QonvegnO della Gioventù Socialista ~ulla Scuola, scendevano un poco dall'alto s,u di un uditorio che sem– inava non comprenderne appieno la portata, o ah'neno i-i,11.anerne stt1pito. .lnfotti il Convegno di Bologna era la prima mahifesta– :,:iQnc studentesca tlei gio~1;1.nisocialisti, dopo il lungd pe– rindo di p.igri,-,ia politica ed organi~zatiVa determinato dal1a chiusura studentesca delle sinistre nel fu CUDI, dove, pel' di più, ja presenza dei socialisti era stata asSolutamente sçconclatin. Da quo.sta corn;idernzione pregitidiziale occorre partire, pel' valutare esattamente l'impo1tanza politica del Conve– gno. I giovani socialisti non esistevano Politicamente tra gli studenti, ed oggi, pur dopo un convegno che è app3rso a tutti piuttosto piatto e p,·ivo di uno spontaneo dibattito politico, cominciano ad esistere e lasciano sperare in più ampie possiJ?ilità per il futnrn. Da notare subito in senso positivo il fatto che il PSI nbbia inteso affidare al Movirnento Giovanile la sua prima iniziativa, non solo studentesca, ma volta più in generale al }Jl'Oblema della scuola italiana. Sono state ripudiate irpplicitamente quelle irnposta,-,ioni del problema scolastico t\tnto ~otte quanto pàludate, riservate a pochi sapienti illu– m.ini;tti, che trnppo spesso vengono avanzate anche da parte di c!1i si qualifica di , « sinistra», come gli •«amici del Mo11do» o il comitato centrale del PCI. Fare impostare ;tgli' st~8si giova'ni, e proporre come impegno al ~ovimento s~~1dt)~'tè~,9~;j 1 :p ,Proble!1°1a della scuola nazionale, non si– g~ifi~~l a:!~\tt? "1~ra1:~ ,i_lcontributo, per molti -versi insosti- t 1\, .. ·,f'(".r.:' ' I .N_~ ·uN ' RE.CE. ◄ Nt,;E dibattito, 01·ganizzato dal Circolo , Ro~sel}~. dj. Firenze (1), Ugo La Malfa, in contrad– ' . tjit~o~\ç c_An TJ ,ista.no Codignola, ha respinto ogni SQ8p!3.tto tji it:1flu~nze malagodiane sull'Unione Goliardica ltaHaua.,e ~~, ripetuto il noto accostamento tra l'UGI, non ,,-nHtlagpdif,l!la ma forse in cuor suo .... lamaHfana, e !:Unione. rç~,lh.1.1:1.a del LaVOl'O. Non ci siamo 1)1eravigliati di certo, perché da tempo La Malfo, pazientemente lavora per nuove costruzioni politiche, accostando a riaccostando. tra loro in un inter– ~ninabile domino pezzi della più svariata origine e natura, senza tental'0 neppure un più sicnro legame tra strutture pili omogenee, come per esempio sarebbe, sempre per parlar di giunchi, quello del meccano. E buon gioco ha avuto Codignoln. nel rispondergli di lasciare vivere l'UGI nella « dimensione universitaria» che le è propria, invece di u.<;ame ,indebitamente l 'etichet.ta in accostamenti privi di significato politico. A questo punto non ci sembra inutile, per rispon– dere a qnanto La Malfa 1·ipete ormai da tre anni, lasciarci andal'o ad alcune esei-citazioni sulle, analogie che, più o men·o a prima vista, intercòl'l'ono tra movimento studen• tesco e movimento sindacale (o meglio, dicia1~10, movi– mento del lavoro). Faremo in definitiva delle affermazioni un pnco· campate in aria. e di scarsa attualità politica, e ne chiediamo senz'altl'o venia, ma qualche ,paragone non ·è poi de·I tutto inutile e al'bitrario. Evidentemente ·non può esistere per il movimento stu– cli.mtesco una condizione fondamentale: la lotta di classe la C}uale, comunque venga. giudicata e intesa, è insepara– bile dal movimento sindacale nella situazione storica europea, e tanto più• inseparabile dal movimento del lavoro, che, supe1·ando con Gramsci lo stesso termine «sindacale» storicat(lente e tecnicamente confìgurato, si ponga in modo veramente moderno il problema dell'acquisizione da parte della classe lavoratrice della effettiva capacità e del reale potern di interferire nella direzione della produzione .. .Anche nel movimento studentesco è insita una condi– zione competitiva, ma questa. non si dirige naturalmente contrn la