Nuova Repubblica - anno IV - n. 8 - 19 febbraio 1956

(98). · nuova re.,,ubblica (Correnti fas<:i.He •te11/n110di pro(illare della crisi vo .. lilic(t f~a11cese 11er atlaccal'e il 1:eyi111c democntlico) (Di~. di Dino Boschi) Con·i su Parigi SETTE GIORNI .NEL MONDO ] ~IL' 6. FEBBRAIO P ER I GIOVANI che hanno oggi vent'anni Ja data del 6 febbra_io Hf34 non ~.ign~fic~ forse nulla. Anche per · la magg10r parte·degl 1ta!iam che avevano allora ven– t'anni qlrnsta· data continua a non significare nulla. Eppure fu là data che segnò l'inizio -della ripl'esa antifascista in Europa, la data in cui le mà.nifesta~doni delle leghe fasciste dinanzi a ralàzzo Bot'bone a Parigi indussero i lavoratol'i francesi a passare al contrattacco per evitare che anche la Francia facesse la fine fatta dalla, Germania un anno prima, per evitare che 'tutta l'Europa a poco a poco di– ventasse fascista. A ventidue• anni di distanza esattamente, il G feb.: braio '1"95G, si è ripetuta ad Alge1·i una minaccia. analoga. a quélla di allpFa.'Non si traUa più di leghe fasciste come j. ·camelot8 dtt r9i--o i seguaci del colonhello de La Rocqùe·; non ci s0fto più llitlei e Mussolini al potere nei paesi Vicini; l'attacco rion è avvenutor al parlamento francese a Parigi; ma si - è sentita ugualmente la gelida ventata: fascista. • La minaccia di {ascismo ha assuntQ'oggi aspetti assai particolari, che la d~s_tinguono almeno· in, pa,rte dalla mi--– naccia del 1934 in Francia, ma ha pur tuttavia un aspetto fondan~entale c.he l'assimila ad ogni minaccia fascista cli ogni epoca· e ·paese: l'attacco allo stato de.mocratico, allè– istituzioni parJamenta1·i,· a tutto quello èhe rappres~nta una civiltà. clemocratica. Ma ciò che dtstingue questa_ a'ntide– mocraZia da quella classica è il suo aspetto pi~1 lletta– f1ente seitonalista .. La minaccia fascista in Francia pre• ·senta un carattere seziona.lista a causa dell'espulsione ai !margini della vita· francese di un numero· crescente di ·categorie privilegiate del passato, le quali érano potute. ·convivere senza ,urti in una democrazia più forte e in una economia più stabile, ma che non sono disposte ad accet– itare nessuna di quel'le forme di,« austerità» rese neces– ·Sarie per rimettere veramente in sef;to la politica e 'l'economia francesi. Finché le categorie spodestate •era'no quelle dei ristretti gruppi privilegiati Che sfrti'ttavano la guerra· d'Indocina O. che lotta.vano per mantenere in _vit~ JI~alche piccolo privi-. legio, il fenomeno non era veramente preoccupante e. questi gruppi davano.~tutt'al' 'più brjgine a qualche gruppo idi pressione del tìpq di ' :a.ri lobbies, a~ericani. Erano una· ·fonte di corruzione, ma noh una vera minaccia alla de• tnocrazia. Il paso è stato diverso qlla.ndo i gruppi di pres– sione hanno cominciato a muoversi in difesa dei .piccoli · distillatori (\'alcool, i còsidetti boiiilleurs de cru., e dei. grandi colon5 tunisini e marocchini, contro i quali ha aperto la lott8. Mendès-France. Ma ora la minacci8.. sezionalistica si è estesa ed è di– ventata fenomèno di massa: il pottjadismo è la rivolta di tutta una parte del ceto medio, che ritiene di essere ingiu– stamente taSsato, contro il resto del paese, cioè contro lo Stat0 e i ·su'oi esattori, prinìa, ·ed ora addirittLU'a contro lo stato dem0cratico; i finanziatori di questo movimento sono i beneficiari del mercato nero durante l'occupazione, i cosidetti BQJt...(Bettrre, Oett/s, Froniage), ma la sua ba:se è fatta di un/ffirlione di bottegai e delle loro famiglie, che si ritengono )e.'