Nuova Repubblica - anno IV - n. 1 - 1 gennaio 1956

(91) nuova rcp11bblic{I I LUCI DELLARIBALTA I LEAMICHE di LUDOVICO ZORZI R I\"EDL'TO al di fuor-i delrcccila.ta e distrntla almo– sfea·a della :.\l.o.-:,lra, il (ihn Le mniche di Michcla11- golo "\11lo11ioni confem1a le pe1·plessitù e le J'Ì:-:ei-,·e clie acte111rnnwno fr1 w1a delle COJTÌsponclen.:-;o dal l 1 'eslival. (./,ci lorlci divisa, N. R. 11. 28 ciel 18 sett. 1955). T./odi– zione che 01·a cir·cola nelle sale di normale ci,:cuilo poco ~i di:-;cosla da quella presentala a Yenezia, o,·e si eccet– tui110 brc,·i Yari1111ti nel montaggio di alcune sequenze e un generale riassetto e rnigliornrnento della. colonna. so– norn. ì\Ja. è proprio questa assidua e costante pl'eoccupa– zi·vne formale a soUolineare, col sno assillante bisogno di 1·evisio11e, i limiti d~lla formula neol'ealistica nelh~ parli– colarn accezione di .Antonioni. Tra i nost1). l'egisti, egli è fo1·se il solo che si sia dedicato fìn dal RUO prirno film al– f illllfsira:1.ione della borghesia italiana. E' naturale che la inr,;iste11za su una Ude tematica lò induca alla scelta di nn linguaggio ad('guato; e in l'ealtà, l'Ìspello alresubcramm o alla prepotenza sentimentale di ce1ti film del primo Ros– sellini, di Do Sica e del "miglior Castellani (dove l'assunto popolare, a YOlie impreciso .fino a una sorta di qualun– quismo, è l'Ìscattato dalla carica di irra:,-;ionalitit oppJsta dal dialetto), il mondo di Antonioni risulta sempre un po' freddo, scoslante, misuralo nel calcolo stilistico, incline insomma al calligrafismo come ogni Opera in «lingua». ,Questa prendenza di intel'essi formali è particolarmente sensibile nel distacco con cui il rngista o~se1·va la sua materia; distacco che fa pensare a una non compiuta og– gettivazione, e ad<lil'iltura a nna scarsa consapevo'lezza o dimestichezza del rnondo che egli intende esplorare e ri– dL1rre a misurn cinemal·agrafiea. Con ciò non s-i vuol clil'e · che un metodo più scoper{arnente polemico, di tipo marxi– sta, pot1·ebbe consentir9li di approdai·e a una analisi più rigorosa., a risultati maggiormente ·impegnativi e dina– mici: più che di imperfetta. coscienza, è il caso di par– late, per Antonioni, di una sorta di perplessità partecipe, di una esitante sospensione di giudizio di [ronte ai guasti della socieb\ su cui egli si sforza di fìssare lo sguardo. N EL CASO de Le amiche il problema è COITtplicato dal con [ronto col suo modello letterario. Il (ì\m è ispirnto oon notevole fedeltà. a uno degli i.11iimi mcconti di Ce:-:are Pavese, il « Tra donne sole» de La bel.la estate. Si sa quanto delicato e ii'to di diffi'coltà, specie nell'equi– panw.ione dei di.versi modnli narrativi,' sia l'impegno di da1·e vita e dimensione cinematografica a un tessuto let– tera1•jo, senza tl'oppo altel'ame il significato e la fisio– nomia. nel t1·ap~1ssa dalla pagina allo· schermo. La narl'a– tiYa di l'a.vese, pur non rinunciando ai suoi terni lirici, si svolge secondo uno schema tendenzialmente saggistico, enti-o il quale i personaggi si rapprendono in Yalori fun– zionali p1·ima: ancora. che psicologici. Il cinema, pel' sua stosi::a natura, 1·ichiecle situazioni e pen1Jnaggi estremi, neUarnenie definiti (e in questa esigenza cli elernentaritl1, di nianc1t11za di sfumature, è, se \·ogliamo, .il limite pill g1·a,·e delle sue po.s~ibilità espressive). In 1:apporto ai per– sonaggi di P1l\'ese, qnelli di Antonioni l'Ìsentono cli una. dose cli jngl'Ossarnento psicologico, il lol'O c..:>mportarnento e la lorn 1·elazione reciprnca sono ~pesso ing,iustificati e gl'atuiti, hanno smarrito il sottile ordito di intuizioni e