Nuova Repubblica - anno IV - n. 1 - 1 gennaio 1956

6 NON SlllAHltlRE LA S'fltADA J{iportiamo il lesto cli 1m'intervista, concessa dal 1,1·0/. C/eno 1-'ompaloni deWesecutivo del movùn~nlo «Comunità» ad un redattore della. Seniinella. del C'anan~se, dopo vna riunione fra e::c:ponenti di forze 1)0/itir·he del centro-siniotrct. - .La riunione di cui hanno parlato i giornali si è svo!la. per iniziativa ·del l\IovirYiento Cornunitl\ 1 al fine di: sonc\,11·e le possibi!it,\ cli unjone dei g'rnppi di « Tena fon;Fi ». .Erano stati .invitati ed enrno pl'esenti i rappre– sentan(i del pa1·tito repubblicano, della sinistra liberale, cli Unità popolare e del pattilo siudo dì a;;:ione. Tutti erano presenti a titolo pei-sonale; si è tr,1,ttato quir\di di una amichevole 1·it1nione esplotativa. L'unione cli forze politiche che può scat111·ìre da. q11osti conbi.tti poti•;t assumere forrne divet·se: ci 1:iipuò fer·rnare a una sernplice giunta di intesa e si può anin1re 111oltopili in lù, sino a una unione cli tipo f('clcrnti\·o .. MA. pinlare di tale· uni.on e corne- cosa già fatta è precipito~o. !\folte cose restano ancora. da chiarire e molta acqua don·à passa1·e sotto i ponti. Sono tuti'avja. lieto di offòi·e agli amici cana\'(•sani notizie cli pdma mano. r giomali hanno pnrlato di « carteUo laico». Qiiale si– gnifi('alo lw e q1utle q//(ilifica.:ione i?nplira ·questa deno- mino::ioncr - E" un11 denominazione inesatta oltre che equivoca. Non ,;i hatb=t a rnio pa1·0ro di formare un cai·te!lo laico a sfondo antic:c1·icale, ma cli arrivare all~t unione della si.ni – l,'t1·a Jenlocmtica, ossia di un ben pl'Ocii,;osetto1·e dello schie– . nu11r•nto pb!it ko ltHliano. 1.n lf'rnH di l1ùrismo la nostra po::;izionc è d1iarita da te.mpo e consente la convivenza nel 1110\·imcnto cli credenti e 11011 credc-nti, cattolici e non catt.oliei, nel rispetto dei va– loti tn1,.;cc-ndenti cli cui è espres~ione la persona nmana e dei \·alari spirituali del cristianesimo. Il l.-1ici,.;rnoper noi com11nitMi è un metodo dì la,·ol"o, e COH1e L-tlf-' aperto anch0 ai c:AttOlif•i.·e non 001-to una sor-ta T R 1 '.'-;'l'..-\'."\O Cvdig:10la_ l1a rite.nuto, opp.01-t1111an1011le, c!1f• lo.-.:se lempo cli chiudere la polem1ea da lui stesso inizi~tta sul settimanale « Nuova Repubblica» ;:dia in:-il'gna di unr, polit·ica intelligente, poferni~a nella q1iale crnno intf'l"vent1ti pal'f'echi es.ponenti di « Unitit Popo~ fare» eia .P~uT-i,a Vitto,•e/Jj, e Sl~lla q11aJe si erano prn– nunciati sia i soeialisli di varie frinionì sia la sinistr-a del PS:01, nunch6 il nostro Partito, soprattutto attn1vo1·so nn inizi~tle Ì(111d,> d1,l!a i·ivist.a « Mondo Operaio», e l'intervento cli alcuni conipagni. Sulle conclusioni di Coclignola il cli– scor-~o puli·('bbe prolunga1·si, in pratica riprendendo tutti .i temi f.!:-;posti nei vari intet·venti, ma r·ilf'niamo necessario oggi fa,_..;1;1i-ne alcuni punti; è evidente infatti che il discorso gem•uilo ~i prolunga e si pro'lungherù nP.l tempo, leg,1to corn·è l"nt·goinento allo SYil'uppo stes.so ch•lla nosha lotta p·:.ilitica nazionale. Ci sembra innanzi tutto giusto rile\·are come il pl'o– hleina posto da Coclignola, e chiara.mf' nte nel corso del dibattilo gen0rale, fosse .quello cli pai·tit·e dalla eOnstata– zione del fallimento della formula « cenhista » nel nostro paese, lln fallimento che poneva e pone problemi nuovi e clal qualt• dt"i· iva.no alcune conseguenze che Codignola. indi– vidua nello co-'le 'c!IC non si devono fu1·e. Tra queste cose che non si de,·ono far-e vi sono un padito socialista auto– nomo (e ciò nasce dalla Lrnanimitit dei