.:i. dal resto del paese, sia dai lavoratori. che dai _C{l..pitalisti. . · A questo prim~ gruppo metropolitano si è aggiunta, iL 6 febbraio ).956, nel corso della manifestazione d'Algel'i, la m~ssa dei coloni francesi d'Algeria, i quali temono che una soluzione democratica .del problema algerino li tra– sformi in una minoranza europea di un paese arabo. Questi due grnppi, i pottjad·ist,i e i francesi d'Algeri$, entrambi « sezioni.», non «classi», della nazione fran– cese, che comprendono nel loro seno i_ ricchi e i poveri, si sono sentiti subito solidali e, sel\za l'energico inter-; vento del ministro dell'interno del nuovò" governo fran– cese, il 6 febbraio d'Algeri sarebbe stato seguito da una manifestazione di piazza poujadista a Parigi, che avrebbe c.ertamente scosso molti « fiancheggiatori »- O,·bene, la forza "tlel fascismo · è seinpre derivata p1'Ìncipalmente dall'appoggio dei suoi fiancheggiatori, e q-uanclo il fronte dei fiancheggiatori aperti o larvati di– venta così ampio da mettere in pericolo la democrazia, agli antifascisti non rimane altra soluzione chei il Fronte popolare. Se il Fronte repubblicano vuole evitare di giungere alla soluzione estrema, della sua conversione in F,·ònte popolare, esso deve dunque giustamente proporsi di evitare· l'allargamento del fronte dei fiancheggiatori. Ma qui si scontrano forse due tattiche: si ha l'im- . pressione che Gny Mollet sia prnnto a venire a compro– messi con i possibili fiancheggiat0ri e a dimostrare meno rigore nella difésa delle istanze fondamentali del Fronte repubblicano, esponendosi così al rischio di fiancheggiare involontariamente i fiancheggiatori; anche dalla composi• zione del suo governo, nel quale non si trova rappre~ sentata la corrente « anticedista » della SFIO, e in cui i radicali mendesisti non hanno posizioni responsabili, egli ha fatto nascere quest'impressione. Si ha pure l'im– pressione - ma si tratta pe1· ora solo d'impressioni - che Mendès•France e i suoi amici siano meno disposti a transigere e intendano porre i cattolici e gl'indipen– denti antifascisti di fronte alle loi'O responsabilità, La debolezza di Guy Mollet ad Algeri ha dato corag– gio a.i fa.scisti di Parigi. E' un brutto inizio. Era preve– dibile, dopo il ·«veto » del MB,P all'assunzione degli Este,·i da parte di Mendès•France, che Mollet non ha respinto. Ma Guy Mollet non è un uomo pavido e non teme l'impopolarità. Lo abbiamo veduto nel suo com– portamento all'Internazionale socialista quando fu in di– se:ussione la questione italiana. Ci auguriamo che,. dopo un debole esordio, egli sappia ponderare esattamente quanto debba cedere a destra per non essere prigioniero a sinistra, senza cedere mai ne11a resistenza contro gli attacchi fascisti di Parigi e d'Algeri alle istituzioni. de– mocratiche. PAOLO VITTORELLI 5 MOSAIC ·suO-A.MERI di · VICTOR ALBA Verso le ·eÌ.ezioni in Argentin<!.? L A, CONFIS.CA ~ei. b~1,1idelle organizzazioni perqni~~e da parte del governo del generale Aramburu è stata · interpretata a Buenos Aires come un indice della volontù. del governo di arrivare·· senza troi;,pi indugi alle elezioni. Il deçreto cJ1e interdice ai militari (e a tutti l,J membri dell'attualw gabinetto) di presentar.Si ·candidati, ri- , sponderebbe dunque non solo al desiderio di calmare le inquie~udini di coloro ché temono Un'influenza permà{ienfe d~ll'esèrcito sulla politica, ma anche. alla neèessità di pre– para1:e le èlezioni. Il Qonsig'lio ·cÒnsultivo- (che si compone dei l'appresenta.nti di fritti i partiti, fuori di quello pero- · niSta) ha cofnincia.to da parte sua a studiare i metodi· per organizzare un nuovo censimento, che deve essere fatto prima delle Jezioni; perchè sono tutti daccordo che qllelli effettuati sotto Peron sono falsi e inutilizzabili. · Due motivi .sembra che siano al fondo di questa ten- , <lenza, molto recente, d'andare verso le elezioni, malgrado i partiti affermassero, ancora due settimane fa, che biso~ gnava attendere almeno un anno prima di convocare uÙà consultazione elettorale. Da una parte, il fatto che i g~o– vani militanti dei partiti, gli studenti e i giovani operai , hanno preso molto càmpo nelle loro organizzazioni, paràl~ · lelamente allo sviluppo dell'influenza dei giovani ufficiali ' nell'esercito e nella marina. La gioventù, al contrario di q~anto si temeva, è stata meno contaminata degli adu1ti dal peronismo. E la gioventù aspira a manifestare il suo animo. Aramburu considera, senza dubbio, che sia questa una garanzia per il successo elettorale democratico. D'altra parte, sebbene tutti i tentativi peronisti di turbare la. nor– malità siano falliti, il vecchio ditta.tor~ continua a inviare dei manifesti al «suo» popolo, fa distribuire un disco con· un appello alla resistenza e al sabotaggio, e Aramburu e i suoi Consiglieri pensano che solo le elezioni e l'instaura– zione di un governo ~ostituzionale possano battere çon mezzi politici, senza ricorrere ad un'azione poliziesca né a- un nuovo intervento dell'e.sercito, gli sforzi peroriistl per riprendere il potere. , · La constatazione che la dittatura non è riuscita a di:.' struggere il non•conformismo della: gioventù è un segno incoraggiante· in questo continente la~ino-americano, in cui altre dittature imperversano. C 1 è sempre da sperare che, quando la !Oro ora: venà-, il Perù, il Venezuela, Cuba· troverann·o nella loro giovéntù uno strumento per la· ri-. conquista della libertà. Odria . cerca un, successore ,Una delle dittature più dure déll',..i.\inerièa Jatilla è' quella del generale Odria, nel Perù; Dai 194:s l'esercito · è il padron~ del paese: è riuscito persino à monopoliz·zal'e la_ «coca» (la foglia .dalla quale si trae Ja_.èoc,aina) a .fav~ne dei milita1·i. Durante gli ultim~ mesi i conservatòri si sono allontanati da ·od ria. Essi vogliopo.,. ir0v?.re . ~~~ ·v:.i1i'' d'uscita alla situazione, perchè se questa si prohm&a .tro.P-. po si prospetta la possibilità di un ,rito.r~o· delle fo~-z:e .. ·p.i sinistra specialmente dell'APRA di \l_ictor Raul Haya~ de la Torr~. Od ria qualche mese fa si mòstfò disposto ..a c011- vocare le libere elezioni _per ìl 1956>:rrla la· caduta' di 'Pe-: ron l'ha fatto cambiare di avvi~.o. E1ezioni sì, ma non li– bere. Odria infatti ha dichiarato - che n'on è disposto· a sospendere la legge di sicurezza dello Stal9, çli;·et.~a con– tro i'APRA e i sindaca.ti orientati in senso aprista. La vit– toria dell' APRA, in caso di elezioni sincere, è d8-ta d~ tutti come scontata. Odria dunque cerca un mezzo per• uscire dalla situa– zione, -ger dare un'apparenza democratica al suo regim~, sistemando al potere un successore scelto da lui stesso, al servizio, come lui, dei militari, di potenti imprese. ame– rican·e, e dei grandi proprietari fondiari. Questi ultimi ·tut– tavia si mostrano molto tiepidi nel sostenere tale « soh~• zione » in .quanto potrebbe porta.re , distruggendo le ·spe– ranze di un ritorno alla demoèrazia, a una tensione - specialmente .tr9: gli indiani, pe~ la maggior parte ~Pr~– sti - che, alla lunga, metterebbe in pericolo l'attuale si- stema feudale della proprietà terriera. · Il problema delle acque territoriali Il comitato dej giuristi dell'Un.ione Panamerica.na, ~i.u– nito al Messico, ha d!scusso alcm~i problemi di carattere giuridico (estradizio.ne , riserve ai. tratt,ati, ecc.) e un pro– blema di ·natura economica di grande importanza, quello deJle acque territoriali. . , · Nel 1954 il I;>erù, il Cile e l'Ecuador decisero di _pçir– tare a duecento miglia marine .i li1:niti d~ll.e rispettive ac– que Ìerritoriali, dopo che la flotta baJeni~r1:1_di Onassis ,era stata •sorpr.esa a pe$care nelJe ,eque peruvia.ne .. Il Cost~– rica aderì all'accordo e il Salvador fissò i, medesimo~ limite marittimo nella sua Costituzione. Questa. situazione deter.– minò una delicata questione, .a.vendo, gli altri paesi dei limiti marittimi dalle tre alle nove mjglia. Ma poichè ·~a pesca si trova ·ii-pesso al dì là di questa frangia _di so:7ranit~ nazionale sul n1ar~, ne deriva che battelli d1 a~tn .Pa.es1

RkJQdWJsaXNoZXIy