dil'ezione accademica della scuola quanto contro le fo1·ze economiche e politiche che condizionano diretta– mente o indirettamente, con lo sviluppo generale del paese, J'avvenì1·e e la posizione dei va1·i tipi cli professioni cui dà adito l'università. L'obiettivo della competizione è quindi, per il movimento studentesco, dislocato all'esterno della scuola e del tutto indiretto, al contrario di quanto accade per .il J11ovimento del lavoro. Nell'ambito della scuola (e delle professioni) il rapporto tra il movimento studentesco e i docenti (l'l l prnfess.ionisti) :::i pone sul piano della 1-ichiesta di unità e cli collaborazione, come del resto tuibile, dei docenti e degli bomin! dC èuliura, ma soltanto iridividua~·e nel Jl1ovhnento 'studentesco l'Unica poSSibile· /o1'Za,di rottùra interna a.USs,.:wòla che può mUtare un equi– librio cristallizzato e dare,. un contributo ossenZii\le e prati– camente indispensabile ·ane forze politiche- _d~~paese inte- , ressate ad ,una1rifom~8i· Ta,le forza interna~ ..oOme tempo fa notava il Pedra.zzi suL.Mulin~, n~m può ·assol_utam~nte es– sere rappresentata, oggi come oggi, dalla cate_goria docente nel suo insieme. · ' Esistono, per.- il momento, due diversi aspetti sotto i quali l'iniziativa ,del PSI per la scuola deve essere giudi– cata. Sono due aspetti di un'unica realtà politica, ma non possono subito esattamente coincidere. L'uno riguarda il pl'O– blema di una IT\Oderna cultura socialista in Italia e della scuÙJa in generale,· l'altro· la iniziativa politica del PSI e la sua. presenza nel movimento studentesco. . La pur ottima relazione di Balzamo non è stata suf– ficien:te, i-imanendo isolata per mancanza di effettivo di– battito, a delineare i temi culturali i:mi quali i socialisti intendono info1'mare la loro linea .Politica snlla scuOJa, e anche questo- non ha nl8ncato di far rilevare Panzieri. Si è delineato il carattere classista dell'attuale ordinamento sco– lastico italiano, e si è percepito il contrasto. tra le 1'1,forme parzfo.li sen_za sp.ese, come possono esser proposte dal Ca– logero, e una organica r·i/orma unitaria che intenda innanzi tutto togliere alla scuola la -possil:5ilità di continuare a fab– bl'iéare « divisiorii cinesi», destinatè a perpetuarsi all'infi– nito, tra i giovani provenienti da diversi ceti sociali. A que– sto riguardo, fermo restanto il rifiuto· di riforme parziali conservative, non si può prescindere dallo studio dei punti ~ di attacco all'attuale ordinarnento, sotto pena di cadere in un vacuo massimalismo scolastico. Si è anche affermata pregiudizialmente la necessità di un concreto legame con la società còme unica possibile ga~ ranzia di reale autonomia per l'a scuola, illustrando il pe- 1·icolo dell'influenza già in atto di interessi economici e re– ligiosi (monopoli e chiesa) snll'ordinamento scolastico e sulla formazione degli intéllettu8.li. Si è accennato al di– stacco dell'università dalla società dato dalla mancanza di validità professionale dei titoli di laurea e alla_ p1·egiudi– ziale necessità di un effettivo autogoverno della scuola ·an– che:)ti.l1lpiano amministrativo. ·Sbrro comunque soltanto affermazioni pregiudi,-,iali, sen- 1 . UG'I E UIL IL GJO_CO DELLE ANALOGIE - avviene da parte del movimento del lavoro verso i diri– gent~ e i tecnici, e si passa alla polemica e alla lotta aperta quando da parte dei docenti ci si ponga contro la paetecipazione Studentesca al governo delle co~e univel'– sitarie. · Stabiljta questa diverg0nza pregiudiziale, che limita a priori la validità politica di ogni possibile analogia, do– vrebbe essere abbastanza chiam che, se un. accostamento si può 'tentare tra i movimeiiti studentesco e sindacale, questo l'iguarda gli organismi rappresentativi studenteschi con le commissioni interne (di tutti e due, si guardi il caso, si pone oggi l'esigenza di un riconoscimento giul'idico che ne tuteli le possibilità. di lotta), o megl.io con i consigli di gestione; l'Unione Goliardica Italiana con la CGIJ.