Nuova Repubblica - anno IV - n. 10 - 4 marzo 1956

(100) .nuova repubblica IL "CASO,, LIBER1:INI -• • ;. I • ' LETTERA SEMIAPERTA Se· si vuole dimostrare il proprio attaccamento alla democrazia, la prima cosa da fare _è di dar prova di costume· demGcràtico. 11 metodo seguito da Libertini è' nn metodo da candidati all'Inquisizione, non da movimenti e uomini politici democratici di PAOLO VITTORELLI V I SONO molti modi di scrjvere lettere anonime e il pil.1 8.bile è for·se qnello che consiste nel firmarle; nel firmarle, ma in modo che la pel'sona interessata non sappia da chi sono state diffuse le notizie che conten– gono. Ma a siffatte lettere pnò accadere la disavventura che è capitata alla lette1'a cli Lucio Libertini su S.ilone, let– tera che fn mandata alla reda.;,;ione del settimanale trotzki– sta \!11ericano Lcibor Action. Questa redazione era rimasta sorpresa da alcune affennazioni non certo benevole sul conto di Silone contenute in nn articolo di Libertini per quel settimanale e aveva chiesto all'aut(?re di giustificarle. L'impressione che si ricava da quella lettera è infatti che non fosse destinata alla pubblicazione ma solo a gin– stifìcare « a quattl.-occhi » le accuse precedenti e che il set– timanale americano se ne sia se,·vito per aprire una pole– -m.ica clamorosa. Il fatto che quel carteggio sia stato succes– sivamente pubblicato su lU8or(Jim.ento Socialiata non smen– tisce l'impressione ·prim1tivn, chè anzi appal'e come una excus<,tio non petita- del direttore cli quel settimanale, che · è lo stesso Libe1·tini, peL· l'invio ai trotzkisti americani di info.rmazioni palesemente dif-farnatoi-ie. Le accuse che più apertamente hanno questo carattere non ci riguardano: Si Ione è abbastànza grande per difen– dersi da sè e non ha bisogno del nost.ro conco1"so. Quando si lancia a qualcuno l'accusn di essere un « agente del Di– pal'timento di Stato», facendola gratuitamente avallare a Sa.ragat e a Nenni, si squalifica in partenza. il proprio tentativo di polemica politica e si entra nel campo del vol– gin·e libello. Erano i sistemi di· cui si serviva. la stampa fascista, quando S~lone era fnon1scito. · Quello che ci riguflt•da, che t'iguarda anzitutto' coloro che con Silone hanno avuto una comune esperienza di loti~ · politica, ma che riguorch~ andie tutti i socialisti e i demo– cratici sCri, ò "invece la pole.rnica fondata sull'insinuazione, sul prncesso alle intenzionì, sul « si dice e non Si dice», che giunge appunto noi <:a$i più estremi fino alla ù.ifra– mazione prevista dal codice penale. Jnshwazione gn1tuil·a è infatti l'affe1·111azione che, dopo . la sua uscita dal partito comunista, comincia per Silone « un periodo assai oscu,·o, del quale, sino al ritol'no nell'Ha– ha liberata, poco sappiamo». Silone· ha scritto alcune delle sue più belle pagine politiche su questo « pel'iodo. assai oscuro», sul suo dri:tmn.1a spirituale, Slllia sua crisi politi~a, sulla sua crisi umana nel senso più lato, e queste pagine sQno a disposizione di ~hi le vuol leggere in lingua ita– liana. Ma il continuare a tacciare quel pe!'iodo della sua vita d.i « periodo assai oscu1·0 » tende a gettare in par– tenza un'ombra di dubbio, di sospetto, su una fignra che ci si appl'esta a calunniftre, politicarnente. Poi, continua lo stesso• tono insinnante quando si ac– cenna a.Il'« anivo cl.i Silone a .Rorna dopo la foga dei te– deschi». La fuga dei t"ede .-.;chi, che hanno continnato a «fuggire» dopo la libe.