illuminazioni umane· e poetiche snggerite dalla parola dello -scrittore, appaiono in definitiva sfocati e_cornpromessi nel )ol'o l'eale valore e significato. Ne 6 1·.isulta una stol'ia di tinte assai pili fol'ti che non nell'ol'iginale, cou arbitri che pe1· molti spettatol'i frettolosi e supediciali hanno sem– btato sfiort1re 1m tono Iurnet.tistico. Nel film, il Hodo di·arnmatico prindpale si è inratti spo:3tato sull'amore di Rosetta per un pittore privo di ta– lento e tormentalo dalla coscienza della p1·opria medio– crità; e jJ suicidio della. ragazza. appare piuttosto un esito bnnale doll'egoismo di questo a1·tista fallito che la re– spingi"', che non la conseguenza. <li un assoluto vuoto mo– :r-alo. Anche Nene è di,·entata la moglie tradita e lnna– rnoratu. del pittore, con tutti i_ luoghi corrrnni che una si– tuazione tanto Lrita e conYenzionale compoda, L'unica a co11se1·nu·e jl tono unitario e la Iunzione m.ediat ..ice che )t;\ nei 1·omanzo è 1\Jomina, ma ciò dipende eia lma istin– tin\ « c1H$Se » del personaggio. i\nche l'altra 1tÌotivo po– ]f'rnico cli fondo, il contrasto tra la })l'otagonista e l'a_m– bicnte fuli·le e Yt1olo delle amiche, ne esce pilt che ana– Ji¼z;alo e desc1·iito jn profonclità.,· accennalo e risolto ln manien:\ alquanlo e,·a.siYa. La. p1·-1tagonista., Clelia (una ragaz;¼a tol'inese che dopo aver !atto fortulla a Rorna toma 11ella. f.:ua città. per dirigen·i la filiale di' una. grnnde casa di rnod(', e ,·i !-i Jpga. in amicizia con alcune ~ignore della ricca ?oq;heJSia), e il giova11e di cui essa. JSi i1111arrlo1·a, (Di.,. di Dino JJo.~chi) Il pane c'è. L'amore anche. Manca solo la fanlasia "'Cado (un modesto assistente edile), p1·ovengon·:i entran-ibi da nna stes~a classe; e infatti clovi·cbbe c'-'sern il sano 1·càlismo dell~ loro origine popolal'e a legarli di reciproca stima e simpatia. Senonché l'ovYia lrnnqnillib\ di una 1·e– lozfone di questo genere, che 11el ro111a11'.l.o è cmitenuta nelle pr'0)2?~011i "di una comune av,·e11tura, ~ulla cui durnta glit }fiteressati sono i primi a non fal'r,;j illusioni, è cornplica'ta nel film da sba,·ature sentimentali, che, se consentono al gusto melodnnnmatico del pubblico, nulla hanno a che vedere con la sincei·it.'.~ e la sanità n1orale del mondo cui appal'tengono i due pe1·so11Rggi. Entrambi mostl'ano poi di aver subito un cul'ioso prncesso di ridi– mensionamento classista: Cado (che nel racconto è un semplice m1na.tore, Becuccio), qui ha salito pili di un gl'aclino nella scala sociale; qualcuno per contro ne ha di– sceso Clelia, che ha perduto buona parte della Jjicurezza e padronanza di sé (che ne fanno la llg1HA più consape– Yole e voliti,·a del libro), pel' avvicinsnsi a. un cliché ibl'ido, piuttosto contraddillorio: menil'e jn Pavese ac– cetta la sua c-onclizione senza compromessi, nettamente divisa dal mondo delle amiche, in .4.ntonioni vi si muo,·e jn modo i1icerto e confuso, con, un piede denlra e uno fuori. Questo 1·ifiuto di classificare i due pe1·sonaggi in tel'mini decisi sembra detlato dal timore cli cadere nella polemica sociale, ed è forse la causa della mediocre jnter– preta~ione di .Eleonora Rossi Drago, continuamente oscil– lante Ll'a i due tel'mini .indicati, e cli Ettore Manni, non meno impa.ccia.to e scolo1·ito. R ESTANO, tra i fHUi pvsitivi del ftlm (e che si senta .il bisogno di rileggerlo e di 1·idiscuterlo è J)l'Ova della Sl!