consensi sul falli– rne1ito cif>lla social-dernocrazia.) ed Lrn rnggrnppamento raclicttle; :se pe,- la prima vi è una poss.ibilitii" di non porre il 'problen1a, in lel'mini conc'-!rren½iali rispetto al PSI (il che oltr0 tutto sarebbe --una fonnidabile sciocchezza) e quindi di evitare una qualsiasi riesumazione del PSU pro– pt·io nella rni$m'a in cui gli uomini. di « Unità Popolare» si rendano conto della slel'ilitù. cli una simile fonnula, per la sr·conrla invece ci tl'oviarno oggi di fronte al fatto com– pi11to del llllO\'O partito radicale, fonch,to in questi giorni da •Vilhlbnina e dal gruppo de « ]I Mondo» (nel quale 8econclo il « Corriere della Sera» conflui1·ebbero anche a"lcuni UP). La cosa in,·ece che s·i.deve fare, nelle .intenzioni cli Parri e di Codignola, è quella di creare uno schieramento demo– cri1.tico-"oeialisl.a, che non può prescindere dall'apporto del PSJ, che dovl'Obbe esserne irnzi ll J)rotagon·ista 7nincipale. Su questi punti gli jnten·enti hanno dimostrf.to ln maniera abba:-;tan;r,a chiar·a come esistano. possibiliUt cli equivoci e di dubbi primo ha i quali quello di poter 1·ipt'Oporro jl problema all'interno delle fol'ze quadi-ipa1-tite, il. che non po1·b:'rf'bbe. ad altro che alla rieBnmazione di una politica vecchia sotto mentite nnove spoglie. Ei·a cl'Hllra parte fatale e logico che sull'indil'izzo da segui l"Sies.Ì1:it0sse1·0 coneezion.i dive1·se, dovute ad. esperienze pots:.onflli e di gruppo ormai incancrenitesi; quale valorn ù1fotti può avei·e, nel dibaHito generale, la domanda che .i sociulisti clell'USI. hanno rivolto « ai vari A1·denti, Banfi, ecc. se considerano gli aderenti aU'USL della "famiglia" oppw·e se, per non /ore /.orlo al PCI, li considerano oncora " traditori'', " titoi.s-ti "., "spie di questuni." ecc.». Pone tin intenogati\·o del gene1:e, in una polemica estl'emamente ampia e di lat·go respiro significa veramente essOl'e can– creniti nella politica divisoria, nel gioco cli conventicola; dirf'mrno ancora che è te-nendo ben presente cosa sign-i. :fichi una polit:if•a cli cli\·isiono della classe op .._nlia e quale giudizio su cli essa, sempre~ un socialista autentico può di « religione IHica·» corno è p.. r tn,dìzioni dìvel'Se dalla nostra. li nuoyo raggrupp.:1rnento, la fol'za }?Olitica che ci augn• Tiamo ne esca, avrà ben altr·i terni su cui qualificanii. Qual'è la fu-nz·i-one 1)07-itica che U Moviniento Cornunità vede.._ pel' qi1esto nuovo rngr;ruppam.,ento? Qual'è in altri termini nel m.omento attuale la politica stilla quale pos– sono convergere dei gruppi di « terza fo1·za »? · - Entrando a far padc di una più ampia formazione il Mo,·irnento Com11nità. non vuole certo perder-e la sua ca– ratter·izzazione; né d'altra parte gli alt1·ì gruppi vogliono rinunl'iHre al lol'O signifir•ato. Ì\Ja si tratta di riuscire a costiLuir-e una fo1·;.,,a politica nuov1'J, a cui ciasclln gruppo porti come contributo la s11a « pal'ziale ver·.itù ». La poli– tica, di mediazione, Ja politica con-ipron1issoria del cnsci• netto s.i è ri\·elata in questi-dieci anni, per Ie foi·ze demo• cratid10 che vi hanno partecipato, più cho fallimentare. Occone uno schierarnento cli fol'ZO che non sia sterilti-1enle costretto su posizioni cl.i Ji [osa, clie abbia una prop1·ia capacilù cli elabora✓.;ionc politica. adel'ente alla realtà e alle aspettative del nostro paese, che ri.prend~i co,l'aggiosamente certi lcmi politit.:i cli fondo, struttui-ali ed istituzionali, in modo d1e possa. condizionare in senso democl'atico ogni c,·entuale di;ilogo tra socialisti e cattol.ici. i\! fine cli clal'e al nuovo raggnippaniento ·q11csta im– pront.