-azione di .Roma per ben dieci mesi, tende a fai: credere a quegl.i amedcani che conoscono le vicende jtaliirne solo in modo nppl'Ossimàtivo che il povero Silone se ne stesse quatto qnatto ad aspettare la fuga del nemico per venire finalmente a fo1· mostra di sè a Roma.. Oome se l'uscita dal pnrtito c·omnnista, la milizia antifa– scista, la posir.ione assunta nelle opere letterarie e in quelle politiche non bastas8ero a d,\.r prova del coraggio politico e morale dell'uomo. 1\1a no, Libertini si sforza. di far cre– dere agli amel'icani che tutto ciò che era accaduto in CJLlC– sto « pel'iodo oscuro·» fos:,;e niente e che senza la « fuga dei tedeschi> Si Ione non si Sl-l rcbbe mai mosso. LIBERTINI sì atteggia pni a. teste giovanile delle· prirne comparse di Silone nel mondo socialista. italiano. A dii-e il vero, Qllella e1·a un'epoca in cui l~ibertini imperversava noi) nel mondo socialista, ma nella Democrazia del Lavoro, senza sentii·e il bjsogno cli difendere nel rnovjrnento ope– raio le tesi del socialismo indipendente. Ma qnesta lic,·e dimenticanza gli permette cli ergel'si a, giudice dell'uomo fin dal primo momento. Così si fa. meglio colpo sui poveri trotzkisti americani.che non sanno che cosa fosse la Demo– cra.-,ia del Lavoro e che pot,·ebbero confondere il nostrn « demolaburismo >> col laburismo all'inglese tout court. · Co1ne può, senza. arrossire, chi si scalmanò allora per fare la. scissione socialista, con1e. Libertini, accusare lo « strano comportamento» di Si Ione di essere stato « di– retto a inaspi-ire la situazione e a favorire la. :scissione», - scissione alla quale lo storiog,·nfo Libertini rivela che « i pili noti ag~nti americani in Italia già lavora.vano at_t.i– vmnente, come è stato in seguito ampiamente documen– tato»? Il fatto che Silone non aderisse al PSLI, ma desse vita a « Europa socialista», diretta a prnmuovere l'unificazione socialista, molto· tempo prima che q11csta fosse scoperta da alcuni snoi tardivi proptignatori, il fatto che Silone si accontentasse di dimettei·si dal PSI e cli aderire, coùie deputato~ irn,ieme con ,~ 1 altet" Binni, al gn1ppo parlan:ien– tare del PSLI, basta a climostr·are che queste affet'mazioni · ce1·cano d'insinuai·e il falso ·e si propongono solo cli ali– mentare il «venticello» della cal_unnin che sptra per tntta la lettera. A NDIAMO olfre. Non è vero che« nel 1048 (Silone tor– nasse) Sulla scena politica ponendosi come mediatore . tra il partito di Sa.ragat, un gruppo di ex-aderenti al Partito d'Azione e ·Ivan Matteo Lombardo, che usciva allora dal PSI». « Europa socitl-lh1ta ..» si uni" infatti al gruppo di Lombardo, ad « ~zione socialista Ginstizia e Libertà» e a un grnppo di soc.io.Jisti indipendenti del Nord per formare l'Unione dei Socialisti, ma, in seno a questa, Silone fn uno dei più shenni propugnatori di nn indirizzo socialista in– transigente e fu uno dei più tiepidi fautori di un avvfoi– na,nento al PSLI. Cosj tiepido che, pur non ostacolando la formazione delle liste di « Unità socialista» col PSLI, ·egli preforì non presentai-si candidato in quelle liste. Non è ve.ro che « SiJone capeggi{,, la sciss.ione çlel PSJ.l, che portò poi alla formazione del PSU, per la semplice ra– gione che Silone non era iscritto al PSLI, ma ern seg1·e– tario dell'Uni:~dei Socialisti. > Non è ver'o che, « divenuto 8egretario del PSU, ·egli si battè con straordinaria fiacchezza contro Romita che era ormai diventato filo-saragatiano e governaqvo », chè pro– p1·io a Silone venne poi rimproverato di avere rotto le trat– tative con Sarngat e il clis.corso che egli pronunciò al Con- gresso di. Torino del PSU fu una delle pagine pii\ memo• "rabiÙ in difesa delle i)osizioni di « terzo campo». __ ,. Non-è vero ché Sifone « Acconsentì sostanzialmente, sia pore con molte rnoi-rnoraz.ioni tra Je quinte, al rito;·no del PSU in _seno al PSDI, al q11ale si iscrù,se »; anzitutto. il PSU non aveva da tornare