& indubbia valiclit;i), la. sua for'.l.a di evocazione ambien– tAle - la Torjno che fa da sfondo alla. vicenda non può essel'e confusa con nessun'altra città italiana, e ciò in forza di una creazione d'atmosfet·a che rifugge come po– che da ogni facilità cli < colo1·e » locale - 1~ sapienza e releganza della sua c01Hezi·ano tecnica, la: cura mim1- zio8a degli abiti e degli anedame11ti, la sensazione di abulia morale che rn.senta il cinismo, il clima d'ozio e di facilità sessuale che cii-cola nelle immagini - è una delle 1·a.1·evolte che al posto delle pupattole stereotipate e dei seni cli paraffina vediamo delle autentiche donne, animate e individuate ciascuna da una sua. intensa eleganza e femminilità .. Degli altri jnfe1·p1·eti, 1'ico1·ch'.'1'emo particolar– mente Yvonne Four·neaux nella parte di .Momina, Valen– tina CoI"tese in quella cli Nène, Franco Fabl'izi nelle vesti dell'architetto, Maria Oamba1·elli nella bl'eve ma colorjta parte della proprieta1·ia della sartoria.. Alcune sequenze, come quella della gita al rnarn, 1·aggiungono l'isonanze va– ste e malinconiche e sfiora110 la bravur·a di grandi pezzi da antologìa; pel' altre, co111e la :-;cena finale alla stazione (che J'ic-vrcla mollo da vicino, pcrllno nelrill1nninazione, j\ finale di Stazione· 'l'e1·1ni11:i), non J'iuRciamo a condi,·idere jl genetalc entusiasmot 7 * lllBLIO'l'ECA * DLIJUO DI UN GIUDlCE S E· e·~· ,CXA m~nicra cli sc1_'itl11raalla quah~ può (':,,::-;cl' l€'g1lt11no, oggi, nccostar:,,:l con una lal quale difli– d<'mrn, questa è la 111anie1·a dt>I dia1·io. f'N rAt,r-ioni note: 11('1 ca.<;Op<'ggiore, pf't• l'occasione oft'Nta al più o nwno con~apevole esibi:tioni$mo od alla esercitazione let– teraria; n('! caso migliore pot· l'uvvio propot·Ri del cb1to ~pe– cifico dC'll'csa1ne di co:-;cic:nr.a clLC',pOl' quanto pe-1wtrA11t0 ed irnpidoso, q1rnlom non si jnlf•gri alla rc,1ltù arnlJiente a mezzo di una consape,·ole stol'i(;ir.z;a:1.ion<',di rado accHde che po~sa cli::;tendersi olt1·e i limiti della que!Ìlion(' pNr-;onate. Dicialllo subito r·he tale norf è il caso cli qu<',"to Diario di un giaci-ice di Dante Troi~i cho ,·ede li-i lucf' prr-:-:so l'edito1·e Einaudi. dopoché alcuni brani ne <'nrno giù Appar.--i ~lllle pagine del ~ctt irnanale Il Mondo. Anche qui c'è, tultaYia, è ,·ero, una cosdenza jnquietn, do'loro:-:a111ente - e senza pietà - cw·,·a su se :-:t(>-ssa d indag~ne ~ulla q11;1litù della prOpl'ia condizione(' :rnlln lpgit– tin1ib\ delle prnprie ragioni: « Siamo allo ster-;so rnodn dei monaci del eOJl\'f'nto r-;ituato :-:ulla collina ... DPrormali dai peccali, dai l'('aii, noi e loro colti,·ia1110 in solitudine un inutile p0~si111is1no .... »; ed altrove: « Frngo ne>lle no~t1·e 1ni:-:e1·ie, ·ro"~e inevit11hili, con J'accanimento di un colpe– ,·ole alla ric(>-1·ca di un Rlibi. E 111i sento vil0, una spia fra j giucliei ». Untl co.~cien¼a i11q11it>tH, r,;i diceva, ,.. , !-;f'mb1•f1, anH11·1.m1enteco:•;tr9lla n concludere di non a,·or· pi1'1 11es– suna. dt?lle kpPrnnze r·oncepite e n11tl'ite a contutto con la P$pNi(•nut at1·oce e>d illuminante dPlla guel'rn, in 1111 volPr-si, 1·i1rn·v,·1:1re dalle 1·Ftclicidell'ammini1;il"azione d<'lla giw-;tizia. Ma non r'è soltanto questo. C'è anche una co.-;cienza che ~i mi:-:urn con il reale cle·l mondo. o,·e r,;i tro,·n u dover riconoscere rapporti e f.:CAmbicon le altre co:,,:<'i~~nzl,", il cui r,;pirito don·cbbe t"~sNe la solidarictù, 'Cn r<'.