•. C'è .una condizione di unitarietii e di competizione. che acco– muna queste forze: l'obiettivo fondamentale è ( o dovrebbe essere) la effettiva pal'tecipazione delle forze del· lavoro e delle professioni, oggi tutte escluse e subalterne, alla dire¼ione della prnduzione. Lotta quindi contro un sistema e non pressione all'interno di un sistema pregiudizial– mente accettato; « unità laica delle forze» riunite da un interesse prevalente. e non discriminazione ideologica o « sfoi-zo di l'evisione »; impostazione ampiamente nazionale dei problemi e rifiuto di ogni se~ìonalismo corporativo dj « isole previlegiate », sono tutti motivi in certo senso comuni. La «revisione» ·dottrina1·ia si può· verificare in effetti soltanto nelle opere e nell'iniziativa del confronto quoti– diano di fronte a problemi concreti, e viene negata come tale ·per il fatto stesso di essere proposta come argomento di separazione. Questo e non altro è l'aspetto universalmente valido del laicismo. E su questo piano, benchè la CGIL lasci enormemente a desiderare, non si è mai giunti a teo1·izzare in discriminazioni il pesante e non laico conge– lamento di subalternanza politica imposto dai comunisti alla stessa CGIL per valutazioni contingenti e in gran p,,.ai'teerrate e che è costato un notevole cedimento di fronte alla 1:eazione padrnnale. , (l 00)-·,nuol'tF repubblica z'altro ineccepibili i,n quant9 tali; rimane un complesso JaN"orn, di ordine prini;a culturale che tecnico, per giungete a precise proposte di riordinamento scolastico, in senso dé– mocra.tico e socialista, che siano il frutto di ·ampi dibattiti in seno al movimento studentesco, all'ambiente culturale -~e clocérlte e a tutta l'opinione pubblica prima di passare s·ul piano lo'gish1tivo. f\vveniristica e inconsistente Ja distinziorie tra scuola «socia.lista» di nn domaTli e scuola democratica costituzionale, possibile oggi. Esiste invece una necessità culturale per l'odierno socialismo italianò: senza una nip– clema cultura socialista legata alla realtà italiana conte111- pornnea llon sarà facile combattere e superare le false pr'?– poste di; rinnovamento come lo ~doppiamento. della laurea e il nnmero chiuso, ed ogni alt1·a'ì-ifoona.parziale (non ul– timi i «quiz» del ministro Rossi per gli esa'mi di ma– turità) dit·ette a mettere in atto dei palliativi per far so– pravvivere la scuola liberale, compronìettendo magari pro– prio gli aspetti ancora validi di ciuèÌ genere di scuola. . ~ Non semb.ra ·che, all9 stato delle cose, il PSI si di– mostri veramente_ efficiente a .q~1esfo rigua_1:do,.. e possa co-. munque procedere da solo, con patrimonio culturale in \•eritU. assai modesto, 'senza un più VA.stoconcorso di ener– gie ed eS()erienze maturate in senso socialista al cli fuori del partito. Non basta, infatti, criticare il 1·elativo sche-· matismo ed ·astrattisino della cultura comunista, come non ~ei1za ragion-e ·1!_afa,tto· Panzieri, per creare « ipso facto» delle possibilità· di culttll'a socialista; gli stessi freque11ti 1:ichiami, avvenuti ne.l corso del convegno, alla insost~tui– bilità del partito paiono senz'altro giustificati in sede p9 .. litica, ma lo sarebbero assai meno se intesi a sanzionate un'autarchica « ideologia socialista», una sua autosuffi-· cienza nella soluzione dei problemi della odierna r~altà italiana. · Sulle implicazioni della presenza nei movimento stu– dentesco per l'iniziativa politica del partito, ci si è rifatti alla migliore tradizione morandiana, lontana sia dall'immo– bilismo che dall'opportunismo ( « l'unità di azione tra PSI e PCI, che nel CUDI era sfata meta/ìs-ica, nell'UOI è un fatto che si conq1dsta dialetticam.ente », ha detto Craxi) e Ja intuizione delle