nel. :P~DJ, del quale due dei ·tr~ gruppi che lo a-vevano composto non avevano mai fatto parte; poi, Si Ione non ebbe- da iscriversi al PSDI, perchù tì1tti gli iscr·itt-i ai due partiti ~j tro,,arono automatica• mente isc1·ilt.i al nuovo e i loro dirigenti entl'a.rono aul.o– maticamehte a far pai-te della dit·ezione comune; infine, Silone avrebbe forse potuto prendere l'in.izìatint di cap~g– gia,·e un· movimento di rivolta' contrn Romita, impedendo l'unifìc;.w,ione di tutto il PSU col PSLI, ma non si vedo bene a che cosa, in quel momRnto, qnel gesto cli ribellione alla ,~olontA del Congl'es·so di Torino avrebbe approd'ato. Non ·è vero che Cucchi e Magnani uscirono dal PC[ « {]ualche tempo dopo» la fo1·mazione del PSD [. Essi uscirono dal PCI qiw.lche tempo 1n'irna, e, per essere pill precisi, si ribellarono qualche giorno prima ·del C.ong,·e:,;so di To.rino_e la loro ribellione fu nota qualche giorno dopo. Cucchi e l\fagnani sapeva.no benissimo, dunque, quando Silone li avvicinò, essendo an~ora il segretario uscente ciel PSU, di avere a che fare con il leader della rninornnza di quel partito, che aveva implicitamente deciso di fonde1'l-li col PSJ.T, ma non respinsero chi si pr·edispone,·a « ad av– vicinarli~ ad aiutarli, a stimolal'li » nè allora nè più li1rdi, come lo avrebbero forse respinto se, come insinua il suo diffarpatoi-c, Silone avesse veramente voluto oUenere la. loro « rinuncia alle tesi del "tuzo campo"». Ci vo.glinmo fel'mare a questo, gonza entrare nemmeno nell 'es.ia.me del giudizio fondato su dtlh di folto così pflco attendibili e così poco seri. · Ma quello che è più g.-aYe ~ questo: J'OSI ha avut.o da deplorai-e_ che Ignazio Silone abbia ritenuto - a ra.gione o f\ torto, non ci ..riguarda, - cli dovere cessare a un cet·to momento di manifestare la simpatia che aveva attòstato inizialmente a, Cucchi e Magnani. E perciò il dir-ettore del suo orgA.no ufficia.le, an,-;iohé attaccare pubblicamente in" Ittt-ha Igna;-;io Silone pei· 1·irnprn,·crargli questo suo nuovo atteggia.mento verso l'"CSJ, lo attacca subdolamente, jn una lettera diretta ai trot;-,kisl i americani, per diffamarlo, risolvendosi a renderla pubblica anche in Halia quando questa lettera •è diventata di dominio pubblico. Se Cucchi e Magnani a.ve ,·ano qualcosa da rimprove– rare n Silone - o a chicchessia - poichè a 101·0 pen;onal– mente, lo possiamo attestare, andò sop1·att11tto la 8impat.ia di ·Sifone, - essi doveva.no dit·glielo in faccia e non fa:r"lo i~1stilta1·e da terze persone, che per-ò rappr-est·nfano il loro movimento. Se si vuole dimostrare il p1·opl'io aUaccarne,nt·o alla democrazia., la pri,na co~a da fare è di dal' prova di. costume democr-atico. li rnetoclo seguito da Libe,·tini è t1n metodo da candidali all'rnqui.o,:izione, non da ,novimenli e nomini poli.tici delnocratici. Libertini ~fmbra avere appreso la lezione da quel per• son aggio di Beanma,·chais, clie d.iceva: çal<roin.iez, cafom. niez, it en reste to11-jo111·s qnelque chose! Nol1. è con la ca– lunnia che si fa risoi-gere il socialismo. >i'"on è con la ca. 4 lunnia che si creano le premesse dell't1nità. sociali::da. Ma veniamo a tempi più recenti. Noi abbiamo dissen– tito negli ultimi ·anni cìn molte valntazioni politiche di Si– lone: sulla battaglia contro la legge clettol·ale ·politica; sulla pcl'manenza. nel PSDT, sul significato di un PSI autonomo, e via discorrendo. Ma la manciata di fango 1anciata con– tro di lui schizza su di noi come su tutti i socialisti e i dernocra.tici italiani che siano degni di questo norne, anche se non macchia nè Si-ione. nè gli a\Lri. COSE DI SPAGNA _ La cultura sconfitta

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