-de d1e esisto fuol'i e malgrado d'ogni astratta. formula. giu1·iclica, e d'ogni a~solutezza mebùisica o speculati,·a: il rPal<' di un certo luogo, di unA certa :-:ocieti1,.con un r-:uo er-:~Pre~tAta in un ce1·to niocÌo. cd 1111 r-;uo di,·enire. E' p1·oprio, pC'r questa rngionP, ·che volPnclo carA.iteriz– zare e d('finil'e il nosfro discoi·so, dil'emo con ~oddi~fa'.l.ione Che il 'J'i-oir-:iè lo f-:Cl'iftore 1•he fillr·a le dimenr-:ioni cli un l'eale integ1·almrmte .inteso. rilenrndole nei loro Cill'Hlieri più di~tinti,·i ed jnr,;ieme più uni,·el'sali, attran'r8o Rd nna alta e tormentata rerdlivilh etica. Da ciò nasc0 .lo r-:tilo ,·i,·ido, :-:p('sr,;orisentito, scAhro ed acuto, nel q1iH.le il 1·Nile delresperionza, pr·opi·ia e di alt t·i, del dolore prOJJl'ÌO e d,~gli altri uo111ini, ti-ova la sua for·ma. - eonC'1·f't11. e fun– zionale - " l'ier-;ce di consèguenza ad er-;1;e1·e restituito al lettore, poeticamente, nella. ~ua più genuina dun1bi e .-.o:3ta11zn,nc>lle cool'dinate spazio e tempo che gli :-:ono più proprie: (JH<•llenon l<'ntate attnwNso il 1·iech('ggian1ento di 1111 lavoro lctlern1·io, ma quelle aute11tiche s.cAnite dal pro– foncln del111 nrnt('rin. e (i..::,,:11le nPll;1 lof'O vihnrnl<· e'-'i~tenzn. Ecco il ritrdlto · di un imputato: < Gli ~ono rimasti Asciutti i c;1pelli bianchi riparati dal berretto che ha posnto a tena, un pò più indietro di dO\·e stl'\ in piedi. 1:ncqua gli r-;cende a ri,·oli dai panni inu1ppati, ridotti ad una specie cli iuta sfom,ata. e l·r·edi che sotto abbia. un abito Ye1·0, asciutto e caldo. ~~Je non ha niente r-;otto... >. 1\011 è posr-;i– hi!e qui, cital'e ;llt.ro : 1·iti-atti di giudici, cli testimoni, di av\'ocati, d·nltri jn,putali, e 111iserevoli, at ..oci storie, di quelle che si gi11clicAno a pod:e cliiur-:e, ktot'ie di uomini o di clonnc, vol11ta111e11teaflidRte alla jn,pe1·.'-.•,1m,lità di uno ;-;tile cancellieresco, che ne rileva ras.-.urcla t<'11~io11P, e pur l'inPlirninnbile 11r11ana conCl'f'tez'l.<a. La p~rola, qui, con una s1rn alta eYide-nza e~pres~ivn ed una. sua capacitù. gnmdo di a1·1·einci1;ione, non rilttglia. sol– tanto figurt, unH.rne su di uno sfondo di natul'a o di eticità più Q rneno risentila, ma condensa tempo e d111·11ta, affena e co.~tringe a ~tal'e assieme < prinia » e <dopo>, pa:-:sato antichi~~imo e !-Ciagurnto present<:', con costun.1~ e pas~~oni e r-;toria di e~.-.i, e sbalza al vi,·o la presenz;a, la. forza di esistenz~,. di una r-;ocietù. quel la del sud, in tu Un la. sua integralitit, e nu·ietù di componenti, miscçinor-:ciutf", in parte, t.uUorn.. Una societù, quella contadina, alla base, pl'imitiva ed irnpetnosa, con una .r-iuainconscia barbarie ed, nn suo acc:rni.to, a1·so, bisogno cli giusto e di bene, che troppo sp<'sso soccombe, senze. essersi chiarito 11emrnC'no a so stesso, di f1-0nte alla r,;oç:iet1\degli avvocati,. d<·i ca..abiniel'i, e dei giudici. ]:'01·se è prop1·io questo che .può apparire pil1 inte,·essante, del libro, e che Jo rende funz,ionale nei con~ fronti cli una. solidarietù, veramente ancora da :riconoscere, da intendere, da incominciare a vivere: que~to fatto di mostrare senza malintese p1·eoccupazioni di prestigio, _quanto sia pù1•troppo facile che uomini di,·ent-ino oggetto e non soggetto della giu~tizia. Si potrà. cli..e eh€', per adesso non può essern altrimenti, malgrado il ma~:-:imo dell'im– pegno di chi ~i troYi a giudicare, specialmente pel' la dir– llc-v!U.pii'1 ardua e spietata: quella <li concili1H·e la nec<'ssità. ~ c1·essere giusto, insieme a quella d'e~sere nell-1:1 storia, nella. stol'ia, che appunto ogni giorno si Ya facendo. 1J a I)f'll– siamo che s·abbia diritto di spera1·P. Sta di fallo: un libl'O cli qualib\ non frequente. che si rilen\. con una Rua. amarli., ma tutt'altrn che di~pp1·aln pro~ senza; un libro, fr1sornma, « nC'ce~::iar-io ». MARIO CINCINNAT[ L'ECO DELLA STAMPA UFFIClO Dl Rl'fAGLl DA GlORNALl E RIVISTE Diretlore: Umberto Frugiuele Milano, Via G. Compagnoni 28 Corrisp. Casella Postale 3549 Telegr _ Ecostampa

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