-1 è per noi molto impor·tante la funzioÌie del grnppo di IJ1_1ititpopolar€", la cui p1·esonza nella nuo,·a formazione è condizione anche pet la nosha ade~ione. Compt<"ncbamo e non sol.luvnlutiamo le esigenze cli rinnovamento che hannn ck-ci!:io la sinistra. 1ibe1·alo al clisb1cco dall'indirizzo politico assunto dal .PLJ, ma voneu11no evitare anche il più s.emplico sospetto rl1e il J\[ov.irnento Conrnnib\ dia ]a sua ades.ione H una formazione hopjJo lontana c1~1llesue Ol"iginarie e,;igen;r,e innovatrici. li nMtl'O movimento è un movin1on\-o cli ba::;e oporaia e contadina, e alle istanze della nostra. b~t.c.:e non \·er-rcmo mai meno. Non vogliamo i,; al- SULLASTRADA DELLA DEMOCRAZIA ITALIANA c de'"e cb re, che si i·i~ponde a un pt·oblerna del genere. Ma questo è un problema matginale che ci interessà. sino ad un certo punto. Ciò che è necesSatio rilevare è che da questa polemica, forse in maniera imprnvista anche per Codignoh), è balzata evidente la. necessità politica d.i una maggiur·e qualificazione p11)pl'iO per il raggrnppamento di « Uniti\ :Popolare» (come noi ayevamo sostenuto) e si è venuto ponendo, specie negli interYenti di bo.se , il pro4 blerna di UP e della. sua Iun,-,ione. Detto p1·obl< 0 r.11aparte dalla. constataz;ione dell'esistenza di categorie dei ceti medi progt·essisti favorevoli alla« aper• tur-a a sinistra», che pure non si sentono di aclel'ire al PSI o cli. assolvern \111 n1olo fiancheggiatore; questi ceti medi sono inte1·ess.ati ad nna politiett cli vaste rifol'me struUur·r1li, cli attuazione della Costituzione, di uua politica pr·ogrrssi:;ta e cleniocratica: essi ruppresentano, in sintesi, la parte democrntica dell'infelice esperimento «centrista» italiano, una patte che questo esperimento ha già defini– tivamente abb,-rnclonato. ll problema è quindi un problema cli « UnitiL Jlopolar-e »: rendersi interpl"ete di queste forze e cli queste esigem,e, condurle sul teJTeno della lotta poli. tica attiva in funzione orientativa e formativa, condurle sul teneno dell'apertura n. sinistra come unica formula po~-':iibJledi l"Ìsoluzione dei problemi strutturali della società italiana. Come lia giu.-c;tamente sci-iU-o Tullio Vecchietti « avel'é Ml nosll'o fianco nn movimento che sappia orien– tare queste forze non Sal'ebbe Llll elemento di eqL1ivoco nella. politicu .di apertur·a a sini1$ha, ma potrebbe esserle anzi cli valido ausilio». J:equivoco sta, e su ciò noi avevamo frt precedenz-a poslo l'accento, su fom1ule dubbie cli carattere «radicale» o lamalfiano, quelle stesse fol'mule che ::;ono sbocciate· oggi nella co.i:.;tituzione del partito J'adicale: è evidente che se anche UP dovesse assnrnere un atteggiamento cli questo tipo l'equivoco perrnanebbe ·gener·ale. E come, indubbiamente, evitar-e questa soluzione è punto di merito, altro elemento di chia1·ilìcazione. è ]a rinnncia. alla battaglia. conconen;.,;iale di tipo «socialista», nella ricerca delle vero paternitù e delle legittimazioni ideo– Jogiche. Questo ci pa1·e nn problerna che gli non1jni di UP deb– bono ancot·a compleb1.rnenle risolvere: tra ]ol'o quàlcnno corre il rischio di volei· creare un a1-tiGcioso doppione del PST e il rischio è veramente gra-ve. Necessità di chial'ezz;a, quindi, e di una politica nuova: nece.ssità per UP, diremmo, di continua.re il dibattito nelle sue file, cli chitttirn màggio.r.mente tutti i punti in di– scussione. (91) nuova repubblica c1m nioclo l'iU·ovitt·ci in un ca1T0½1,one senza i·otaie o a p1·e– yale11te ispirazione borghese! Devo dire che le mie impre-s 4 sioni dopo la riunione cli domenica sono buone, e 8bbiarno .la :-:pe1·an;r,ache i gvuppi politici che si stanno av\·icinanclo siano• concordi nel rispettare le esigenze che si-esprimono dalla. nostra base e dtt quella repubblicana. La presenza di Unit.