funzioni e dei compiti dell'UCI è semb!'ata., nonostante un certo tecnicismo linguistico, so– stanzialmente esatta. E' mancata completa.mente, anche su questo~piaiiÒ, una adeguata risposta della base alla relazione, e sO:ltantO due interventi, quelli di Livi e Craxi; hanno proposto in termini realistici i problemi dell'UGI e degli orgç1.nismi rappn~sentativi studenteschi, senza per questo ri"n.scire ad avere risposta da una assemblea piuttosto timida e .de– pressa. Ma, lo abbiamo già detto, non si pote:va preten– dere molto di più dalla presenza studentesca del PSI che, sei mesi fa, era ancora inesistente. Il Convegno di' Bologna è Stalo con'mnque un ~mpor– tantissimo momento di crescita politica ( e non solo· or– ganizzativa) del PSI: e questo è il risultato che conta in definitiva, anche se, p: es., la semplice ratifica della nuova comrnissione, su proposta della segreiei·ia, è sembrata una • t;·oppo cauta applicazione della democrazia interi1a dtil basso, e l'intervento di Ardenti è parso deriv8.re da espe- rienze t,:oppo rap_idamente maturRte. ' GIULIO CHIARUGI E c'è anche il rovescio d·ella medaglia: nel movi1\1enfo studentCSco esistono dello tendenze che presentano ri.tSso– miglian~e impressionanti con i movimenti sindacati SCis~ sionisti: · '· Non presenta, per esempio, il sindacalismo « liberalé '» della CISL, di pressione per la disi1·ibuzione del reddito in regime di iniziativa pr.ivata; qualche analogia con la con– cezione tecnicio-sirtdacale del' movimento studentesco, che punta. verso riforme tecniche della scuola, senza -preoccu– parsi della posizione della sCuola nel paese .e delle possi– bilità di avvenire professionale offerte dall'ahuale sistema.? Non rassomiglia la posizione autonomistico-col'pOrativa degli organismi rappresentativi di certe università confin– dustriali (Bocconi, Politecnici e, su un altro piano, Sacro Cuore) e di cel'te organizzazioni nazionali di f!lcoltà conle quella di ingegne.-ia ed altre affini '_ con la preoccupa– zione cli sfruttare certe oasi di prosp0rità professionale connesse ad « isole previlegiate » dell'economia italiana - a quella dei « sindacati a:,r,iendali coadiuvanti » che, senza .pur essere schiettamente padronali, hanno larga diffusione specialmente all'estero per iniziativa delle industrie in forte espansione? · Non fa pensare infine (è infatti lo pensa La Malfa) al confusionismo ideologizzante e allo .scadimento colla– boratore dell'UIL;·che giunge a quanto si legge in questi giorni fino alla scope·rta conu:1,ionè, certo centrismo vacuo e retorico presente nell'UGI; cl\e collega pretese « l'isposte ideali» ad assu1·de chiusu1·e pratiche e a 'cdri1odi 'conCor~ mismi ispirati non si sa bene da quale « demoC:1·azia», magari un tantino atlantica?· Se alla UIL La Ma Ifa intende collegare· 'soltanto le ipoteche laico-centristiche presenti purtfoppo nel movi– mento studentesco, non ritenian10 si possa fare alcuna obiezione: sono tutti e due fatti di disttù·bo e di avventura e come tali possono allearsi tra loro con reciproco profitto. Non pensano però Ugo La Ma.Ifa, che è un.democratico in ·buona fede, o almeno .gli studenti repubblicani, che· la vecchia e. commend~vole tradizione ·mazziniana, còme si sta definitivamente -isolando dul n1ovimento del lavoro nel sepolcro UIT..,,.potrebbe conere il rischi"o di isolarSi dal mO\;imento studentes-co in qualche altro sepolcro, rna'gm·i di pili artistica e «laica» fattnra? · ·GIORDANO PARODI (1) Il dibattito, avvenuto i'll febbraio 1956, .aveva. per tema << Prospettive µer una politica di democrazia laica e sociatista in Italia>>. Vi hanno partecipato: Tristano• €'odì– gnota (Unità Popolare), Ugo La Malfa (Partito Repubblicnno Italiano), Paoio Pavolini. (Pnrtito Radicale), Giovanni Pie– raccini (Partito Socicilista Italiano).

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