\ popolare ci clìt Ja garanzia che cede posizioni so 4 ciali.ste non andranno perdl1te. E noÌ di Comun.ifa guar– diamo anche con interes8e, anche se radicalmente alieni dal -~uo inassimalismo, al gruppo cli Magnani e Cucchi. In questa pl'ospettivci q11al'è it p08to che la mwvn for 4 nw.zione verrà ml m?suniere nello .çchiermne-nto volitico italiano? .- Il nuovo r~1ggn1ppamento si porrebbe per sua na. tura alla sinistra della democrazia Cl'isliana. Senza preor• dinate allean;,;e elett..:JJ'ali né pregiudiziali, ma pet costituire trna piat\"a[orn1a a,·anzata cli 1·ifor·n:1a democratica nella quale svolge-re un'azione antonòma e dalla quale soJle– citare Je forze prngressi\·o del partito cattolico e le forze anto11omiste ciel padit,_o ::;ocialista itflliano. Fl'a. i presup– posti di qut>~ta a;,;ione vi sono cettamente l'autonomia e il decenhamento, l'articolazione della democrazia cli base, che sono Je cose per Je quali laYmiamo nel Canavese, con tutte le con.-.eguenze che una coe.l'ente applicazione cli que– sti princìpi può ll\'01'0 in campo an1ministr1-1ti\·o, urbani– stico. economico e politico. Qua.le strutt11m- organi:::zativa potrà avere il nvovo raa- {Jn1ppamentot · - Esso venebbo a l'Junin:i forze politiche che, ind.ipen– cl0ntemente da.Ila. loro colotitura ideologica, sono struttu 4 rnlmente di chic tipi: da un lato ,·i sono i repubblicani, i sardist_i e il nostro,mo\·irnento che hanno tutti una pili o rneno lunga tradizione di b-ase, ai qunli fonno capo o si ispirano forzo sindacali, cooperi1.tiH', nuclei popolari, clal– raltro Yi sono· 1a. ~inistra liben:lle e Unità popolare, forma– zio11i ad estensione nazionale, ma Per natura forze pititto4 slo cli opjnione che di organiz;,;azione. Riteniamo opportuna - e tale esige,na è secondo me fonclan1entale - tinft struttura organiz~aliva fondala su giunte region<1lì nelle quali i gruppi più forti cli ogni sin– gola regione abhia110 fun;r:ionl c(j guida. Quali vrcvi.Y!oni infine si possono fare sui success-ivi sviluppi cli gue.~ti prim,i contatti? · - l')1·evisioni per ora non Se ne possono fare; è stÌlto molto interessante e utile poter- pai-lare con estrema fran– chezza e an1iei;,;ia. 01·a. i rappr·esentanti cl.i tutti i grnppi dn\·0110 1·if~1-ir-e itlle 1·i.•-qJcttin:•clir-e;.,.ioni. Codignola ha in.clubbiamente avuto il rnerito di pone dei pui:tli l"enni in una. polemica nuova, ma deve aver com• preso oggi che questa politica deve essern portata avanti, snlla st1·ada delli:\. cle,nocra,-,ja ititliana, su.Ila strada di una politica popolare di tipo nuoYo, sulh1 quale .il PSI si è posto, come egli ha ric:onosciuto, e sidla quale gli equivoci non debbono es:-;e,·c più pos~ibili. Se il problema è quello della sHlclatura tra ceti medi e cln~so oper-aia e contadina, così come esso stoi·icamente è per il nostro paese, !o indicazioni non mancano e le vie da ~eguire sono chiare: il recente passato Io insegna, il foluto Jo potr;~ conferma1'e. li discorso, con.1Lmque, è sem• pre valido e divenit sempi·e più interessante. (Da. .Il Nuovo .Ideale del 17 dicembre 1055) 'E la piccola macchina per l'uf. ficio e per lo studio privato. Fornisce un lavoro di qualità elevata e costante. Unisce le caratteristiche di stabilità e di robusta struttura dei modelli mqggiori alla mobilità ed ele• gar..za della portatile. Olivetti Studio 44

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